Sta facendo scalpore la decisione di abbattere circa 10 mila dromedari in Australia. A seguito dei devastanti incendi in tutto il continente stanno infatti mettendo a rischio le poche riserve idriche rimaste. Si tratta di animali alloctoni, tenuti sotto controllo da molti anni da piani di abbattimento.
“La popolazione di dromedari inselvatichiti, che ha forti impatti sui fragili ambienti australiani, è la più grande al mondo e si è originata da animali importati nel 19° secolo da Arabia, India e Afghanistan per il trasporto di materiali nell'arido outback” spiega su facebook Piero Genovesi, dell'Ispra, capo dell'IUCN Invasive Species Specialist Group. Si calcola che tra cammelli e dromedari in Australia si arrivi a circa un milione di esemplari. Senza interventi mirati la popolazione raddoppierebbe ogni 8-10 anni.
Gli animali saranno abbattuti da professionisti a bordo di elicotteri. Le operazioni di abbattimento cominceranno mercoledì 8 gennaio, e dovrebbero durare circa cinque giorni. Tra i primi a chiederlo sono stati i leader aborigeni dell’area di Anangu Pitjantjatjara Yankunytjatjara (APY).
Uno dei tanti esempi di in cui l'intervento dell'uomo si dimostra necessario e inevitabile. La situazione estrema in questo caso permette di superare le polemiche animaliste, che vorrebbero un approccio compassionevole nei confronti di ogni singolo animale.