Truffa a danni dello stato e peculato. Di queste accuse dovrà rispondere la titolare di un canile di Pordenone, che avrebbe truffato 58 comuni lucrando sulle diarie di oltre 400 cani sottratti all'adozione. La truffa ammonterebbe a centinaia di migliaia di euro.
L'indagine ha portato all'irruzione della polizia della squadra mobile di Pordenone. Dall'ispezione sarebbero emersi "comportamenti illeciti che hanno permesso di sfruttare gli animali d’affezione per garantirsi continuativamente per un lungo periodo introiti illeciti in danno dei 58 Comuni convenzionati tra Friuli Venezia Giulia e Veneto (48 in provincia di Pordenone e 10 in provincia di Udine e Venezia), in forza della vigente legge regionale in materia di affido".
Il modus operandi, secondo quanto emerso dalle indagini, puntava ad "ostacolare e addirittura impedire l’adozione dei cani, permettendo all’indagata, sfruttando l’elevatissimo numero di animali ricoverati, almeno 400 solamente negli ultimi due anni, di incamerare un ingente guadagno illecito quantificabile in svariate centinaia di migliaia di euro, peraltro in costante aumento tenendo conto delle assai costose spese veterinarie, necessarie all’acquisto di farmaci per gli animali, naturalmente fatturate ai Comuni vincolati dalla convenzione stipulata con la struttura".