Gentile Direttrice,
Big Hunter, lo seguo quando posso e con piacere. Sono citato in un post commento sulla recente presa di posizione dell’ARCI Caccia per dichiarazioni del Presidente della Fondazione UNA, incarico di nomina del CNCN – ente no-profit – che vede rappresentati i produttori italiani di armi e munizioni, Federcaccia, Enalcaccia e ARCI Caccia, tra gli altri.
Il commento postato invita l’ARCI Caccia a prendere informazioni dal sottoscritto in merito all’“alleanza Fondazione UNA-Coldiretti” presentata dal Sole 24Ore con l’intervista al Presidente di Coldiretti, Prandini e della Fondazione, Zipponi. Trasmetto le informazioni che ho: nessuna.
Il Comitato Scientifico di UNA, di cui sono vicepresidente, ha discusso e ha condiviso il progetto di interesse alle aree protette, approvato anche dal Direttivo. Ne è seguita una presenza di pubblicità informativa delle visite su alcuni quotidiani nazionali.
Della questione “Riserve” agrofaunistiche, non ho avuto notizie nel Comitato, presieduto dall’on. Renata Briano. L’ultima riunione del Comitato è stata a febbraio e precedente la morte del dott. Franco Perco, che colgo l’occasione per commemorare di nuovo con affetto
e rispetto.
Da quanto letto più recentemente, mi pare a correzione delle dichiarazioni iniziali dei Presidenti di Coldiretti e UNA, ora si parla del CNCN che aderisce. Se l’autore del post voleva sapere dei miei rapporti con i produttori di armi e Coldiretti, lo accontentiamo.
La mia esperienza mi ha visto collaborare in “autonomia” in iniziative comuni con la Beretta, interloquendo direttamente con Pietro Gussalli Beretta. Per esempio per la riforma della rappresentanza dei cacciatori nel CONI (Verona). Inoltre, per valorizzare la Gestione faunistica-venatoria, ci siamo visti in una iniziativa in Val Trompia per conoscere le positive esperienze degli ATC di Siena laddove il merito degli agricoltori, al di là della loro appartenenza di sigla, aveva permesso la riproduzione naturale della fauna selvatica senza più ricorrere alle “gare” per importare “fagiani e fagianotti” comprati e provenienti, spesso, dall’estero. Purtroppo, questi ripopolamenti sono “piaga” degli ATC per responsabilità dell’Associazione più numerosa e con complicità di Direttori e Consiglieri già rappresentanti anche di Coldiretti. Ognuno al proprio posto per far incontrare interessi diversi per i quali si cercavano mediazioni e intenti comuni. Così è stato con Coldiretti e altre organizzazioni agricole.
Ho collaborato con i limiti della mia competenza alla nascita della Fondazione e partecipato alle decisioni, allora collegiali, necessarie insediato il Direttivo.
Il nome di UNA, mi pare, sia stato impropriamente utilizzato. Da quanto mi è dato sapere dai documenti in circolazione “l’Alleanza” strategica (per chi?) non coinvolge il Direttivo di UNA, ma il CNCN. Di gestione fuori dagli organi statutari, UNA ne aveva già dato prova nel rapporto con URCA Marche. Per un progetto di gestione anche delle carni, il Direttivo non era stato neppure informato. Sono stato ad un incontro avuto in “Beretta”, con Zipponi, con ARCI Caccia, purtroppo coinciso anche con il drammatico inizio della guerra e ho ascoltato, con attenzione, la volontà di “correggere”, proferita in particolare da Zipponi.
Qualcuno ci ha detto che avevano sbagliato, che avrebbero richiamato chi, dell’apparato, aveva operato, inconsapevolmente, in errore. Mi auguro che di ciò si occupi l’organo di controllo previsto dallo Statuto a garanzia del rispetto delle regole della partecipazione, per il passato e per il futuro.
Spero anche che si informino i cacciatori dei risultati degli incontri ripetutisi con il Ministro Cingolani.
La “secretazione” non “ci azzecca” con la democrazia e la trasparenza degli enti no-profit come si può rilevare dallo Statuto della Fondazione UNA che, credo, sia consultabile sul loro sito.
Le voci dell’”alleanza” circolavano già alla Fiera di Perugia – Caccia Village – dove ho chiesto al Presidente della FIdC, Massimo Buconi, che ci parlava vagamente di una iniziativa a lui nota, ma sconfessava il coinvolgimento della FIdC. Ho letto anche il comunicato del dott. Lamberto Cardia, Presidente di Enalcaccia che dichiarava l’attuale “estraneità”.
Qualora UNA vorrà occuparsi di Riserve, a suo dire, vorrà discuterne finalità e Statuto. Di fatto, questi documenti, sono già pubblici. In conseguenza a ciò i circa 300mila iscritti delle Associazioni non sono tesserati da UNA.
Mi risulta una “card” per iscriversi ad UNA ma non so quante siano attivate. Chiedo perché i produttori di armi, Zipponi, l’apparato che da loro dipende, non hanno detto subito che aderivano in quanto CNCN?
L’accordo CNCN dei produttori di ARMI e Coldiretti è stato ribadito anche dal Prof. Masini in un’intervista. Finalità quali il “turismo venatorio” per italiani e non? Il ripopolamento, aggiungo, di animali allevati in cattività per la commercializzazione non è cosa nuova per la Coldiretti. Se il turismo è in ripresa è questa la priorità per rilanciare le agenzie turistiche? La conservazione della biodiversità è mestiere loro?
Il 15% di Aziende faunistiche e venatorie è già organizzato, lo rivendica Confagricoltura: domando: Coldiretti e Produttori di armi associati, si prefiggono di rappresentare, a quanto letto, il 19%. Vogliono arrivare al 40% di riserve, gestire gli ATC promuovendo viaggi e tanti animali di allevamento? Pensano di “vendere” la migratoria nelle riserve turistiche?
Serve al Paese una “fabbrica della natura” che alleva volatili o cinghiali affidata agli agricoltori tutti?
Per quel poco che conta, questa prospettiva anti-ambientale non mi piace.
Ai cittadini, ai cacciatori diamo tanta informazione; conoscere per decidere così da contare
di più.
Si ringrazia per l’attenzione.
Roma, 13 luglio 2022
Osvaldo Veneziano