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feb8 08/02/2023
1. Ancora sotto attacco la Riserva Naturale Regionale dell’Adelasia! Sono infatti ripresi i tagli boschivi di “cultura forestale” (sic!) e la “manutenzione” degli itinerari escursionistici e cicloturistici. I primi seguendo una logica agro-forestale che fa a pugni con la conservazione della biodiversità e dello sviluppo naturale della vegetazione (in realtà, così facendo traendo materiale di legnatico di non poco valore sul mercato!). I secondi, per favorire le attività turistiche non poche impattanti, che stanno trasformando i sentieri e le antiche carrarecce in strade forestali. In pratica, quella che era rimasta la più vasta area senza strade delle intere valli Bormida sta per essere stravolta da un reticolo di piste che consentono l’accesso ovunque di mezzi motorizzati a quattro ruote. L’AIW ha quindi nuovamente avanzato una sua ferma opposizione a tutte le autorità competenti, con segnalazione anche alle associazioni ambientaliste ed alla stampa; ciò dopo che alcuni visitatori hanno gridato allo scandalo per quanto si sono trovati di fronte durante loro escursioni. La cosa grave è che questo sta avvenendo in una Riserva Naturale i cui boschi furono appositamente acquistati dalla Regione Liguria e dalla ex Provincia di Savona proprio per perpetuare quella conservazione che per vent'anni e oltre aveva assicurato la ditta privata a cui appartenevano (3M Italia). Purtroppo, ciò accade dopo che la gestione della Riserva è stata malauguratamente trasferita al comunale di Cairo Montenotte, su consenso della ex Provincia di Savona: cosa che, nella logica dei politici, la si è voluta a tutti costi farle produrre economia diretta: vendita di legname, il che ha voluto dire “piani di taglio” più o meno giustificati per finalità biologiche giocando con le terminologie (e appalti alle ditte boschive)!
2. Il WWF sempre più animalista, e, conseguentemente, sempre meno conservazionista! Almeno, questo è quello che si coglie nel leggere certe notizie diffuse dal web. Come quella che annuncia la presentazione a Roma di un libro dal titolo “Storia di Cupido e sopravvivenza degli animali dopo la morte”. Nulla da dire sull’autore (Bruno Cimino) e del suo libero pensiero, ma che il WWF la cui finalità (almeno alle sue origini, che videro tanti cacciatore tra i fondatori!) si presti ad introdurre, tramite uno dei suoi membri dirigenziali (Domenico Aiello), un libro tanto animalista da, almeno dal suo sottotitolo, giungere all’idea che gli animali possano avere una vita dopo la morte, ovvero un paradiso come quello che le religioni sostengono esistere per l’uomo, bè, fa sorgere molti dubbi sulle attuali finalità dell’associazione! Non ci sarebbe da meravigliarsi se la presentazione l’avesse fatta l’ENPA, ma che a farla sia il WWF, a cui tanti pagano la quota di adesione affinché si occupi della sopravvivenza di tante specie a rischio estinzione e della salvaguardia dei loro habitat, da’ da pensare prima di recarci a rinnovare l’iscrizione (almeno se si è conservazionisti e non già animalisti)! Probabilmente, se potessero farlo, la maggioranza dei sui fondatori non condividerebbe la succitata decisione.
3. La “parcomania” in Italia non ha mai fine. Siamo il paese con i peggiori Parchi della Terra, nel senso di male istituti e poi anche male gestiti a causa delle loro radici malate fin dalle origini, in quanto impostate sui dei criteri di conservazione affatto democratici e liberali, dove si impongono vincoli ai proprietari privati e Comuni, e poi regolarmente si accetta passivamente che le proprietà dello Stato e delle Regioni continuino a manipolarsi per fini commerciali (si veda l’esempio sempre più eclatante della Riserva Naturale Regionale ligure dell’Adelasia!), e, non solo, si confondono finalità di conservazione con finalità turistiche, le ultime sempre prevalenti, e quindi commerciali; per non dire quando per ottenere dei vincoli paesaggistici o un divieto di caccia si richiede l’istituzione di aree che se meritano i primi (quando ne è il caso), non meritino quella di Parco Nazionale o Regionale; in pratica, come se per uccidere una zanzara si usasse un fucile! Ecco, ci vogliamo riferire all’ultima notizia di una proposta di un Parco Nazionale lungo il basso Fiume Tevere! Una fascia fluviale che di naturale non ha praticamente più niente, o, almeno, nulla che meriti di essere inserito in un Parco Nazionale. Eppure, di fronte lo scempio che si continuano a perpetrare nei Parchi esistenti che meriterebbero impegni di salvaguardia pari a quelli che si prendevano quando non erano ancora Parchi (ed è un assurdità, che ciò debba avvenire!), si pensa ad un nuovo inutile Parco per salvaguardare qualche paesaggio, qualche sito storico, quale minuscolo lembo spondale (lungo il basso Tevere è rimasto ben poco di vera Natura!). Come non chiedersi: perché? E a questa domanda non resta che una risposta: per manipolare soldi pubblici e per cadreghe varie che si occupino della sua gestione! Il Tevere merita un Parco, ma solo di un semplice Parco comunale urbano. Che proprio in quanto tale, ha ben altre finalità di quelle che deve avere un Parco Nazionale.
4. Quando si nascondono certe notizie, o almeno le si tengono riservate, è segno che qualcosa di poco chiaro esiste; è segno che qualcuno teme che la loro diffusione possa dare fastidio. Ma se non ci fosse nulla da nascondere, perché tanta riservatezza? Dopo la morte di Juan Carrito gli è stata fatta una necroscopia dalla quale sarebbero risultati due elementi: uno, l’orso aveva segni di putrefazione sotto il collare; due, l’orso aveva un occhio accecato o malridotto. Qualcuno ha sostenuto, a ragion veduta perché ha una sua logica, che la ferita all’occhio poteva essersela procurata quando “Juan Carrito fosse in un pollaio e spaventato dalla dissuasione sia scappato andando a sbattere contro dei ferri, oppure si stato colpito all’occhio da un proiettile di gomma”. Probabile che la ricostruzione sia corretta. Invece di queste notizie le autorità del Parco non hanno dato alcuna spiegazione; anzi, neppure ne hanno scritto: silenzio sulla ferita al collo, silenzio sulla ferita all’occhio! Come mai? Un fatto che desta meraviglia, ma che ricorda un poco la notizia poco, o forse mai data, dell’orsa “Forchetta” che pure si aggirava per il Parco senza una zampa! Ecco, sempre tanto clangore se la morte o il ferimento degli orsi non porta a sospetti sull’attività gestionale; tanto silenzio quando i sospetti conducono nella direzione non desiderata. Così sotto silenzio vengono messe le morti causate da manipolazioni (almeno un caso a Lecce nei Marsi) o per mancati interventi (gli orsi annegati nel pozzo della Serra Lunga). Vero che le succitate notizie nulla tolgono al fatto che Juan Carrito sia morto. Vero però anche che il vero motivo della sua morte va fatto risalire al suo comportamento “indotto” da educazione famigliare, e che non avrebbe dovuto attraversare quella statale – tanto più alla fine di gennaio quando i suoi fratelli erano da tempo in letargo nelle loro tane!
5. A Pescasseroli, la capitale del Parco d’Abruzzo, dove la presenza dei lupi si fa sentire più che in tanti altri posti (secondo un esperto, ce ne sarebbero ben 16 branchi!), e dove in più di un caso si è potuto “dimostrare” la falsità di una delle tante fole dei lupofili sull’utilità dei grandi cani bianchi da pastore per frenare la loro irruenza predatoria (divorandosene alcuni!), in gennaio alcuni lupi, sono addirittura entrati nel giardino di un albergo dove hanno ucciso e divorato due cani lupo cecoslovacchi (dopo ben altri 12 precedenti casi similari)! Cosa che ha spinto il Sindaco ad emettere un’ordinanza per chiedere a tutti i proprietari di cani di tenerseli chiusi nelle case durante la notte! E poi c’è qualcuno che ha ancora dei dubbi sulla possibilità che i lupi predino anche i cuccioli d’orso! Dubbi che si potrebbero togliere se ci si volesse informare su quanto è stato accertato in Romania, dove queste predazioni sarebbero state documentate dagli studiosi.
6. Sono state diffuse anche in Italia le terribili fotografie dell’uomo divorato animali selvatici, probabilmente lupi, in Polonia. Si tratta di una persone di 64 anni scomparsa da casa il 19 dicembre scorso i cui resti sono stati poi trovati il 5 gennaio. Non si sa né si può sapere se predato o se, più probabilmente, spolpato di tutte le parti morbide dopo la sua morte accidentale (infarto, ipotermia). Resta il fatto che lo hanno divorato animali selvatici carnivori, una notizia non certo piacevole, specie per i parenti e i conoscenti. Ma il lato peggiore di questa notizia è che se si tratta di lupi, come è plausibile che sia anche dalla stato in cui è stato ritrovato il corpo, quelli che se ne sono cibati hanno inevitabilmente “imparato” che anche l’uomo può essere un buon cibo per loro (perché gli individui che se ne sono cibati, si sono ben resi conto che si trattava di un uomo!); e da ciò a supporre che, nel caso siano stati lupi (dubbio relativo, perché dallo stato dei resti, è difficile ipotizzare altri animali) in futuro eventuali aggressioni a ragazzi, donne o anziani in difficoltà, diverrebbe ipotizzabile per quegli individui! Tags:2 commenti finora...
Re: Parchi, orsi e lupofili. Il punto dell'AIW hPercé non siamo più uno stato sovrano ma una filiale della comunità che è stata delegata a comandarci. Il caso auto ad esempio uno stato sovrano avrebbe obligato la sue case automobilistiche a produrre auto disel banzina e ibrde gpl/metano per l mercato interno e elettriche per il resto invece siamo sotto la loro capella zitti e muti. Altro che nazzifascismo loro erano pù liberi. da Paolo
16/02/2023
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Re: Parchi, orsi e lupofili. Il punto dell'AIW il lupo va gestito seriamente e contenuto nei numeri,,,sono troppi, mal distribuiti ( vicino alle case) e pericolosi. Ma abbiamo troppi ambientalisti impreparati e faziosi al governo e all'opposizione oltre a un Europa di pazzi scatenati che vogliono obbligraci a mangiare i vermi e vietare il vino! ma dove siamo arrivati? da un po di buon senso
09/02/2023
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