Dopo oltre mezzo secolo di caccia al cinghiale in battuta, quando ormai credevo di aver visto tutto, mi capita un vicino di posta che, prima del suono del corno d’inizio cacciata, tira fuori dallo zaino …. una motosega elettrica e comincia a smacchiare il bosco antistante! Dopo aver assistito allibito a quella scena surreale, per non dire tragicomica, il mio primo pensiero è andato subito a mio padre e a mio nonno. Chissà che faccia avrebbero fatto se l’avessero visto anche loro? Capisco le stravaganze personali, le varie strategie tecnologiche – venatorie, ma credo che dovrebbe esserci un limite a tutto. Ah, dimenticavo, il giorno che vidi il neoboscaiolo motorizzato in azione, eravamo nella Tenuta Le Forane di Capalbio, dove facemmo una meravigliosa battuta al cinghiale con un tableau eccezionale di capi. Bhè, difficile crederlo, ma quel signore è stato uno dei pochissimi a non aver sparato. Chissà, forse il suo stratagemma, quello di aver potato un quarto di ettaro di macchia, non deve aver sortito l’effetto desiderato.
La tradizionale battuta al cinghiale, la cosiddetta Cacciarella Maremmana che, permettetemi di ricordare, è nata secoli fa nella Maremma laziale e precisamente sui monti della Tolfa, nei paesi di: Bracciano, Castel Giuliano, Canale Monterano, Manziana, Civitavecchia, Allumiere, si svolge da sempre con una moltitudine di cacciatori e con l’ausilio di un gran numero di cani, in un territorio molto esteso, spesso addirittura di centinaia di ettari. A volte impegna i cacciatori per tutto l’arco della giornata, dall’alba al tramonto. Durante queste cacciate può capitare che, mentre in una zona infervorano le canizze e si susseguono gli abbattimenti, dall’altro versante del monte non si riesca a sentire niente, neanche gli spari. Chi pratica la battuta sa bene che si deve stare sempre all’erta e con il fucile imbracciato fin quando il suono del corno non ne decreta la fine. Il problema principale è quello di “riuscire”- cosa più facile a dirsi che a farsi- a rimanere attenti, vigili per ore ed ore senza abbassare MAI la guardia,senza farsi distrarre dalla Radiolina, dai movimenti dei vicini di posta e soprattutto dagli immancabili I Phone! Ragazzi, ammettiamolo, durante una grossa battuta, una di quelle che dura diverse ore, che impegna decine se non centinaia di persone e di cani, la tentazione di ingannare la noia guardando un filmatino su You Tube oppure aggiornasi sulle News è tantissima.
Un giorno mi accorsi dell’arrivo di un branco di cinghiali “scanati” che si stavano avvicinando alle poste silenziosi e furtivi, perché vidi il mio vicino gettare letteralmente il suo telefonino prima d’imbracciare la carabina! Le poste normalmente vengono assegnate per “meriti” o per sorteggio. Quelle per merito si assegnano di solito nelle piccole squadre a quei cacciatori che, dimostrata la loro abilità con un’alta media di abbattimenti, si sono guadagnati la fiducia di tutti gli altri componenti della squadra, i quali , senza pregiudizi, permettono loro di appostarsi nei punti migliori. Io darei una buona posta anche a quei rarissimi cacciatori che (come il sottoscritto) non usano la radiolina, ma sarebbe pressoché impossibile assegnarla, dato l’amore viscerale che ormai tutti hanno per questo accessorio. Quando ad un cacciatore viene dato un tratto di bosco da sorvegliare, è come se ad un militare venisse affidata una consegna. Si tratta di una responsabilità molto seria per due motivi: prima di tutto per il fattore SICUREZZA.
E’ superfluo sottolineare e ricordare che in battuta si caccia in tanti e che si usano armi potenti. Un calibro medio da carabina ha una gittata di qualche chilometro, mentre le normali palle asciutte in piombo calibro dodici, se colpiscono un tronco, un sasso o uno specchio d’acqua con una determinata angolazione, hanno dei rimbalzi impossibili e spesso imprevedibili. Quindi prima di tirare il grilletto bisogna stare molto attenti a DOVE e a che COSA si spara, perché nel bosco non ci sono soltanto i cinghiali, ma anche uomini, cani ed altri selvatici, magari protetti, come daini e caprioli. Inoltre non dobbiamo dimenticare che la Posta ha la responsabilità ed il dovere di abbattere i cinghiali che cani, canai e braccaioli, con coraggio e tanta fatica, cercheranno di spingergli contro. Se ci s’impegna a partecipare ad una caccia collettiva lo si deve fare con serietà e con passione, cercando di mantenere un comportamento eticamente corretto e non tralasciando qualsiasi accorgimento utile al buon esito della battuta stessa.
Ma veniamo ora ai piccoli accorgimenti da adottare per cercare di superare in furbizia uno dei selvatici più scaltri che popolano i boschi italiani. Il fumo delle sigarette disturba il cinghiale oppure no? Dopo aver praticato questa caccia per tantissimi anni non posso ancora darvi una risposta definitiva, perché ho visto validi veterani “cinghialai” abbattere in un giorno uno o più animali sempre con una sigaretta in bocca o tra le dita. Di una cosa invece sono certo : se i nostri indumenti sono impregnati dell’odore di fumo di sigaretta, di camino, di cucinato o di sapone, allora sì che il cinghiale ha modo di individuare facilmente e con precisione la nostra presenza. Stesso discorso vale per la colazione che ci portiamo nello zaino. Una bella fetta di pecorino, di gorgonzola o di salame piccante un cinghiale la percepisce da lontano, molto meglio di una mela, di un pezzo di pizza bianca o di una focaccia. Per lo stesso motivo eviterei di portarci dietro troppa attrezzatura, una piccola colazione e poche munizioni di riserva dovrebbero essere sufficienti per farci trascorrere in tranquillità alcune ore nel bosco. Comunque, tralasciando le nostre stravaganze logistiche, vorrei ritornare al compito principale del cacciatore appostato durante una battuta: abbattere il cinghiale. Dopo che ci verrà assegnata la posta , per prima cosa dobbiamo farci vedere dalla quella precedente e da quella seguente, accordandoci sui rispettivi angoli di tiro e fin dove dovrà tirare un cacciatore oppure l’altro. Non c’è niente di più fastidioso del colpire un cinghiale in molti senza sapere chi poi lo ha abbattuto realmente. E’ bene pulire le linee di tiro oppure no? Lascio ad ognuno la propria scelta. Io appartengo alla corrente che sostiene di eliminare i rami e gli arbusti dai trottoi dove potrebbe arrivare il “Re”, per poi magari utilizzarli per farmi anche un piccolo riparo.
Ho visto che nel bosco e peggio ancora nell’intricatissima macchia mediterranea, avere la maggiore visuale possibile può fare la differenza se poter tirare ad un cinghiale oppure no. E’ chiaro che non bisogna fare come il provetto boscaiolo descritto precedentemente, non occorre potare tutte le piante che abbiamo intorno, è sufficiente eliminare qualche ramo che impedisce di scoprire bene quelle zone che in base alla nostra esperienza riteniamo strategiche. Altri grandi esperti vorrebbero convincermi che, siccome il cinghiale ha la vista in bianco/nero, potrei tranquillamente andare a caccia vestito come Arlecchino; nonostante ciò mi ostino ancora a vestirmi sobriamente, almeno nei limiti consentiti dalla legge e dal buon senso, cercando sempre di confondere le mie fattezze con il bosco circostante. Spero che con queste poche righe possa aver toccato le regole fondamentali da rispettare per essere una buona posta ed avere qualche chance in più di “incontrare” un cinghiale. Prima o poi ad un cinghiale tirano tutti, bisogna soltanto aver pazienza e stare SEMPRE attenti senza mai abbassare la guardia, neanche quando siamo sicuri che nel bosco non ci sia neanche un animale. Dobbiamo verificare il vento, curare le nostre limitate attrezzature, concentrarci sui punti dove “dovrebbe” arrivare il cinghiale e tenere d’occhio le poste vicine. Ricordatevi che il cinghiale si abbatte con l’UDITO. Non lasciatevi distogliere dalle radio portatili o dai rumori lontani portati dal vento, concentratevi soltanto su quello che accade nelle vostre vicinanze, tutto il resto non vi riguarda. In bocca al lupo per la prossima stagione di caccia!
Marco Benecchi