Bwana Mucubwa, “Il Grande Signore”, è l’appellativo che è stato dato a Fausto Cristiani in Africa tanti anni fa e che si è portato orgogliosamente dietro per tutta la vita. Fausto, per i pochi che ancora non lo conoscono, è una legenda vivente, sia nel mondo della caccia grossa sia in quello dell’arte perché, oltre ad essere un grandissimo cacciatore ed un esponente di spicco del Safari Club International, è un pittore d’innata ed insuperabile bravura, famosissimo in tutto il mondo. Ho avuto l’onore di conoscere Fausto dove due “portatori della stessa passione” (frase sua, non mia!) dovevano per forza incontrarsi: nel bosco, durante una battuta di caccia al cinghiale. Quel giorno io ero armato con una BAR 30.06, mentre lui aveva una RUGER in 243! Fu sufficiente apprendere con che calibro Fausto cacciava il re della macchia per farmi capire che stavo stringendo la mano ad uno che di caccia se n’intendeva parecchio. Da allora Fausto ed io non ci siamo più persi di vista.
Nel corso degli anni, tutte le volte che ne ho avuto l’occasione mi sono fatto raccontare buona parte della sua incredibile, avventurosa vita, di quella che Fausto ha vissuto attimo per attimo in giro per il mondo, sempre con due valige in mano, una per la carabina e l’atra per pennelli e colori. Fausto mi ha raccontato delle sue innumerevoli avventure; di come ha abbattuto sette elefanti, di come ha inseguito non so più quanti bufali, dei grandi leopardi, delle prestigiose antilopi, ma ha buoni ricordi anche di lupi, cervi, daini, caprioli e mufloni. Nonostante la notevole differenza d’età che c’è tra noi (io sono del “sessanta”, mentre lui è nato a Roma l’8 settembre del 1934), Fausto ed io siamo molto legati e sempre sintonizzati sulla stessa lunghezza d’onda. Abbiamo condiviso e tuttora condividiamo la stessa passione per la caccia a palla in tutte le sue forme, per i calibri “giusti”, per la ricarica casalinga delle munizioni, per l’arte in generale ed in particolare per la pittura. La pittura naturalista, quella dove sono riprodotti gli animali selvaggi liberi nel loro ambiente naturale che soltanto Fausto e pochi altri artisti sanno dipingere con superbo ed ineguagliabile stile. I quadri di Cristiani vibrano di vita propria, perché prima di esser messi su carta, tela o meglio ancora su una tavola di legno esotico con colori e pennelli, nascono dal profondo dell’anima.
Sin da giovanissimo ha cominciato a percorrere i sentieri dell' arte, quei sentieri che negli anni lo hanno portato sempre più lontano. Un lungo cammino che iniziò nel 1950, quando ancora sedicenne, decorava chiese e palazzi gentilizi sotto la guida del professor Lamberto Barbi; apprendendo pian piano le diverse tecniche dalla tempera, dell’acrilico, dell'olio, dell' affresco ed i segreti del restauro. Ben presto acquisì una grande esperienza diretta che lo rese padrone del mestiere del pittore. Ma a Fausto urgeva innato e più forte che mai il richiamo diretto della natura, un’attrazione che lo portò ad abbinare l’arte ad un’altra sua grandissima passione: la caccia.
Una passione che coltivava da piccolo perchè gli era stata trasmessa dal padre, e che l’avrebbe portato a scoprire il più grande eden venatorio: l' Africa!
Si ritrovò a percorrere in lungo e in largo il continente nero e a vivere tante bellissime, indimenticabili ed a volte drammatiche avventure che quella terra generosa ma ancora selvaggia poteva ancora offrirgli. Erano gli inizi degli anni sessanta! Gli anni d’oro delle grandi cacce, della Bella Epoque, delle famose armerie-salotto di Casciano e di Bonvicini e dell’eterna “concorrenza” tra i facoltosi safaristi romani e milanesi. Trascorse in Africa mesi interi, immerso a studiare e a dipingere gli animali nel loro ambiente e cercando di capirne i più profondi segreti con pazienza, amore e tenacia. Negli anni il suo senso artistico, la profonda conoscenza dell'anatomia degli animali, dei segreti della pittura e dei giochi dei colori, gli fecero creare dei quadri bellissimi, unici per stile, tratto, temi ed espressioni, opere importanti, molto ricercate dagli appassionati di pittura e di caccia di tutto il mondo. Il fascino della savana era entrato talmente prepotentemente nel cuore di Fausto, che soltanto quando lui ritornava in quelle immense ed assolate distese, lontano dal mondo civile ed a stretto contatto con la natura, trovava l’ispirazione giusta. C’è anche da dire che Cristiani ha potuto realizzare molti dei suoi sogni, non solo grazie alla sua innata bravura d’artista, ma anche ad un importante incarico avuto dall’Alitalia, che gli commissionò di decorare e di arredare più di una ottantina di sedi in tutto il mondo: Egitto, Sudan, Somalia, Kenya, Nigeria, Costo d’Avorio, Tanzania, Congo, Angola, Zambia, Zimbabwe, tanto per citare alcuni dei paesi visitati dall’intraprendente ed instancabile artista. Un’occasione fantastica che il buon Fausto cacciatore–pittore colse al volo e che ancora ricorda con tanta nostalgia, ammettendo che per molti anni è riuscito ad abbinare lavoro, turismo e caccia e a farsi apprezzare e conoscere negli ambienti più prestigiosi.
Grande pittore, abilissimo cacciatore semiprofessionista, uomo colto, educato, gentile e generoso rimane sempre l’amico di tutti, Fausto Cristiani non si è mai montato la testa, neanche quando venne a sapere che un suo quadro su legno raffigurante una tigre fu battuto ad un’asta in America per la ragguardevole cifra di 15.000 dollari. Ancora oggi, alla veneranda età di ottantaquattro anni, Fausto ha una forza sia fisica sia d’animo, formidabili. E’ sempre pronto ad intraprendere un’avventura e a buttarsi a capofitto in nuove imprese. Fausto, nella sua bella casa di Fabrica di Roma (VT) lavora ancora principalmente su ispirazione, ma anche su ordinazione. Crea un limitato numero di velature su legno esotico e di quadri su tela con colori ad olio od acrilici. E’ sempre impegnatissimo, non sa cosa vuol dire annoiarsi, ma se avete l’occasione di passare da quelle parti e di andare a trovarlo, state tranquilli che Fausto mollerà tutto e si metterà a parlare con voi di caccia, di animali selvatici, di cariche di bufali, di leopardi e leoni feroci, di armi ,di calibri, di quadri, di pittura, d’Africa…
Marco Benecchi