Quando anni fa decisi di accantonare per un momento le armi e la caccia per dedicarmi alla “penna” e allo scrivere, lo feci perché dagli articoli che leggevo sulle Riviste specializzate sul nostro magico mondo, capivo che molti dei più gettonati “esperti” di armi e di calibri da caccia non avevano neanche la licenza!
Chiunque può scrivere di pesca, vela, golf, tennis ecc., basta che si documenti a dovere e che sappia fare un buon “collage” di quel che ha appreso. Ma se un vero appassionato vuole svolgere un lavoro estremamente professionale, permettendosi anche di dare alcuni buoni consigli, deve poter scrivere di cose che conosce alla perfezione, in base alle proprie esperienze personali acquisite sul campo, sia direttamente che indirettamente, ma sempre tassativamente sul “campo”, e non stando seduti dietro ad una scrivania. Per questo motivo ho sempre cercato di trattare argomenti di cui ho una certa esperienza oppure mi sono avvalso di quella di molti altri validi cacciatori con cui ho avuto l’occasione di scambiare opinioni personali.
Perdonatemi lo sfogo, ma ho voluto “mettere i puntini sulle i” perché non mi sarei mai permesso di dedicare questo piccolo studio sulle armi e sui calibri per la caccia all’alce europeo se prima non gli avessi dato la caccia per una decina di giorni! Sottolineo alce europeo perché come mole, più che come abitudini, si distingue sia da quello del Nord America che da quello Eurasiatico (il grande alce siberiano e quello della penisola del Kamchakta). Come nostra abitudine cerchiamo di conoscere meglio il signore del Grande Nord .
L'ALCE EUROPEO: CARATTERISTICHE GENERALI
L’alce è un selvatico molto diffuso in tutti i Paesi Scandinavi e in buona parte del Nord Europa. Lo si trova appunto in Polonia, in alcune Repubbliche baltiche e in molti dei Paesi dell’Ex Unione Sovietica, dove la specie gode di ottima salute grazie soprattutto alla caccia regolamentata e selettiva. Questi sono i suoi dati sistematici, biometrici e morfologici: Classe: Mammiferi; Super ordine: Ungulati; Ordine: Artiodattili; Sottordine: Ruminanti; Famiglia: Cervidi; Gruppo: Telemetacarpali; Sottofamiglia: Odocoilini; Genere: Alces; Specie: Alces; Sottospecie Alces alces alces. Lunghezza del corpo: 200 – 300 cm; Altezza al garrese: 160 -200 cm; Peso: 250 – 600 Kg; Accoppiamento: Settembre – Ottobre; Gestazione: 224 – 243 giorni; Parto: Maggio – Giugno; Nascituri: 1 – 2; Lunghezza media della vita: 8 – 10 anni, ma si conoscono casi di addirittura 15 – 16 anni. Il trofeo cade da dicembre a febbraio e rispunta in primavera fino allo sviluppo completo, privo di velluto, in agosto. I francesi lo chiamano Elan, i tedeschi, Elch – Eleutier, gli inglesi Elk, i russi Los, i norvegesi, Elg, gli svedesi Alg e i finlandesi, Hirwi. E’ un ottimo nuotatore ed un possente corridore, i suoi lunghi arti gli permettono di raggiungere i 55 km/h anche su terreni impervi e/o innevati. Ama la tranquillità che possono offrirgli le immense foreste di conifere, latifoglie, faggeti, betulle e le paludi e gli acquitrini. Si pensa che in passato fosse presente addirittura nelle pianure lombarde. Si nutre soprattutto di foglie di salice, di betulle, di ontano e di sorbo. Non disdegna felci, muschi, licheni e le piante acquatiche, ma è il salice la base della sua alimentazione, perché si è notato che dove questo albero manca l’alce non prospera e i suoi palchi sono scadenti. Vive isolato o in piccoli gruppi e, oltre all’orso e ai lupi (se in branco), non teme nessun altro predatore. Si racconta che in condizioni particolari è stato abbattuto persino dai ghiottoni, di cui conosciamo l’aggressività e la ferocia.
LA CACCIA ALL'ALCE
La caccia all’alce in Europa si pratica in battuta, all’aspetto (Stalking) ed alla cerca (Walking) durante il periodo degli amori anche con l’uso di un richiamo, e alla “ferma” con un buon cane Jamten.
In battuta
La caccia in battuta è simile a quella praticata per tutti gli altri ungulati. Non è molto diversa da una “Cacciarella” maremmana anche se di solito si pratica con meno persone e con pochissimi cani.
La caccia all’aspetto si pratica in solitario in quelle zone dove la densità dei selvatici è molto alta. Lo si apposta all’alba e al crepuscolo ai margini della tundra o presso gli acquitrini dove è solito uscire in pastura. La caccia alla cerca si svolge invece nei boschi radi e abbastanza puliti dove è maggiore la visibilità anche a lunga distanza. E’ preferibile praticarla durante la stagione degli amori e accompagnati da una espertissima guida locale che, all’occorrenza, riesce a individuare ed attirare i maschi anche con l’aiuto di un richiamo acustico.
Alla ferma
L’ultima tecnica di caccia, la più bella, la più difficile e la più emozionante è quella alla “Ferma” con il cane. L’avete mai provata? No? Allora dovreste provarla almeno una volta nella vita. Cercherò di descriverla, ma difficilmente riuscirò a trasmettervi le emozioni che è in grado di suscitare.
La caccia alla “Ferma”, come s’intuisce dal termine stesso, consiste nel cercare le tracce di un grosso alce, seguirle, liberarci sopra un cane specialista di razza Jamten (sembra un incrocio tra un Husky-Malamute e un lupo siberiano) ed aspettare che questi lo trovi. Una volta trovato l’alce, un buon cane lo deve bloccare per consentire al cacciatore di abbatterlo con un colpo preciso dopo averlo valutato attentamente. Purtroppo spesso è più facile a dire che a fare, ed il bello sta tutto lì. Innanzi tutto ci sono da percorrere diversi chilometri prima di trovare la traccia giusta su cui liberare il cane, inoltre non è detto che il cane trovi subito l’alce, anzi spesso il preziosissimo ausiliare (Kung, lo Jamten con cui ho cacciato era assicurato per 25.000 €!) si allontana talmente tanto che il conduttore per mantenere il contatto è costretto a mettergli un radio collare munito di antenna. Raggiunto l’alce il cane deve cercare di bloccarlo abbaiando e ringhiando in attesa del cacciatore. La guida che lo accompagnerà dai latrati potrà capire se l’alce è finalmente alla ”Ferma” così, dopo aver impartito all’emozionantissimo cacciatore le ultime istruzioni, lo autorizzerà ad avvicinarsi da solo per tentare il tiro da breve distanza.
Si caccia nel folto, spesso con la neve o negli onnipresenti acquitrini, ed evitare di far rumore è quasi impossibile. Il cane (spero che voi tutti possiate vederlo in azione), darà l’anima per tenere bloccato il possente animale, almeno il tempo necessario, ma purtroppo non sempre ci riesce. Un giorno vi racconterò l’ avventura che ebbi con Kung in Svezia, ma adesso parliamo di quel che più c’interessa: quali sono a mio avviso le armi ed i calibri migliori per dare la caccia al più grande degli ungulati europei.
ARMI E CALIBRI
Nei Paesi Scandinavi sono autorizzati soltanto quei calibri che usino un proiettile di almeno 10 grammi (156 grani), che abbia un’energia uguale o superiore a 200 chilogrammetri a cento metri. Già da soli questi dati ci confermano che, a dispetto delle apparenze, l’alce non è un forte incassatore. Un grosso “Bull” ha un’area vitale grande come uno schermo da 28 pollici e se ben colpito da una buona palla in zona cardiovascolare o nei polmoni difficilmente fa molta strada. Non dobbiamo comunque dimenticare che stiamo parlando di un selvatico forte e robusto che spesso supera la mezza tonnellata. Io quando ho cacciato nello Jamtland non ho avuto nessuno a consigliarmi, così sono partito con il mio splendido Steyr Mannlicher calibro 8 x 68 Shuler, dotato di canna lunga 650 millimetri, di stecher e di ottica fissa da 6 ingrandimenti. E’stata una pessima scelta, non tanto per il grande calibro tedesco, quanto per l’inadeguatezza della carabina; il suo ingombro, il peso, i due grilletti e l’ottica mi hanno creato non pochi problemi, ma ho fatto tesoro di quell’esperienza e adesso credo di potermi “permettere” anche di dare qualche consiglio.
L’arma migliore per la caccia all’alce alla cerca, che possa andar bene anche per la battuta e l’aspetto, deve essere leggera, corta e maneggevole (adesso capite perché la Sako e la Tikka costruiscono delle carabine in calibro 300 Winchester Magnum con le canne da 460 millimetri!). Deve avere delle visibilissime mire da battuta, uno scatto diretto ed un’ottima impostazione. Sette dei dieci cacciatori svedesi che ho conosciuto avevano sulle loro Bolt Action un collimatore elettronico Aimpoint (guarda caso) mentre gli altri tre utilizzavano delle ottiche variabili da battuta 1,25 – 4 x 24. Una carabina che abbia le suddette caratteristiche va più che bene, ma, specialmente in battuta, sono molto indicati anche gli Express (sia giustapposti che sovrapposti) e le carabine semiautomatiche. Quando si praticano cacce così impegnative poter disporre di due o più colpi in rapida successione può fare veramente comodo. Per questo motivo si trovano sul mercato delle belle e funzionali semiauto (Browning, Voere, Remington, Benelli, Verney Carron, H. & K.) in calibri come: il 300 WM, il 338 WM, il 35 Whelen e il 9,3 x 62 non certo per usarle contro i cinghialotti nostrani! Il 90% dei cacciatori sportivi e semiprofessionisti del Nordamerica e del Canada usano per l’alce delle carabine in calibro 300 Winchester Magnum, il rimanente 10% impiega armi in calibro 30.06, 303 British e 338 WM. Fino a pochi anni fa molti cacciatori Scandinavi per atterrare il grosso cervide usavano delle carabine Carl Gustaf, Husqvarna e Schultz & Larsen in calibro 6,5 x 55 Sweedish, ritenendole sufficienti e giustificandone l’esigua potenza con la loro accuratezza di tiro! Oggi in Svezia, Norvegia e Finlandia circolano anche molte armi in calibro 300 WM, 9,3 x 57 e 9,3 x 62 e ci sarà pure un motivo valido se la Norma ha deciso di offrire ai cacciatori di alci splendidi calibri come il 308 e il 358 Norma Magnum.
Da un’approfondita indagine fatta durante la mia spedizione “nel Grande Nord” sono arrivato alle seguenti conclusioni. I calibri più accreditati e largamente utilizzati nella caccia all’alce europeo sono nell’ordine: il 6,5 x 55 S, il 7 mm Remington Magnum, il 308 W, il 30.06 Springfield, il 7,62 x 54 Russian, l’8 x 57 Mauser, il 300 WM, il 308 Norma M, il 358 NM, il 9,3 x 57, il 9,3 x 62 e il 9,3 x 74R. Le statistiche indicano i suddetti calibri come quelli che hanno abbattuto più alci in assoluto, sempre a patto di utilizzare palle lente e pesanti, particolarmente robuste e/o ad espansione controllata. Nella categoria rientrano ottimi prodotti come: le RWS DK, KS e TUG; le Nosler Partition, le Barnes X- Bullet, le Norma Vulcan PPC, Oryx e TXP, le Lapua Mega, le Sako Powerhead e Twinhead, le Woodleigh Weldcore, le Swift A-Frame, le Trophy Bonded, le Speer GS e le Blaser CDP. Grazie alla professionalità e alla preziosa collaborazione di Aliaksander Hacharou contitolare dell’Agenzia Turistica Venatoria “Belhunservice” di Minsk Tel.375294070120 – 375297624071 – [email protected] - www.belhuntservice.com, sono riuscito ad abbattere la mia prima alce in Bielorussia. In quell’occasione ho lasciato a casa la bella Steyr 8 x 68 S ed al suo posto ho portato invece la mia fidatissima CZ 550 Stutzen calibro 9,3 x 62 Mauser dotata di ottica DOCTER 1,5 – 6 x 42 che mi aveva dato grandi soddisfazioni anche nella caccia all’orso bruno. La CZ si è dimostrata un’ottima compagna per questa emozionante ed impegnativa caccia.
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