Girovagando tra gli stands e le bancarelle di una delle tante fiere di settore che si tengono ogni anno nel nostro Paese, non ricordo bene quale, mi sono imbattuto in un piccolo quadro che incorniciava una bellissima poesia dall’autore anonimo: La moglie del cacciatore! Che mi piacerebbe farvi leggere…..
“Ti alzi piano e cerchi di non far rumore, ma lei, come te, non può dormire. Scruti il cielo e poi sistemi le tue cose. Anche lei si alza e ti guarda per capire se per il freddo il vestiario può bastare. Ti chiede se hai preso tutti i documenti e dov’è lo zaino con la roba da mangiare. Al tuo ritorno non devi dirle niente, uno sguardo e capisce come è andata. Nella giornata storta non ti chiede nulla e sopporta in silenzio la tua delusione. La sua pazienza è grande, come la tua passione. Non stupirti se ogni tanto ti tiene il muso, anzi, forse sarebbe il caso che qualche volta tu le chiedessi scusa!”.
Converrete con me che questa è una piccola poesia scritta davvero col cuore. Soltanto poche righe che forse qualcuno di noi avrebbe saputo scrivere meglio, ma a noi piace così, succinta, essenziale, perchè rende pienamente l’idea della fortuna che abbiamo ad avere al fianco nella vita la compagna ideale.
Io sono un caso a parte, lo ammetto, perché non avendo mai scommesso soldi, né giocato al Totocalcio o al Superenalotto, ho vinto la mia meravigliosa “lotteria” il giorno che in cui mia Moglie Nadia pronunciò il fatidico Si sull’altare. Da allora sono passati più di trentacinque anni e ancora oggi, dopo aver condiviso insieme tantissime vicissitudini, persino avventure venatorie e levatacce, quando non parto da casa troppo presto nel buio sento ancora sussurrare: Buongiorno, amore! Mi raccomando.. stai sempre attento e non strafare che non sei più un ragazzino. Avvisami se vieni a pranzo!” Questo quando vado a caccia di cinghiali o di selezione, mentre in estate, in addestramento o durante la caccia alla selvaggina stanziale: “Ricordati di portarti tanta acqua da bere, te l’ho preparata io sul tavolo in cucina, e mi raccomando non fare stancare troppo quelle povere bestie!” Riferendosi ai nostri cani, non ai miei ….
La Moglie del cacciatore non è soltanto ipercomprensiva, superaccomodante, ultrabuona e dotata di un soglia pressoché illimitata di sopportazione, no, è anche la dimostrazione vivente che l’amore esiste davvero. Perché altrimenti non si spiegherebbe come possa sopportare tutte le nostre (non poche!) brutte abitudini anni dopo anni. Vogliamo elencarne qualcuna? Da dove vogliamo incominciare.. dalle armi, dalle munizione e dagli accessori sempre in giro per casa? Dagli scarponcini sporchi in bella mostra davanti l’uscio di casa? Dal puzzo che ci segue ogni volta torniamo dalla caccia? Dal sangue, dai peli di cani e di selvatici vari che imbrattano i nostri indumenti? Dalla sveglia che suona nelle ore più impensate, spesso pochissimi minuti dopo che nostra moglie è riuscita ad addormentarsi dopo aver lavorato un giorno intero? E l’abbigliamento? Quando in una casa c’è un cacciatore lo si capisce immediatamente guardando i fili stesi per appendere i vestiti ad asciugare. In casa noi abbiamo una lavatrice destinata solo ad uso “venatorio”! Potremmo andare avanti così per ore e ore senza riuscire a elencare tutte le situazioni più o meno piacevoli alle quali una donna si è dovuta abituare per far contento il proprio compagno di vita. Perché ha capito che soltanto in questo modo le cose in famiglia avrebbero potuto essere serene.
Chi di noi non ha degli amici che si sono separati da mogli e fidanzate perché non riuscivano a far convivere la vita quotidiana con la passione per la caccia? Credo che il buon quieto vivere in una famiglia dove c’è almeno un cacciatore (perché a volte sopraggiungono anche dei figli!) dipenda fondamentalmente da un giusto compromesso comportamentale nella coppia, perché se siamo degli egoisti allora dobbiamo dare ragione a chi ha scritto la suddetta poesia e chiedere scusa alle nostre mogli tutte le volte che ritorniamo dalla caccia. Personalmente, appena termina una battuta di caccia, specialmente durante i giorni festivi, mi faccio in quattro per tornarmene a casa e dedicare il resto della giornata alla mia dolcissima metà. Conosco invece delle persone per le quali ogni scusa è buona per rientrare il più tardi possibile, meglio se per l’ora di cena. No, queste cose non le ammetto, potevano andare bene nel Medioevo o giù di lì, ma non certo ora che le mogli arrivano a fine giornata molto più stanche e stressate dei mariti.
La nostra splendida e sana passione non deve in nessun modo diventare l’incubo di chi ci sta vicino, non dobbiamo in nessun modo imporla alla nostra compagna. Non dobbiamo monopolizzare TV e PC per vedere solo video di caccia che giustamente a lei non potrebbero piacere. Stessa cosa vale quando andiamo a farci una bella passeggiate e vogliamo fare una capatina in armeria, col solito bontempone che si dimentica la moglie nell’auto perché s’era messo a raccontare una storiella ad un amico. Gli estremismi non ci sono mai piaciuti, saper dosare passioni e buon senso è facile e, perché no, anche piacevole. La passione per la caccia è molto intensa e particolare e poterla condividere con la nostra compagna la rende addirittura magica. Ho sempre sostenuto che Cacciatori si nasce, non si diventa, la stessa cosa vale anche per le Mogli dei cacciatori… ci nascono non ci diventano!
Marco Benecchi