Oggigiorno diventare un cacciatore di selezione non è affatto difficile, anzi. E’ sufficiente sostenere una serie di esami teorici e pratici che di solito quasi tutti riescono a superare.
Quando presi il “patentino”, ricordo che nel mio corso c’erano persino dei cacciatori di sessanta–settant’anni! Presumo che anche loro come ogni altro neo selecontrollore avessero le nozioni tecnico–balistiche necessarie all’acquisto e all’uso di una carabina, ma in quanti possedevano anche un buon binocolo da caccia? Siamo tutti in grado d’individuare e identificare con certezza a che “classe” appartiene quel capriolo o quel daino che all’imbrunire sono usciti dal bosco ad una distanza compresa tra i cento e i duecento metri? Sinceramente non lo so. In occasione dei censimenti ci si ritrova tutti, si ha così l’occasione d’incontrare i vecchi amici, molti conoscenti che non vedevi da tempo ed anche i nuovi arrivati. Tutti immancabilmente ostentano al collo i loro preziosi “strumenti ottici” mettendo in mostra un campionario di binocoli talmente variegato e stravagante da strappare un sorriso a chi ha il coraggio di esaminarlo da vicino.
Come dice il comico Bertolino? “Ho visto delle cose!” Le produzioni russe e cinesi la fanno da padrone, ma anche i giapponesi non scherzano. Fino a pochi anni fa non sapevo che esistessero tante marche di binocoli! La scelta è veramente impressionante, ma dove li trovano certi modelli? Nei negozi di giocattoli o di nautica? Ho provato a discuterne la qualità con i loro felici possessori, ma ben presto mi sono dovuto arrendere vista la tenacia con cui li difendevano. Purtroppo per molti cacciatori i binocoli sono tutti uguali e a sentir loro è inconcepibile spendere grosse cifre per acquistarne uno di marca, specialmente se il suo prezzo supera il valore della loro arma! Perdonatemi, ma io non la penso proprio così. Il binocolo è importante quanto la carabina, se non di più.
E’ un accessorio fondamentale, anzi oserei dire indispensabile. E’ con esso che prima cerchiamo, poi individuiamo ed infine “classifichiamo” le nostre prede, è sempre con il binocolo che ne controlliamo le reazioni dopo lo sparo per vedere se il selvatico è stato colpito o se invece si allontana incolume.
Con il binocolo perlustriamo le zone, cerchiamo postazioni migliori e ci accertiamo fin dove è possibile sparare in sicurezza. Io gestisco delle Riserve di caccia e in qualità di accompagnatore sono talmente abituato a portare un binocolo appeso al collo che ormai non lo sento quasi più, tanto che quando non lo porto quasi mi manca. Non pretendo che tutti i cacciatori siano come me, ma mi piacerebbe che, se qualcuno fosse intenzionato ad acquistarne uno, lo comprasse almeno di ottima marca e che abbia le caratteristiche giuste. Prima di descrivere come deve essere a mio avviso un buon binocolo da caccia, voglio raccontarvi un piccolo episodio. Anni fa un amico di Savona venne a trovarmi in Maremma, sperando di poter tirare ad un daino da trofeo. Il tempo era pessimo, pioveva, tirava un forte vento e c’era anche un’insolita nebbia.
Nonostante tutto ci appostammo ugualmente su un’altana soprelevata per due giorni consecutivi. Al calar della sera dell’ultimo giorno, quando il prato antistante la nostra postazione era ormai una pozza scura, attraverso le lenti del mio 7 x 42 vidi un grosso palancone uscire dal bosco. Con un bisbiglio sollecitai l’amico ligure a prepararsi, ma lui con il suo binocolo “orientale” non riusciva a vederlo e credeva che io scherzassi. Capii subito il problema e così gli prestai il mio 7 x 42, facendolo passare “dalle stalle alle stelle”. Iindividuò immediatamente il grosso daino e volete sapere come andò a finire? Lo abbatté con un preciso colpo alla spalla, ma volle tenersi anche il mio binocolo costringendomi a ricomprarmelo il giorno seguente!!!
L’appassionato di caccia a palla, viste le abitudini e le caratteristiche dei selvatici che si appresta a cacciare, deve convincersi che un buon binocolo, oltre ad essere uno strumento di fondamentale importanza, è anche un investimento in denaro che dura tutta una vita, che, se ben tenuto, potranno godersi anche i nostri figli se non addirittura i nostri nipoti! Vediamo quali sono i criteri che ne determinano la qualità. I binocoli si dividono in due grandi famiglie: quelli a prismi di Porro e quelli con i prismi a Tetto.
Gli strumenti a prismi di Porro a loro volta possono avere la regolazione diottrica mediante cremagliera centrale o con regolazione dei singoli oculari. Sono i classici modelli che non hanno gli obiettivi e gli oculari sullo stesso asse, mentre i binocoli con i prismi a Tetto hanno la regolazione diottrica degli oculari mediante lo spostamento, all’interno del corpo, dei prismi stessi. Sono stati progettati con lo scopo di renderli compatti e leggeri, molto luminosi e robusti, ma di solito hanno meno campo visivo dei corrispettivi con i prismi a Porro.
Le caratteristiche tecniche che dobbiamo verificare di un buon binocolo sono: l’ingrandimento, il diametro dell’obiettivo, la luminosità geometrica, l’ampiezza di campo (campo visivo), la pupilla d’uscita, il valore crepuscolare, la messa a fuoco, il trattamento antiriflesso delle lenti, la robustezza e la tenuta stagna nei due versi, nel senso che mentre non deve uscire il gas inerte presente nel suo interno (che solitamente è azoto), allo stesso tempo deve essere garantita l’impermeabilità alla polvere, alla pioggia e all’umidità. Tutti questi dati devono rientrare entro dei parametri prestabiliti che non ammettono mediocrità o compromessi e che mantengano i valori inalterati nel tempo.
Non a caso le grandi Case garantiscono i loro prodotti per trent’anni. Guardando attraverso un binocolo ci si aspetta di vedere un’immagine ben definita, nitida e brillante, anche e soprattutto con cattive condizioni di luce. Esistono molti validi modelli che sono in grado di soddisfarci appieno e che valgono almeno, se non di più, quanto costano. Dopo quel che abbiamo detto, non voglio tediare né tanto meno confondere il lettore con una serie di dati relativi a: pupille di uscita, valori crepuscolari, compensazione diottrica, distanza interpupillare, potere risolvente, ecc.
Cercherò di dare, in base alla mia modesta esperienza, alcuni consigli su quali modelli acquistare in funzione delle forme di caccia che vorremo praticare. Iniziamo con l’ingrandimento. Per ingrandimento s’intende quel valore che determina “l’avvicinamento” dell’oggetto osservato. Il numero sta ad indicare quante volte l’oggetto appare ravvicinato. Per fare un esempio, se alla distanza di 100 metri osserviamo un capriolo con un binocolo che ha 10 ingrandimenti, è come se l’osservassimo a occhio nudo da una distanza di 10 metri. Le migliori marche di binocoli partono da un minimo di 7 x fino ad arrivare a 15 – 16 x (in alcuni casi anche da 6 a 20). Il massimo ingrandimento consentito per un uso a mano libera è il 12, a patto di essere impugnato da persone esperte e che siano abituate al loro uso. Per chi non ha molta esperienza potrebbe risultare difficoltoso riuscire ad avere immagini ferme e nitide anche con un normale 8 x. Non a caso i binocoli più venduti si aggirano sempre intorno al classico 7 x.
Le forme di caccia dove è indispensabile l’uso di un binocolo sono essenzialmente due: la cerca e l’aspetto. Per la caccia alla cerca occorre uno strumento compatto, leggero e robusto, che abbia discreti ingrandimenti e una buona definizione. Non deve essere eccezionalmente luminoso perché è sottinteso che non gireremo per i boschi o per le montagne con cattive condizioni di luce. La leggerezza deve essere la caratteristica predominante. Chi ha già provato la caccia alla cerca, specialmente in montagna, sa bene a cosa mi riferisco.
Un binocolo pesante appeso al collo dopo pochissimo che lo porti ti provoca un fastidio insopportabile, molto di più dello zaino e della carabina che almeno con il loro peso gravano sulle nostre spalle. Come ingrandimento personalmente sceglierei l’8 x, ammettendo anche un buon 10 per la sola caccia in montagna. Gli obiettivi da trenta millimetri sono sufficienti. Per la caccia all’aspetto, in condizioni di luce proibitive, le scelte migliori sono quei modelli molto luminosi che hanno modesti ingrandimenti (7 – 8x) ma obiettivi di grande diametro (50 – 56 mm), in grado di “catturare” quanta più luce possibile. Sono strumenti eccezionali che purtroppo hanno gli unici difetti di essere alquanto ingombranti e pesanti, intorno ai 1.100 – 1300 grammi.
E’ impensabile poterci praticare la caccia vagante alla cerca, mentre d’altro canto sono insuperabili per l’osservazione da appostamenti fissi anche di notte con pochissima luce lunare. In occasione di una mia recente caccia all’orso, a notte fonda sono rimasto impressionato dalla luminosità del mio 8 x 50! Molti ingrandimenti non servono perché difficilmente avremo l’occasione di guardare troppo lontano. Un discreto compromesso con cui poter praticare ogni forma di caccia è rappresentato dalla grande famiglia dei 7 x 42. Non sono dei binocoli “specialistici”, ma rimangono pur sempre i “classici tuttofare”.
Che abbiano i prismi a Tetto o a Porro poco cambia, quel che conta è che l’ingrandimento, il diametro dell’obiettivo ed il peso sono stati molto ben collaudati nel tempo servendo tre generazioni di cacciatori. Il 7 x 42 è il modello più diffuso e viene regolarmente consigliato sia al cacciatore giovane sia al veterano che per necessità o per scelta acquistano un solo binocolo (il prezzo di un 7 x 42 di ottima marca varia dai 650 ai 1100 Euro!). Come avete visto ho sempre menzionato ottiche che hanno degli ingrandimenti variabili dai 7 ai 10 x. So che la nascita della nuova moneta ha messo in crisi un pò tutti, ma se abbiamo contratto la febbre per la caccia a palla, dobbiamo convincerci che un buon binocolo deve assolutamente far parte della nostra dotazione personale.
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