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10/01/2013 

Stefano De Vita, classe 1958, ama definirsi un selvatico solitario che è riuscito a concepire il proprio stile e filosofia di vita usufruendo dei frutti che gli da la natura: con  la caccia, la pesca e tutto quello che produce la terra, praticando da anni insieme la moglie Laura una vita basata sull’autosostentamento e l’autosufficenza, riciclando il più possibile, che siano oggetti o che siano prodotti naturali.  Ha fondato associazioni e gruppi di ricerca scientifica ornitologica e autore di numerosi articoli su caccia, pesca, zootecnia, cinofilia, gestione faunistica. Allevatore di Springer Spaniel Inglesi e Bassotti Nani Pelo Duro. (Vedi i profilo su Amici di Bighunter).


La vita rurale e l’essere selvatico inteso come vita sociale e quotidiana verso l’autosufficienza e l’autosostentamento, non fa più parte del patrimonio genetico dell’uomo civilizzato, tra l’altro essere civilizzato/educato/rispettoso è un termine anche tanto abusato, perché sfido chiunque a dirmi chi è più civilizzato/educato/rispettoso se un nativo Indiano d’America o un nostrano “Urbanus”.  Oggi tutto ci allontana dalle nostre origini, quando l’uomo era un raccoglitore di bacche e piante eduli, un cacciatore, un pescatore e poi un agricoltore e allevatore. Pochi esseri umani cosiddetti civilizzati in particolare quelli che vivono nelle grandi città, appunto gli “Urbanus” in caso di necessità anche temporanea, sarebbero in grado di sopravvivere in ambiente naturale e selvatico anche per poche ore. Il patrimonio genetico di questi, la manualità, l’apprendimento, l’adattamento, la rudezza, la forza, la sensibilità naturale ed il senso del selvatico, si è perso in nome di un progresso scellerato e di uno sfruttamento incontrollato delle risorse naturali, il tutto per far posto alle mille comodità finanche inutili e ad uno esasperato consumismo volto solo allo spreco dove nulla viene riciclato e mantenuto, ma al contrario un continuo uso e getta. Il tutto a discapito dell’ambiente e del nostro essere uomo.

Pochi di noi sono per il completo riclico delle cose e quindi del loro riutilizzo, che siano oggetti o che siano prodotti naturali. C’è chi, anche con difficoltà, pratica da anni una vita sociale e quotidiana rivolta verso l’autosufficienza e l’autosostentamento come da sempre hanno fatto e praticano tutt’ora molti “popoli nativi”, chiaramente per ovvi motivi, non ci si può escludere totalmente dalla modernità che per il momento ci ingloba tutti, ma in ogni caso quei pochi eletti rifuggono il consumismo, rifiutano lo spreco e il sistema dell’usa e getta.

Pochi sono ancora dei  raccoglitori di bacche, di frutti del bosco e di piante eduli, pochi ancora dei cacciatori e pescatori, ma anche orticoltori ed allevatori. Tutto questo  porta a vivere serenamente il quotidiano a contatto diretto con la terra, la ruralità, gli animali e la natura, lontano dai ritmi frenetici e del caos cittadino. Nel rispetto dell’etica e delle normative questi sfruttano a pieno tutte le risorse naturali rinnovabili. Questi pochi eletti non sprecano denari dietro a vestiari di moda od altre mode in uso del popolo degli “Urbanus”, vedi i telefoni cellulari, computer, automobili moderne, etc.. Utilizzano un abbigliamento semplice, essenziale e pratico ma robusto che dura nel tempo, pochi capi secondo le stagioni e secondo il giusto stile di vita, il tutto senza stupidi fronzoli e belletti.

Per riscaldare casa e cucinare c’è chi ancora utilizza la legna, quindi caminetto e cucina economica. Per  l’alimentazione solo carne e pesce chiaramente cacciata e pescata, quindi proteina sana e non imbottita di prodotti chimici, ma anche allevamento animali da cortile ed orto naturale, pane, pasta, pizza e dolci fatti in casa, per non parlare di uova, formaggi, olio e salumi, rigorosamente di produzione propria. Al contrario l’Homo sapiens urbanus non mangia il pane del giorno prima, basti vedere quanto pane dai forni, tra l’altro pane fresco del giorno precedente, viene buttato perché non più vendibile, non più bello alla vista, al tatto, al palato. Per non parlare dei mercati e frutterie, anche in questo caso il più delle volte verdure e frutta appena intaccate ma non più vendibili per l’Homo sapiens urbanus e quindi buttate. Quanto inutile spreco, cibo inutilizzato dagli schizzinosi che potrebbe invece essere utilizzato, almeno per i meno abbienti e più bisognosi.

Proprio nelle città assistiamo ormai da qualche tempo a dei veri mercatini di cose usate, dove i nomadi andando letteralmente per secchioni dell’immondizia recuperano e riciclano tutti gli oggetti che l’Homo sapiens urbanus getta via perché non più alla moda oppure guasti e dove la voglia di ricomprare sempre il nuovo ed alla moda impone a questi Urbanus di non riparare gli oggetti. Ebbene è curioso vedere in questi mercatini i tanti Urbanus,  ed in particolare proprio nei giorni scorsi di feste natalizie, comprare oggetti usati ma totalmente revisionati e rimessi a nuovo splendore, quindi riciclati. Loro, gli Urbanus, acquistare i loro stessi oggetti gettati via. Quanta stupidità civilizzata.

Nessuno individuo della specie Homo sapiens in particolare “l’Homo sapiens urbanus” è esente, o escluso dal creare danni all’ambiente naturale,  anche indirettamente,  perché proprio questa fame di modernità, di volere tutto e di più ad ogni costo alimentando sempre più questo consumismo che sta portando il pianeta terra verso l’irreparabile.

Non sono esclusi neanche tutti quelli che professano una alimentazione senza l’uso o sfruttamento degli animali, anche loro sono colpevoli di fare danni all’ambiente naturale. L’ambientalista che si professa anticaccia o antipesca, l’animalista vegetariano, questi se non usano scarpe in cuoio le usano in materiale sintetico che è derivato dal petrolio, se usano una pelliccia ecologica anche questa viene dal petrolio, se usano una cinta sintetica anche questa è derivata dal petrolio, si muovono con l’auto ed inquinano l’aria, utilizzano centinaia di prodotti di plastica ed anche questi vengono dal petrolio, plastica che poi non è biodegradabile e quindi inquinante, utilizzano l’energia elettrica ed altre risorse energetiche per tutti i tipi di elettrodomestici e strumenti elettronici quindi sempre sfruttamento delle risorse e tanto materiale inquinante, con che cosa riscaldano le proprie case, sempre sfruttando risorse energetiche ed inquinanti.

Ma anche il mangiare cosi detto sano, genuino, biologico lo è solo con l’uso di concimi naturali e quindi in gran parte a base di letame, letame che viene dall’allevamento degli animali domestici da reddito. Altrimenti, se mangi vegetariano non proveniente da agricoltura biologica, ma da agricoltura intensiva, questa utilizza solo prodotti chimici altamente inquinanti e dannosi alla biodiversità, prodotti chimici persistenti anche negli anni nel ciclo vitale. Volutamente voglio estremizzare ma forse neanche tanto: il tagliare o peggio strappare dalla terra  una vita vegetale per cibarsene, vuol dire ferirla, ucciderla e lo riprova il fatto che la linfa bianca o incolore sgorga dalla parte recisa, come cercare di porre rimedio ad una morte molte volte annunciata, ma la pianta proprio per la sua specificità di essere vegetale non suscita emozioni ai più. Ma aggiungo, sono esseri viventi come gli stessi animali.

In pochissime parole ogni nostra attività del quotidiano, ogni oggetto che usiamo, ogni cosa che possediamo ha provocato e provoca uno sfruttamento delle risorse naturali e rinnovabili e nella maggioranza dei casi con effetti devastanti sul pianeta. L’Homo sapiens ed in particolare “l’Homo sapiens urbanus” è solo un grande ipocrita non in grado ad ergersi a paladino difensore della natura.

Per i nostri antenati  i “popoli nativi” l’inseguimento, la cattura e l’uccisione di un animale era ed è sempre accompagnata da riti propiziatori alla caccia e da preghiere o riti di ringraziamento alle divinità della natura selvatica.

Nell’universo  naturale selvatico, che da sempre ci ha affascinato e continua ad affascinare e commuovere le sensibilità umane, esiste solo un dogma - la vita: nascere, crescere, nutrirsi, riprodursi, in un susseguirsi  di predati e predatori per ritornare poi tutti dalla terra, in un ciclo naturale della vita e della morte di tutti gli esseri viventi che siano animali o piante. Da sempre la sofferenza è una parte essenziale della vita e senza la morte non ci sarebbe la vita. La caccia, la pesca, l’agricoltura, l’allevamento, in poche parole tutte le attività agro-silvo-pastorali fanno parte dell’essere selvatico tramandato dalla cultura, dalla storia e dalle tradizioni ed impresso nel patrimonio genetico ancora di molti. Questo patrimonio va preservato, difeso ed incentivato.

L’uomo è solo un ospite temporaneo nel sistema naturale della vita selvatica, non quest’ultima che deve sottostare alle leggi dell’uomo ed essere plasmata ed ingabbiata, ma al contrario è l’uomo che deve adattarsi alle leggi della natura selvatica e da questa trarne sostentamento fisico e spirituale. Il tutto nel rispetto delle risorse rinnovabili.
 

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22 commenti finora...

Re: La nuova sottospecie: Homo sapiens urbanus

Ok, ora basta la chiudo qui, non mi diverto più. ciao a tutti.

da lone wolf  19/01/2013

Re: La nuova sottospecie: Homo sapiens urbanus

Attento lone wolf....in questo blog cè una lingua biforcuta............

da magnowolf  19/01/2013

Re: La nuova sottospecie: Homo sapiens urbanus

ecco ... questa è la tua vera poesia...altorchè le passeggiate con il cane ahahahah scemo!

da Mino  18/01/2013

Re: La nuova sottospecie: Homo sapiens urbanus

Mino,prrrrrrrrrrrrr....

da lone wolf  18/01/2013

Re: La nuova sottospecie: Homo sapiens urbanus

Leone ... poveretto sei tu e 36 dei tuoi parenti...oltre a questo sei pure stupido perchè che non capisci quello che scrivi e leggi!!! ahahahha stragista di pispole e pettirossi ...ahahah

da Mino  18/01/2013

Re: La nuova sottospecie: Homo sapiens urbanus

Minkia che superuomo(avevo ragione a chiamarti rambo) poveretto.

da lone wolf  17/01/2013

Re: La nuova sottospecie: Homo sapiens urbanus

...."parliamo di passo".... i blog di M. Benecchi, ma per chi mi hai preso per la redazione???

da Fromboliere  17/01/2013

Re: La nuova sottospecie: Homo sapiens urbanus

e quali sono?

da Mino  17/01/2013

Re: La nuova sottospecie: Homo sapiens urbanus

andatevene a farneticare di carnieri sulle rubriche che il portale vi mette a disposizione...

da Fromboliere  17/01/2013

Re: La nuova sottospecie: Homo sapiens urbanus

Inizia tu ad essere rispettoso che ti sborda la boria da ogni parte ! Carnieri irripetili ? di cosa ? di pispole? ahahah ma fammi il piacere per favore spari delle cagate che neppure te ne accorgi e poi esigi il rispetto ahhaah tu non sai neppure cosa sia la caccia .... altrochè CARNIERI IRRIPETIBILI AHAHAHAH calmati ne ho sistemati di fenomeni del tuo stampo e prima rispetta tu il pensiero altrui ( ti sei inserito in una discussione che non era la tua) e non fare la vittima fenomeo ahahhah carnieri irripetibili era il nome di una agenzia di viaggi che ha fallitoooo come te...ahahhaha

da Mino  17/01/2013

Re: La nuova sottospecie: Homo sapiens urbanus

Per Mino,certamente tu vai a caccia con i doberman quindi il breton è poca cosa.Amico vado a caccia da 35 anni e ho fatto carnieri purtroppo irripetibili sempre nel rispetto dell etica venatoria ho trascorso giornate indimenticabili che mi hanno fatto amare la caccia e la natura, se tutto questo a te da fastidio mi dispiace ma non posso farci niente ,un consiglio se sei davvero un cacciatore (dubito molto) impara a rispettare il pensiero degli altri.Dimenticavo ho 54 anni.Ciao.

da lone wolf  17/01/2013

Re: La nuova sottospecie: Homo sapiens urbanus

Leone, uno che caccia con il breton fa già pena di suo poi se aggiungi che ti diverti a non incontrare mai nulla ( ma con il breton è logico) e ami prendere aria , io dico che puoi mettere il fucile nella rastrelleira e portare i tuoi figli al parco fai piu figura e ti diverti di piu.
La caccia "amico" è una cosa seria e non una passeggiata. Quelli come te sono la fine della caccia e purtroppo siete tanti. Prova a parlare con un braccaiolo, con un selettore alpino, un cacciatore di valle, ma anche un cacciatore alla "scaccia" che ti fanno vedere la luna nel pozzo. Voi aveta stancato con sta visione della caccia da passeggio ! Se ami la caccia da pensionato non pensare che sia la sola forma esistente. Purtroppo, amico la caccia E' UN'ALTRA COSA ! Amico , il fucile a pompa a cosa serve? e cosa sono le cartucce super corazzate ( linguaggio anni 60/70) ma quanti anni hai?


da Mino  17/01/2013

Re: La nuova sottospecie: Homo sapiens urbanus

Per Mino, secondo me tu non sai nemmeno cosa significhi andare a caccia, mi piacerebbe conoscerti già ti immagino vestito alla rambo con relativa bandana (rigorosamente rossa) e fucile a pompa con cartucce supercorazzate,oppure ed è la cosa più probabile come dicevo prima la caccia non sai nemmeno cosa è ti sei intrufolato su questo sito e ti diverti a sparare (se no che rambo saresti) cazz....., senza offesa ciao.

da lone wolf  16/01/2013

Re: La nuova sottospecie: Homo sapiens urbanus

come ci hanno ridotto... una massa di smidollati che si accontentano di una corsa del cane ... andate in pensione è ora , vi aspetta solo il saluto finale e la partenza per il paradiso...che pena!

da Mino  15/01/2013

Re: La nuova sottospecie: Homo sapiens urbanus

Sacrosanta verità anche io nelle poche ore che passo a caccia inseme al mio amico bretoncino max,mi sento in pace con me stesso mi rilasso completamente, spesso mi siedo su un masso e osservo la natura vi sembrerà strano ma anche max ah preso le mie abitudini e dopo una corsa sfrenata viene a dormire tra le mie gambe, sempre più spesso rientriamo con il carniere vuoto ma sereni e pronti per la prossima uscita.

da lone wolf  14/01/2013

Re: La nuova sottospecie: Homo sapiens urbanus

Robi... tu non hai mai provato il sapore della vera caccia se scrivi queste cose ... oppure sei il cacciatoriono della domenica mattina ... come la maggioranza che sono contenti ! Io se non prendo niente - scusa -non sono contento . Se voglio prendere aria vado in bicicletta! Super venaticus ( ???) dei miei stivali...

da Mino  14/01/2013

Re: La nuova sottospecie: Homo sapiens urbanus

Hai detto bene Mino, solo chi è cacciatore prova il sapore della libertà a caccia. Dopo quasi 40 anni di attività venatoria ti devo dire che ogni giorno è sempre diverso dal precedente. Ogni volta si scoprono sensazioni nuove e poco importa se non si cattura niente. Ogni giorno che passa pensi già alla giornata successiva. Ma tu, che ne puoi sapere di queste cose?

da Robivenaticus  14/01/2013

Re: La nuova sottospecie: Homo sapiens urbanus

in Italia non so come possiate provare il sapore della libertà a caccia??? bho?? forse neppure il Sig, de vita sa di cosa sta parlando perchè la caccia in Italia non è caccia ma galera! saluti

da Mino  14/01/2013

Re: La nuova sottospecie: Homo sapiens urbanus

Bellissimo articolo, condivido pienamente i valori espressi da Stefano De Vita.

da Martino, Bologna  12/01/2013

Re: La nuova sottospecie: Homo sapiens urbanus

ARTICOLO CHE NON SOLO CONDIVIDO IN PIENO MA LO SENTO MIO PROPIO PERCHE QUANDO COLTIVO O VADO A CACCIA MI SENTI AL 100% CON ME STESSO E LA NATURA CHE MI CIRCONDA SONO ANCHE DACCORDO SUL FATTO CHE QUESTI ANIMALAMBIENTALISTI URBANI IN UNA SITUAZIONE CHE PER ME NON DICO NORMALE MA CHE PUò SUCCEDERE MORIREBBERO PERCHè TRAVOLTI DAL PANICO PS COLTIVO PERCHè è IL MIO MESTIERE

da GIGI  11/01/2013

Re: La nuova sottospecie: Homo sapiens urbanus

dimentico di dire che sono del 62.

da paolot fano pu  10/01/2013

Re: La nuova sottospecie: Homo sapiens urbanus

CACCIA, linfa vitale nella crescita e formazione della mia vita. 44 anni che vado in giro per boschi prati fiumi e mi vedo uomo completo e maturo, ho costruito una famiglia ho un lavoro e mi vanto di essere ancora in grado di avere lo stesso entusiasmo di un tempo ogni giorno che vado a caccia. cosa pretendo ancora! niente. avanti cosi'.

da paolot fano pu  10/01/2013
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