Saltimpalo maschio in abito invernale
SAXICOLA TORQUATA (Linnaeus, 1766)
ORDINE: Passeriformi / FAMIGLIA Muscicapidae
Come e dove vive il Saltimpalo
L'habitat del Saltimpalo somiglia a quello dello Stiaccino, ma più dì questo ricerca dei luoghi selvaggi e dì preferenza aridi. Tipicamente lo sì può incontrare nelle campagne aperte specie se almeno ìn parte abbandonate, nelle brughiere, nelle sassaìe, nelle savane dove sverna ed ìn generale ìn ogni landa scoperta e cosparsa radamente dì alberi e cespugli. Normalmente lo sì vede appollaiato sulla cima dì un albero, dì un palo o su dì un filo che attende una preda stando impettito e vibrando continuamente le alì e la coda. Molto diffidente per natura difficilmente sì lascia avvicinare, ma malgrado ciò sì abitua a vivere anche lungo strade e ferrovie. È molto adattabile anche per quanto riguarda l'altitudine nìdìfìcando dal livello del mare fino a circa 1.500 m dì quota.
Il ruolo nell’ambiente
Il progressivo abbandono delle campagne favorirebbe questo uccello, purtroppo i continui incendi dei campi abbandonati e dei prati distruggono un gran numero di nidi che vengono costruiti per terra. I maschi stabiliscono dei territori, di superficie estremamente variabile potendo andare dalle 30 are fin oltre i due ettari secondo i casi, che rioccupano un anno dopo l'altro.
Parte degli individui sono migratori e svernano in Africa, ma parte sono stanziali ed il limite settentrionale della distribuzione invernale di questi uccelli è strettamente legato al gelo, inverni particolarmente freddi e soprattutto nevosi ne fanno strage.
Saltimpalo femmina
Come riconoscerlo
Fra agosto e settembre il Saltimpalo muta completamente il suo piumaggio assumendo una livrea alquanto diversa per i due sessi. Il maschio adulto presenta le parti superiori nero lucide con margini rossicci che nascondono in parte la tinta di fondo, il groppone è invece biancastro formando la caratteristica macchia chiara alla base della coda. Questa, piuttosto corta, è nera uniforme. L'ala, lunga dai 65 ai 68 mm è anch'essa nera ad eccezione di una barra bianca formata dalle copritrici.
Testa e gola sono pure nere ed il becco, sempre nero, è lungo circa 13,5-15 mm. Le parli inferiori sono di un color castagno che più acceso sul petto, si sbiadisce fino al biancastro sotto il ventre; pure bianche sono due vistose macchie ai lati del collo. Non ha muta estiva, ma col tempo le penne perdono per abrasione gli apici fulvi cosicché la livrea si presenta a tinte più marcate. La lunghezza dell'intero animale è di 12,5-13 cm e quella del tarso 21-23 mm.
La femmina è molto meno vistosa avendo la parte di sopra e la gola brune striate di nerastro, anche la testa ha lo stesso colore, ma con una sfumatura spesso più scura. Le copritrici superiori della coda sono fulve, la coda e le ali sono anch'esse brune screziate di scuro e ·manca od è poco marcata la barra bianca sull'ala come pure le macchie ai lati del collo, mentre viceversa presenta una macchia chiara sotto il mento; la gola è invece nerastra.
Le parti inferiori sono di un color castagno meno vivo di quello del maschio.
Il giovane ha la schiena, la testa, le ali e la coda bruno nerastre screziate di chiaro. Lo spazio chiaro sull'ala manca in molti esemplari ed è appena accennato negli altri. La gola è bianco sudicio e le parti inferiori fulvo chiare tendenti all'isabellino, screziate di scuro sul petto e sui fianchi; il sopraccoda è rossiccio.
Rispetto allo Stiaccino il Saltimpalo è più corpulento e si tiene più eretto; come colorazione il maschio è inconfondibile mentre la femmina ed il giovane somigliano a degli stiaccini molto scuri, si possono distinguere però con certezza per la mancanza di sopracciglio e di bianco ai lati della coda. Gli individui stanziati in Sardegna hanno tinte più vivaci di quelli continentali; si possono incontrare anche degli individui con tinte sbiadite isabelline ma sono rari. Questi uccelli hanno una notevole varietà di gridi e di richiami, ma il canto vero e proprio è una modesta ripetizione d i doppie note, ritmicamente alte e basse e dura un po' più a lungo se emesso in volo che su un posatoio
Saltimpalo maschio in abito nunziale/estivo
La sua diffusione
Le svariate sottospecie di Saxicola tarquota sono diffuse praticamente in ogni parte del vecchio mondo dove le condizioni ambientali lo consentano; si distribuiscono in una fascia ininterrotta che comprende tutta l'Europa dal Mediterraneo alla Scozia settentrionale, alla Danimarca, alla Polonia meridionale, l'Ucraina, la Russia centromeridionale, la Siberia meridionale edil Giappone. A sud l'area di distribuzione raggiunge la Persia, il Tibet e la Birmania. In Africa nidifica a nord del Sahara e nella parte occidentale fino al Madagascar ed al Sud-Africa.
Nella parte settentrionale del suo areale il Saltimpalo è migratore giungendo fra febbraio e marzo e ripartendo per l'Africa fra settembre ed ottobre. Dove il gelo non è eccessivo come in Italia non migra, ma abbandona il territorio e d iviene erratico.
Il nido le uova e i piccoli
Il corteggiamento inizia verso i primi di marzo e comprende spesso un volo nunziale nel quale il maschio si solleva In verticale battendo rapidissimo le ali fino a 10-20 metri da terra salendo e scendendo poi sul posto come se fosse appeso ad un filo; durante questo volo il canto è molto più sostenuto del solito.
Dopo il corteggiamento la femmina sceglie un posto, in genere a i piedi di un arbusto, molto ben nascosto e coperto Dalla vegetazione dove costruirà da sola il nido con erbe, molto muschio, crini e penne. La prima deposizione avviene alla fine di marzo o ai primi di aprile e l'incubazione inizia con la deposizione del penultimo uovo cosicché uno dei piccoli è sempre in ritardo rispetto ai fratelli.
Le uova, generalmente 5 o 6, hanno un colore di fondo verde-azzurro pallido finemente punteggiato di bruno chiaro.
La femmina cova da sola per un paio di settimane circa ed i piccoli restano nel nido per una quindicina di giorni ancora dopodiché ne escono, ma non sapendo ancora volare saltellano nei dintorni ricevendo ancora il cibo dal padre per 20 giorni circa. Dopo circa una settimana dall'abbandono del primo nido la femmina ne costruisce un secondo vicino all'altro e depone una seconda covata. Non raramente, almeno in certe zone, una terza covata viene deposta fra la fine di giugno ed i primi di luglio. La produzione di uova è dunque abbondante, ma non più della metà di queste danno dei giovani che arrivano a volare essendo la mortalità molto elevata a causa dei
topi, dei piccoli carnivori e degli incendi.
Saltimpalo in stagione invernale. Femmina a sx maschio a dx.
Alimentazione
Il Saltimpalo cattura ogni sorta di insetti sia in volo che a terra: piccoli coleotteri, ditteri, cavallette, larve, farfalle
ed anche formiche. Mangia anche piccoli lombrichi, lumachine, ragni e miriapodi; in inverno, periodo di carestia, raccoglie anche dei piccoli semi, ma il suo becco non è poco adatto a frantumarli.
Il Saltimpalo, come del resto quasi tutti gli insettivori, negli ultimi decenni si è manifestato a livello nazionale e europeo, un netto declino, le cause sono da ascrivere al massiccio utilizzo di pesticidi, diminuzione dei siti di nidificazione disponibili, frammentazione del territorio e degrado ambientale.
Foto © Giordano Tognarelli
Tecnica di scatto e attrezzatura
Foto eseguite con tecnica di appostamento pianificato
Foto1- Canon EOS-1D Mark IV, obiettivo Canon 600mm is- Parametri di scatto 1/1000sc- f/9 - iso1600
Foto2- Canon EOS-1D Mark IV, obiettivo Canon 600mm is- Parametri di scatto 1/1600sc- f/8 – iso2000
Foto3- Canon EOS-1D Mark IV, obiettivo Canon 100-400 mm is- Parametri di scatto 1/1250sc- f/9 – iso800
Foto4 - doppio scatto e composizione - Canon EOS-7D Makll, obiettivo Canon 600mm is - Parametri di scatto 1/1250sc- f/11 – iso1600