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feb27 27/02/2023
1. Di nuovo Mario Tozzi fuori dalle righe! E’ incredibile come questo personaggio, che evidentemente ambisce a divenire il Piero Angela della tematica ambientalista (ovvero, documentandosi su ogni argomento, come in fondo potrebbe fare chiunque, e poi applicandovi le proprie convinzioni personali: ed è qui che sbaglia!) forte delle sue innegabili capacità dialettiche, di recente si è messo a parlare di Paludi Pontine dicendo una delle sue ormai tante castronerie quando non parla o scrive di geologia (argomento che effettivamente conosce). Eccola: “Una buia sera di luglio del 1997 una lince fu lungamente avvistata a Borgo Bainsizza nell’Agro Pontino, segno che un tempo doveva essere abbondantemente presente, insieme a cervi, caprioli, daini, cinghiali, gatti selvatici, lupi, martore, faine, volpi, donnole, tassi e istrici.” Questo ha scritto in un dibattito su Facebook. Peccato che della presenza antica della lince in centro Italia non vi sia prova provata alcuna. E, caso mai, solo la logica ci dice che non era credibile che non vi fosse, visto che la lince a quell’epoca era presente in tutta Europa. In realtà la lince osservata nel 1997, era già stata vista sui vicini Monti Ausoni (Area Wilderness)… ma solo perché giuntavi dal Parco Nazionale d’Abruzzo dove fu inopinatamente liberata o “sfuggita” dalla cattività in cui alcuni esemplari erano tenuti. Poi tutti spariti nel volgere di pochi anni, alcuni anche notoriamente uccisi, almeno in base alle segnalazioni giunte. Ecco, per Mario Tozzi, in certi casi vale la regola che un bel tacere non fu mai scritto. E questo anche per il Daino, che mai fece parte della fauna autoctona dell’Agro Pontino!
2. Non c’è pace per l’Orso marsicano! Le autorità dicono di volerlo salvare, ma poi autorizzano iniziative turistiche assolutamente in contrasto con le esigenze di quiete di quest’animale; in pratica, è sempre l’orso che deve fare un passo indietro, pur di non dover negare i piaceri ludo-ricreazionistici dell’uomo! Come ogni anno, anche quest’anno il CAI ha organizzato, per l’ultima domenica di febbraio, una manifestazione di massa nella zona del Passo del Diavolo, il che ha voluto significare anche un accesso libero alla Cicerana, praticamente a ridosso di una importante area di svernamento dell’orso; e proprio nel periodo più delicato, quando gli animali iniziano a lasciare le loro tane d’inverno. Sono ormai anni che si organizzano questi raduni, grazie anche alla presenza di un rifugio che mai avrebbe dovuto realizzarsi in quella località; peraltro conseguenza di una speculazione edilizia che negli anni ’60 consentì la costruzione di 38 villette abusive. Villette, purtroppo, poi fatte smantellare meno proprio quella nella località più delicata; ovvero, quella che si sarebbe dovuto smantellare per prima! E che invece è ancora là, trasformata in modo più o meno abusivo in un rifugio/albergo la cui presenza turistica impatta direttamente su una zona di altissimo valore ambientale (“foresta vetusta di faggio”) ma anche di svernamento per l’orso marsicano! Ecco, forse è proprio per questo che le autorità del Parco è da qualche tempo che sostengono che “in fondo gli orsi vivono meglio fuori dal Parco”! L’AIW e altre forze ambientaliste d’Abruzzo, per una volta unite contro la gestione del Parco d’Abruzzo, hanno protestato, ricevendo comunicazione dalla direzione dello stesso, che la “ciaspolata” si sarebbe tenuta lungo una diversa direzione (Passo del Diavolo-Gioia Vecchio), ma nello stesso tempo asserendo che non è in potere del Parco impedire l’acceso all’itinerario Passo del Diavolo-La Cicerana: e chi vuole capire capisca! Fortunatamente, pare che sia poi intervenuta la natura a limitare i danni, nel senso di una giornata piovosa poco favorevole alla ciaspolata.
3. Intanto si apprende che un altro “rifugio” in area delicata per l’orso marsicano sarebbe stato realizzato anche in Comune di Bisegna, alle falde della Montagna Grande. Si tratterebbe dei ruderi di un vecchio stazzo di pastori che anziché lasciarlo in abbandono o riadattarlo a quello per cui fu realizzato, cioè alla pastorizia ovina di cui tanto bisogno ci sarebbe per salvare l’orso marsicano, è stato ammodernato e trasformato in rifugio turistico: quindi facendolo divenire un accentratore di disturbo umano! Anche questo in una delicata zona per la vita dell’orso marsicano. E poi le autorità continuano a sostenere che è loro intenzione voler salvare l’orso marsicano! … Probabilmente nelle aree esterne al Parco così da avere mano libera nella gestione degli affari turistici! Avevano ragione gli americani, quando scrissero, ovviamente per assurdo, che in fondo un modo per risolvere il problema della presenza dell’orso grizzly poteva anche essere quello di sterminarli!
4. C’era da aspettarselo! Ancora una volta gli “amanti” della montagna contro le montagne! La politica del CAI, che purtroppo seguendo le loro norme statutarie, ha riempito le montagne di rifugi e alberghi e strade per realizzarli e raggiungerli, non ha mai avuto fine. Certo, è gente che ama la montagna, se non fosse che forse la si ama piuttosto per l’utilizzo che se ne fa per propri fini egoistici che non proprio per rispetto dei suoi valori. Sempre amore è, ma è discutibile quanto sia etico. Rassegniamoci, presto vedremo in molti altri luoghi d’Italia non solo più le zip-line, i “voli dell’angelo” e i “ponti tibetani”, ma anche gli skywalk (e gli skylodge). Ha iniziato e fatto educazione quello voluto dai nativi americani sullo spettacolare Grand Canyon dell’Arizona, che vanamente i conservazionisti d’America cercarono di bloccare. Infatti, è di quest’anno la realizzazione di uno simile sulle montagne piemontesi della Valle di Viù, in Comune di Usseglio, dove è stato costruito un rifugio tutto in legno (ovvio, così si dirà che è “ecologico”!) con un pavimento in parte sospeso nel vuoto e in vetro, così i visitatori potranno godere dell’emozione di essere sospesi nel vuoto! In pratica, la gente non salirà lassù per godere delle bellezze delle montagne nella loro integrità naturale, ma per le emozioni di stare sospesi nel vuoto! Sarà il caso che iniziative di questo genere siano presto proibite, prima che si scateni la skywalk mania che porterà, a sciupare tanti bei luoghi d’Italia per la felicità degli amministratori locali e dei loro “amici” per fare soldi a tutti i costi. In America queste cose è vero che le hanno inventate; ma è vero anche che prima hanno inventato le Aree Wilderness: una forma di assicurazione per le aree selvagge, dove ogni iniziativa di urbanizzazione è assolutamente proibita. Aree che si estendono su oltre 50 milioni di ettari a garanzia di una loro perenne futura esistenza, dove ogni forma di addomesticamento e manipolazione umana non vi è consentita, neppure se la volessero le autorità dei Parchi!
5. L’animalismo italiano non avrà mai fine, e finirà per essere il vero grande problema dell’ambientalismo italiano! L’intoccabilità dei lupi sta raggiungendo il parossismo: l’Italia, unico paese al mondo dove non si può proteggere il lupo gestendone la presenza. E dove tutti si sentono esperti e con diritto di dire la loro anche sui giornali più autorevoli. Nei giorni scorso in un inserto de La Stampa, una pagina intera è stata dedicata ad un intervento di una di queste “esperte”: una veterinaria sarda, Sara Secchi, che solo per il fatto di vivere in Sardegna, regione dove i lupi non ci sono mai stati, avrebbe fatto più bella figura a non toccare l’argomento, anziché dilungarsi nelle solite dichiarazioni riprese da altri e criticando i paesi della Scandinavia dove lupi e linci vengono regolarmente gestiti per evitare proprio la crescita di quell’odio sociale che in tutta Europa aveva portato verso l’estinzione questi animali a causa dei danni che arrecavano all’economia agricola. Una linea gestionale, peraltro, in linea con tutti i paesi con popolazioni di lupi… salvo l’intelligentona Italia! Diffondendo anche lei le menzogne ormai divenute “verità” sul numero dei lupi e sui danni da essi arrecati e sulla loro non pericolosità. E, quindi, avanti così, verso un futuro affatto roseo per i lupi, dove lo Stato di fatto sta delegando ai cittadini che si stanno sempre più trasformando, gioco-forza, in giustizieri, per difendere i propri interessi economici che lo Stato non tutela; perché sono solo una minima parte i danni provocati dai lupi che vengono rifondati a chi li subisce: è questo non è né giustizia né democrazia! I lupi si proteggono facendo in modo che la loro presenza, il loro diritto a vivere anche in Italia ove sono sempre vissuti, non si scontri con i diritti degli allevatori e dei pastori e all’economia alimentare che producono, e che ogni giorno tutti i cittadini – animalisti compresi! – vanno ad acquistare nei supermercati! Il lupo non si salva fomentando l’odio contro il lupo! E l’odio lo si sta creando impedendo che le autorità stabiliscano regole per la loro convivenza con l’uomo. Franco Zunino
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Re: Orsi, lupi, Parchi. Il punto dell'Aiw Non e' con l'uccidere queste bestiole che si risolve il problema questi animali in esubero vanno custoditi come un bene prezioso da Orsetto
28/02/2023
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