La caccia é un vasto mondo, molto variegato, eppure c'è qualcosa che unisce tutti noi cacciatori ed è il « legame di sangue «Non si tratta solo dell'atto finale, ma di un legame ben più profondo, direi viscerale.
Come in tutti i riti anche la caccia parte dalle vesti, la preparazione nei minimi particolari del vestiario, che naturalmente viene fatta la sera prima, perché é importante…tutto parte da li. Scarponi in entrata, abiti sulla sedia, tesserino e documenti nel giubbino, fucile nel fodero e cartucce, quelle maledette cartucce, la resa dei conti… quante, quali… e se poi….già e se poi la manco ?
Eccola l'agitazione dell'attesa che si fa sentire, passano gli anni, l’esperienza cresce ma le sensazioni, l’adrenalina rimangono come la prima volta.
La sveglia impostata più volte per paura di non svegliarsi, ma tanto chi dorme…bisogna passare e ripassare ogni singolo momento della giornata che ci attende, dove sciogliere, quali cani prendere a che ora ritrovarsi con la squadra, nulla deve andare storto, tutto secondo i programmi. Il continuo guardare l'ora pensando: perché non é ancora ora?
Perché il tempo passa cosi lentamente?
Dai maledetta suona!
Eccola finalmente, ma tanto ero già sveglia, finalmente ci si prepara, ma tanto non importa cosa si indossa, che marca sia, quello che conta è che si veda che siamo cacciatori, perché per noi è un vanto. Si, ne siamo fieri. Siamo fieri di fare la differenza, tradizionalisti, eterni romantici, rispettosi della natura, che ancora crediamo che fare la differenza conti. Ma non chiamateci bracconieri è un insulto alla nostra tradizione millenaria.
Barbara Vanzelli