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23/06/2011 14.54 

 
 
 
Ricordate il film Apocalipse Now? C’era uno stravagante colonnello della Cavalleria dell’Aria appassionato di surf che, mentre imperversava la battaglia, incitava i suoi soldati a destreggiarsi sulle onde. A me è rimasto impresso per una frase: “Mi piace il profumo del Napalm. Perché è un profumo che sa di .. vittoria!”. Come lo capisco, perché, anch’io, anche se in maniera meno drammatica, quando sento un profumo in particolare mi vengono i brividi e la mia mente va subito alla caccia al capriolo: quello dell’erba medica appena tagliata. Sì, quell’aroma che t’inebria nella calura estiva mentre sei appostato ai margini di uno splendido campo verde smeraldo, in attesa che appaia la tanto attesa macchiolina arancione. In Maremma i caprioli li puoi vedere davvero dappertutto e a tutte le ore. Persino in un desolato campo arato con le zolle alte un metro, oppure in un pratino all’inglese di qualche villetta estiva, ma per esperienza so che le loro zone di pastura preferite sono le tagliate dell’anno.

Ovviamente i caprioli non disdegnano neanche di frequentare le stoppie, i campi di girasoli, i prati incolti e, sull’Appennino Tosco-Emiliano, si avvistano prevalentemente in grandi, splendidi campi piantati ad erbaio. Ho avuto la fortuna di cacciare in Emilia sia nella provincia di Bologna sia in quella di Parma e devo dire che le zone montane di ambedue le province sono molto simili e particolarmente vocate per la caccia a palla. Non solo per quella al capriolo, ma anche per quella al daino, al cinghiale ed al grande cervo. In funzione di ciò, in qualità di “esperto cacciatore”, (forse più famoso che esperto!), sono stato invitato dalla Sezione Provinciale della Federcaccia di Parma a tenere una serie di corsi su “L’uso corretto della canna rigata nella caccia di selezione e nella braccata al cinghiale”. Ovviamente da cosa nasce cosa e così durante il mio tour trascorso in giro per la provincia emiliana, oltre a discutere di tante cose, dai piccoli ai grandi  problemi che affliggono sia i neofiti sia i cacciatori esperti, dall’attuale legislazione italiana a come le varie associazioni e gruppi di cacciatori si stanno muovendo in materia, ho avuto l’occasione di poter fare amicizia con molti appassionati colleghi.

Il successivo invitato ad abbattere un paio di caprioli è arrivato poi come il “cacio sui maccheroni”, in un periodo dell’anno in cui nel mio distretto i lupi avevano decimato la popolazione ungulata. Il vent’otto di agosto, un’ora prima del sorgere del sole, io e Raimondo eravamo già in posizione. Raimondo, sessantotto anni e cinquanta licenze sulle spalle, è una leggenda vivente tra i cacciatori Parmensi. Averlo come accompagnatore fu un grande onore per me, perché fin da giovanissimo mio padre e mio nonno mi hanno insegnato a rispettare molto le persone più grandi e i cacciatori competenti. Quel mattino decidemmo di appostarci in prossimità di un enorme campo seminato ad erbaio, tramezzato da una piccola e stretta striscia di macchia. Ci sistemammo nel suo interno, accordandoci che di quel mare verde io avrei controllato il lato sinistro e Raimondo quello destro, in modo da avere un’ottima visuale  su un territorio ampio circa cinque – seicento metri. L’intero erbaio non era ancora pronto per essere tagliato, ma una grossa striscia centrale era stata rasata da poco ed il profumo dell’erba recisa riempiva con la sua inconfondibile fragranza l’intera valle. A destra il prato confinava con un bosco che girava con un angolo di 90° per un centinaio di metri ed alle spalle avevamo una montagna che non ti faceva rimpiangere il Trentino, una zona pressoché perfetta per attendere il Principe dell’Appennino. Ero autorizzato ad abbattere un maschio adulto e un subadulto, ma non conoscendo in anticipo a che distanza avrei dovuto tirare, per non avere brutte sorprese avevo con me la fida Weatherby Mark V Steynnless Syntetic calibro 257 WM  con canna fluted in acciaio inox da 26” e ottica  18 x 50 P, caricata con palle  Nosler Ballistic Tip da 115 grani. Come ci fu luce a sufficienza, con l’8 x 42  che avevo al collo, cominciai a perlustrare il perimetro. Nella fascinosa penombra che precede l’alba vidi distintamente una sagoma scura ai margini del bosco. Secondo me più che uscirne, stava rientrando. Alle sei del mattino ne distinguevo soltanto la sagoma.

Era chiaramente un capriolo, ma non riuscivo a capire se fosse un piccolo dell’anno o addirittura un bellissimo maschio dal magnifico trofeo. Distava centoventi metri – centotrenta, non di più. Una distanza perfetta specialmente per una Weath in 257 munita di bipede Harris. “Raimondo!” sussurrai e due secondi dopo mi sentii alitare sul collo, “Eccomi! L’ho visto anch’io e credo proprio che sia un maschio, ma aspettiamo ancora un po’ che ci si veda meglio”.  “La pazienza è la virtù dei forti”, mai proverbio è stato più azzeccato per il cacciatore a palla, ma purtroppo a volte bisogna essere velocissimi, sia nel prendere le decisioni sia nello sparare. Quel capriolo, indipendentemente se fosse un maschio o una femmina, se fosse riuscito a raggiungere l’avvallamento dove si stava dirigendo, entro pochi secondi non sarebbe stato più a tiro. Corpo robusto e collo proporzionato mi convinsero di tentare il colpo, così mi preparai impugnando il ruvido calcio in materiale sintetico della Weatherby. Il brutto di quando si spara in cattive condizioni di luce con un calibro sostenuto e con un’ottica a forte ingrandimento è che difficilmente si riesce a vedere direttamente nel cannocchiale l’esito del tiro. Dopo lo sparo, sia io sia Raimondo udimmo distintamente il caratteristico rumore sordo provocato dalla palla quando impatta sul corpo del selvatico, ma non riuscimmo a vedere nient’altro. Senza perder tempo c’inoltrammo in quel mare verde zuppo di rugiada e trovammo il capriolo dove doveva essere, abbattuto da un colpo perfetto.

La mia stima era stata esatta, era un maschio giovane con un trofeo piuttosto scarso, perfetto sia come prelievo selettivo sia per la cucina. Quando gli misi in bocca un rametto d’erba medica sentii che i suoi denti erano molto taglienti, per niente usurati, doveva aver non più di un anno e mezzo di età. Quel mattino non potevamo che ritenerci proprio soddisfatti. Ovviamente avremmo ritentato la sorte anche in serata, ma sempre senza eccessive pretese e sempre nello stesso posto perché non capita tutti i giorni di avere a disposizione un prato così bello. Verso le diciannove riprendemmo posizione nella solita longarina che lo tramezzava e ci sistemammo in paziente attesa. Senza falsa modestia mi ritengo un buon tiratore, brucio in poligono migliaia cartucce l’anno, le mie carabine sono tutte ben tarate a duecento metri e, specialmente cacciando il camoscio in alta montagna e i caprioli nella sterminata puszta ungherese, possiedo una discreta esperienza nei tiri a lunga distanza, anche se sono fermamente convinto che l’etica venatoria ed il buon senso impongono di non sparare mai, salvo casi eccezionali, oltre i 250 metri, meglio ancora a 200. A trecento metri di distanza le mie Nosler BT da 115 grani non dovevano calare più di 15-18 centimetri e la tentazione di azzardare un tiro lunghissimo era tanta, ma pregai che non ce ne fosse bisogno. Avevamo ancora due giorni di tempo per cercare di abbattere un altro capo, così sperai di tirarlo molto più vicino al nostro appostamento.

 Il tempo passò veloce senza che provassimmo ulteriori emozioni, ed appena il sole cedette il posto ad un’imperiosa luna piena, decidemmo che era inutile attardarsi ancora e di tornarcene a casa.  Conosco le abitudini dei caprioli di mezza Europa, li ho osservati parecchio per tantissimi anni e quindi so bene che quando c’è la luna piena escono in pastura a notte fonda e rientrano che ancora non è sorto il sole. E’ il  periodo peggiore per dargli la caccia. Per fortuna sull’Appennino Emiliano non ci sono le orde di mosconi, di zanzare e di tafani che imperversano in Maremma, almeno da quel punto di vista saremmo stati tranquilli. Io e Raimondo facemmo ancora altre due uscite, una di mattina e una di sera, ma senza vedere più un solo capriolo. Sembrava proprio che tutta la nutritissima popolazione di caprioli censiti in quel distretto si fosse trasferita altrove. Ma dove? Non credo sia il caso di farlo ora, ma un bel giorno bisognerebbe confrontare le nostre esperienze comuni per capire come mai accadono queste cose. Quale sarà il motivo, perché non credo che dipenda soltanto dalla luna per cui, all’improvviso, i folletti del bosco spariscono quasi del tutto?

Scaricai per l’ennesima volta l’arma, ripiegai il bipede e la riposi nella mia bella e comoda custodia. Sistemai con calma tutte le altre cose nello zaino e quando m’incamminai per raggiungere il Nissan Terrano di Raimondo mi venne comunque da sorridere. Quando si è cacciato bene, indipendentemente dal carniere conquistato, come si fa a non sentirsi veramente appagati, in pace con il mondo intero? Purtroppo come sempre accade quando si è stato molto bene in un posto, il tempo era trascorso troppo velocemente. Al solo pensiero di ritornare a casa dove avrei trovato ad attendermi trenta gradi all’ombra, il lavoro ed i soliti problemi di sempre, mi provocò un fiotto d’acido. Pazienza, questa è la vita e va presa così come viene, ma quel fine settimana dedicato alla caccia al capriolo sui monti Parmensi merita di essere ricordato per la gentilezza e la professionalità delle persone che mi hanno ospitato, per la bellezza dei luoghi, per le tante opere d’arte che ho potuto ammirare nei momenti di pausa dalla caccia e per quel profumo tanto intenso quanto inconfondibile che fece da contorno a tutta quella bellissima avventura.
 

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12 commenti finora...

Re: “PROFUMO DI CACCIA SUI MONTI PARMENSI!”

Hai pienamente ragione Marco, pero' leggere che tutti ci danno addosso come fossimo la peste, questo mi fa incazzare e di brutto, premetto che sono un tipo calmo però quando ti fanno uscire dai gangheri...............................Saluti

da CARLO 62  01/07/2011 12.42

Re: “PROFUMO DI CACCIA SUI MONTI PARMENSI!”

Carlo non te la prendere, quando una persona alle 21,48 non ha meglio da fare che andare su un sito che disapprova e scrivere stupidaggini, ha sicuramente dei seri problemi. E non è il caso di scomodare i suoi genitori che sicuramente conoscono il probbema e devopno subirne, tutti i giorni, le conseguenze. Purtroppo non possiamo farci niente se delle persona noscono con delle tare genetiche.
Saluti
Marco

da Marco Benecchi  01/07/2011 9.02

Re: “PROFUMO DI CACCIA SUI MONTI PARMENSI!”

ahhhhh......quello è un'altro problema,di sempre,caro il mi Carletto......sapessi cosa vuol dire dissanguarsi (e credimi sulla parola che non esagero affatto) per l'erario.
Una vergogna nazionale.
Ma questo non è il posto adatto per certi argomenti.
Saluti con 35° all'ombra.

da colombaio senese  28/06/2011 17.28

Re: “PROFUMO DI CACCIA SUI MONTI PARMENSI!”

parole sante...carlo! non ci vogliono in Italia...

da mart  24/06/2011 15.46

Re: “PROFUMO DI CACCIA SUI MONTI PARMENSI!”

Caro colombaio, spero non siano problemi di fiamme gialle, io sono responsabile amministrativo in un'azienda non ci lasciano respirare, questi vogliono che si trasferiscano le aziende all'estero, senza rotture di palle, ti faccio i migliori auguri, parleremo in un futuro spero prossimo di quel gallo...............
Salutoni
PS (in una rivista settore cinghiali, c'e la prova in una qualche riserva delle power max bonded su dvd)

da CARLO 62  24/06/2011 15.29

Re: “PROFUMO DI CACCIA SUI MONTI PARMENSI!”

La mia mail è, guarda caso, [email protected] ... :)
Non discutevo nemmeno un secondo sull'utilità del bipiede, dicevo solo che "stona" su una sì bella creazione ...
Però, che strano, un mancino che ama le azioni destre ... Sei proprio un bel tipo !
Conosco bene la gelatina balistica ed i suoi "effetti" spettacolari ... E quel che mi racconti non mi scompone più di tanto, se devo esser sincero.
E' che avrei un po' di esperimenti da fare e non riesco a trovarla, accidenti !
Ma se ci riesco, ti prometto che ti avviso e ci divertiamo un po' a far prove tutti assieme.

da OLD_Hunter x Marco  24/06/2011 11.43

Re: “PROFUMO DI CACCIA SUI MONTI PARMENSI!”

Caro Old, il racconto è ambientato in Italia, mentre la foto è "Ungherese". E nella pustza senza bipiede fai ben poco! L'arma proviene direttamente dalla Steyr fatta fare dai fratelli Berti (Bignami).
Carlo sapeva di questa mia mania di sparare con armi destre anche se sono mancino e me l'ha voluta dare. Anch'io sto ricontrollandso tutta la "batteria". Cosa che consiglio di fare a tutti, La gelatina balistica l'hanno portata in un contenitore termico direttamente dal Belgio. Erano blocchi parallelepipedi 20 x 20 x 50 cm. Uno spettacolo. Una Power Max 30.06 da 150 grani sparata da una BAR a 50 mt di distanza passa tutti i primi 50 cm e poi si conficca nel secondo blocco. L'effetto della gelatina quando impatta il priettile è spaventoso. Messo il blocco su un tavolo l'espansione lo spacca in due. Se mi fai avere la tua mail ti mando le foto. Posso immaginare l'effetto di un 300 Weath, di un 300 Ultro o di un 270 Weath con palla Ballistic!!!!

da Marco Benecchi x old  24/06/2011 10.43

Re: “PROFUMO DI CACCIA SUI MONTI PARMENSI!”

Per la verità, la prima cosa che ho guardato era il capriolo ...
Poi, in effetti, c'era qualcosa che non mi squadrava, ma essendo concentrato sull'animale ... Dopo un po' ho realizzato che quella pala sul calcio era dalla parte sbagliata e stavo proprio per chiedertene ragione !
Beh, pezzo unico davvero !
Chi ti ha fatto il calcio ? Ne avrei bisogno anch'io ...
Però, però, caro Marco ... Una tiratina d'orecchie devo dartela !
Su un pezzo così particolare quel bipiede stona proprio eh ... :) :) :)
La prossima volta, quando fai le foto, magari toglilo ...

Dove hai trovato la gelatina balistica ? E' da un pezzo che la sto cercando, ma di quella "vera" ho trovato solo venditori negli States, a pezzature industriali ed a prezzi non proprio popolari. Tu dove l'hai racimolata ?
Beh, visto che sabato e domenica vorrei andare a caccia, ieri finalmente sono andato a Tolmezzo a controllare le ottiche. Senti questa che è carina.
Il mio amatissimo Winchester .270 WSM, ottica NikkoStirling Nighteater 4-16x50, reticolo illuminato LRX, 66.5 grs di N560 dietro una Acubond da 140 grs. Una cartuccina da 420 kg ...
Tarato l'anno scorso, giustamente un controllino ci vuole.
Sparo a 200 mt. su bersaglio cartaceo di 12 cm rosso con croce bianca da 2,5 cm in mezzo, tondino centrale da 25 mm e puntino centrale da 2 mm.
Miro, respiro, buuummm ...
Guardo nel lungo ... E NON VEDO NIENTE !
Disperazione assoluta, stupore estremo ... Prendo un lungo da 60x perché non mi pareva possibile e guardo meglio ... Dopo un minuto di osservazione, ormai quasi alle lacrime, mi accorgo che c'era qualcosa di strano in quel bersaglio : il puntino centrale era un po' troppo grande ... !
Mi faccio confortare dal direttore di tiro, un vecchio amico, che guarda anche lui incredulo.
"Corrado, che ne dici, può andar bene ? Lasciamo così ?"
Risata liberatoria ...
Beh, già che siamo in ballo ... Proviamo anche sui 300, dai.
Bersaglio elettronico. Diametro del bersaglio, 60 cm.
Quattro rapidi calcoli mentali, decido che la seconda linea del reticolo dovrebbe essere quella buona.
Miro, respiro, bum.
Beh, non è andata proprio proprio al centro : 1 cm a dx ed 1 cm in basso ...
Affronto la stagione con la sicurezza che se sbaglio, ho sbagliato io.
Un abbraccio da Walter

P.S. Metti caso che ti stufassi di cacciare qui e la da solo, fammi un fischio che ti vengo a dare una mano !

da OLD_Hunter x Marco  24/06/2011 10.17

Re: “PROFUMO DI CACCIA SUI MONTI PERMENSI!”

X Tutti gli amici!!!! Ed in particolare x Carlo che deve avere qualche potere TELEPATICO. Io LUNEDI' ho provato alla Browning le nuove POWER MAX BONDED sui blocchi di gelatina balistica.
Dovresti vedere che roba! Effetti spettacolari. A breve un articolo su queste righe. Un saluto a tutti. Speriamo che la stagione prometta bene. NB X OLD. Caro OLD, l'hai mai vista un'arma come quella che imbraccio nella foto? PEZZO UNICO è una STEYR MANNLICHER modello M calibro 7 x 64. Con AZIONE DESTRA E CALCIO SINISTRO. Ottica DOICTER 8 x 56 su attacchi Originali Steyr a pivot. Palle Nosler Ballistic Tip da 140 grani.

da Marco Benecchi  24/06/2011 6.18

Re: “PROFUMO DI CACCIA SUI MONTI PERMENSI!”

Ma ciao..... grandissimo Carlo ,sai ripensando alla storia di quel gallo che cantò 3 volte,mica sarei tanto contento di finir come quel tipo lì.......@:)
Scherzi a parte ho delle beghe in ambito lavoro che da un pò di giorni mi fan metter in disparte caccia e affini..................spero di risolvere e di tornar dell'umore giusto.
Un caro saluto.

da colombaio senese  23/06/2011 20.42

Re: “PROFUMO DI CACCIA SUI MONTI PERMENSI!”

belle storie.....storie di caccia,storie di gente............complimanti Marco........

da max1964  23/06/2011 15.55

Re: “PROFUMO DI CACCIA SUI MONTI PERMENSI!”

Caro Marco, ogni nuovo argomento una storia, grande anche come scrittore,quasi ti invidio il poter
spararea tutte le specie di ungulati esistenti in Italia,forse anche il tipo di lavoro che fai ti lascia parecchio tempo libero per dedicarti a questa ns. passione, il mio lavoro certo non mi concede tanto, però il tempo libero lo dedico alla caccia, solo cinghiale e colombacci, non conosco fagiani, lepri beccacce e quant'altro;
Ultimamente ho provato al poligono le nuove della winchester le POWER MAX BONDED, con la semiauto
in 30/06, a me sul bersaglio sono sembrate buone a 50 e 100 metri, vedremo sull'irsuto sono intenzionato a prendere un'altra bolt per la selezione, non sono deciso quale comperare, il cannocchiale però già è fatta, un kailes
(scusa se non scritto bene) il 6x24x56 il calibro 30/06 solo per cinghiali.
Ti saluto, un saluto anche al mio amico colombaio, che è da un pò che non si fa sentire.
E a tutti quelli di questo blog.

da CARLO 62  23/06/2011 15.32
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