Voglio coniare un nuovo “termine”: L’anatema del cacciatore! Sembra esistere, aleggia tra noi, sospeso sopra le teste dei politici italiani. E’ accaduto in passato, il rito si è rinnovato ieri, accadrà ogniqualvolta le egregore, quelle particolarissime “forme-pensieri” che agiscono per via eterica, si uniranno tra loro materializzando l’anatema all’interno delle urne elettorali, trasformandole inesorabilmente in “urne funebri” per la politica che ne viene colpita.
Era inevitabile che tutto ciò non accadesse! Metafisica per metafora, quando si portano in casa propria “idoli” sottratti ai nemici, in tal caso la filosofia animalista, ecco che la maledizione prende forma. Nel “Deuteronomio”, il quinto libro della Torah ebraica e della Bibbia cristiana, a proposito degli “idoli” sottratti ai nemici e fatti propri, si scrive: “Non introdurrai quest'abominio in casa tua, perché sarai come esso votato allo sterminio; lo detesterai e lo avrai in abominio, perché è votato allo sterminio”.
Quante volte è capitato in passato che la politica si sia bruciata come paglia al sole nelle afose domeniche elettorali in cui perfino i primissimi sondaggi “post” smentiscono clamorosamente i sondaggi “pre”? Ne sono stati toccati i verdi, uno dei primi partiti in Europa, ma scomparsi in Italia. E’ accaduto con i referendum, ha toccato in passato i partiti di sinistra dell’ambientalismo radicale, non ne è rimasta indenne l’intera coalizione che aveva portato in casa propria quell’”idolo” che pare idolo ma evidentemente “idolo” non è! Ieri l’inevitabile sorte è toccata alla politica italiana dell’”Animal-Friend”, colpendo non solo l’intera coalizione ma frugando in essa, è riuscita perfino ad estrapolarne le singole componenti che finora hanno parlato di un Italia che l’Italia, quella reale, quella della “Signora Maria”, evidentemente non vuole. L’anatema ha colpito inesorabilmente anche il nuovo polo, reo anch’esso di essersi subito premurato di portarsi in casa quell’idolo.
Scherzi a parte! Io non sono superstizioso e non penso che i cacciatori, presi singolarmente, possano lanciare anatemi fino a stravolgere la politica italiana; una parte di verità però c’è! Alzare i toni contro la caccia come si è fatto ultimamente ha un significato molto più profondo rispetto all’apparente contrarietà nei confronti di una pratica come tante altre. L’odio dimostrato, esteso anche ad altre attività similari di estrazione per così dire “rurale” (vedi le vicende attorno ai palii), dimostra l’appartenenza ad una cultura che se espressa, come del resto si è espressa in questi ultimi anni, non appartiene ancora (e mai apparterrà) ad un popolo, quello italiano, che ha dimostrato ieri di preferire il “vecchio” al “nuovo”. Come dire, se il “nuovo” è questo finora dimostrato, meglio ritornare al “vecchio”…così, ieri, hanno ragionato le “Signore Marie” d’Italia. Il nostro problema però non si placa! C’è un’Italia, quella che lavora umilmente ed onestamente con i frutti della terra, che vuole rilassarsi con le attività che offre, libera di poter mangiare ciò che più piace e soprattutto, fondata su semplici principi e valori, sballottata di qua e di la, in balia di ideologie personali. Purtroppo non credo nemmeno che in questo momento ci sia qualche politico a Roma che ha compreso questo. Si analizzeranno i voti elettorali in chiave machiavellica; i vincitori crederanno di aver vinto ed i perdenti di aver perso per chissà quali ragioni e ad entrambi sfuggirà che l’Italia, in realtà, appartiene ed è sempre appartenuta alla “signora Maria”, quella dei sani principi e valori, quella che con la sua cultura e le sue tradizioni ha reso questo paese uno dei più belli e grandi del mondo; a quest’ultima Italia, apparteniamo sicuramente anche noi, liberissimi di pensare che in fondo in fondo, buttando una distratta occhiata alla storia politica del nostro paese, gli “anatemi” esistono.
Massimo Zaratin