Quante volte parliamo di caccia che trova le sue radici nell'ambiente rurale di un tempo, ambiente che era ricco di valori e tradizioni venatorie.
Quest'ultime per molti di noi sono per lo più sconosciute o si differenziano comunque di regione in regione.
Vorrei allora portare a conoscenza dei “riti”, delle usanze e della maniera di vivere la caccia di noi cacciatori friulani, o più precisamente carnici, sperando che voi amici cacciatori di altre regioni facciate lo stesso, in maniera che le tradizioni-venatorie non vadano perse e siano un'occasione per una crescita della nostra cultura di caccia.
Essendo nati, vivendo e cacciando ai confini con l'Austria, le nostre tradizioni sono fortemente influenzate dalle tradizioni austro-ungheresi, che si differenziano in qualche particolare dalle tradizioni germaniche.
IL BATTESIMO DEL CACCIATORE
Nel caso in cui un cacciatore abbia eseguito il suo primo abbattimento di una determinata specie, il cacciatore più anziano o con più esperienza provvederà a farlo inginocchiare a cavalcioni della preda ( non sopra ), e reciterà queste parole:
"Tu, che vuoi eguagliarci nella nostra passione, ricorda che la caccia e' un'arte da praticarsi con rispetto per la natura: non sfogando incontrollatamente la propria abilita' ma equilibrando l'esercizio del corpo e dello spirito; non attuando azione rozza e volgare, non sfruttando insensatamente ma tutelando con passione l'eredita' tramandataci dagli avi; non commerciando ma ripristinando le sagge tradizioni; non divertendosi venalmente ma esercitando il sacrosanto diritto di uomini liberi, senza distinzione di professione o ceto, che hanno innato nel cuore l'amore per il selvatico. Cio' detto, ti consacriamo con questa spada degno seguace di Sant'Uberto: per Diana, per Nemrod, per il Cervo che hai ucciso !"
Alla fine di queste parole tutti i partecipanti alla caccia, a turno,daranno una frustata sul sedere al “neo-cacciatore” con un pezzo di ramo.
IL BRUCH E IL WEIDMANNS'HEIL
Il bruch in lingua tedesca significa “rottura” e deriva dal fatto che molti rami vengono spezzati per i vari utilizzi che proverò a spiegarvi.
Vengono utilizzati per lo più rami di abete rosso, pino, quercia e faggio.
Dopo aver raggiunto l'animale abbattuto e aver provveduto al suo sventramento, il primo rituale previsto è quello di porre un ramo sul foro d'entrata del proiettile.
Il secondo bruch dovrà essere leggermente tinto nel sangue della preda per poi trovare posto sul lato sinistro del cappello del cacciatore, mentre nel caso ci fosse un' accompagnatore l'abbattitore provvederà a porgere un terzo bruch, che verrà posto sulla parte destra del cappello dell'accompagnatore, con la mano sinistra mentre le mani destre si stringeranno augurandosi weidmanns'heil.
L'ultimo bruch sarà posto in bocca al selvatico abbattuto come simbolo di “ultimo boccone”, tributandogli così l'ultimo onore e saluto.
Il weidmanns'heil significa in una traduzione un po' stentata “salve folletto”, e viene utilizzato come saluto, augurio o ringraziamento al termine della caccia; solitamente si risponde con weidmann's dank stringendosi la mano.