Il cane è il nostro migliore amico ma il numero delle aggressioni a danni dell'uomo rimane altissimo. Questo anzitutto è dovuto all'elevata presenza nelle nostre case (7 milioni) ma al fatto che spesso razze impegnative (come ad esempio i molossoidi) si adottano con troppa superficialità. Non si conoscono le potenzialità aggressive del cane, né le modalità opportune di addestramento che devono necessariamente tenere conto delle caratteristiche della razza e della specie. L'ultimo caso è successo pochi giorni fa nella campagna romana, dove un 43enne è stato ucciso dal suo cane corso davanti al prato di casa. Il cane aveva già dato segnali di aggressività nei confronti dei bambini di casa, alchè erano seguite lezioni di recupero comportamentale, che evidentemente non sono state sufficienti.
Qualche anno fa il sito di Bill Gates aveva stilato la classifica degli animali più pericolosi per l'uomo. Il cane è al quarto posto nella top 20 con 17400 uomini uccisi ogni anno. Al primo posto ci sono le zanzare, capaci di veicolare virus e batteri letali: 830 mila i decessi stimati. Al secondo i cugini pappataci, al terzo i serpenti (60 mila).
Purtroppo in un mondo tutto cuoricini e coccole (guai ormai a dire attenti al cane!, anche dopo reiterate aggressioni), l'unica voce fuori dal coro rimane quella del Codacons che ci ricorda come solo in Italia si registrano 70 mila aggressioni canine all'anno e come queste siano aumentate a dismisura da quando il Ministero della Salute ha eliminato qualsiasi obbligo per i proprietari, + 10% in tre anni di attacchi con danni fisici gravi o mortali.
Anche l'Amnvi spesso richiama l'attenzione sul ripetersi di episodi, anche drammaticamente gravi, di aggressioni canine, spesso a danni di bambini. Secondo l'associazione dei veterinari le norme vigenti non risultano efficaci a prevenire (educazione/patentino) né a gestire il fenomeno (interventi sanitari e veterinari sulle persone e sui cani aggressori-aggrediti, tracciabilità dei casi, statistiche di monitoraggio, misure sanzionatorie).
Si aggiunge poi un altro fatto. In Italia non esiste una epidemiologia ufficiale e sistematica delle morsicature e delle aggressioni canine, né ai danni delle persone né di altri cani.