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ago23
23/08/2013 14.00 
 Il giorno dopo aver compiuto sedici anni avevo già l’appuntamento con il Direttore del Tiro a Segno per il rilascio del certificato attestante la mia abilitazione all’uso delle armi da fuoco. Era la prima volta che vedevo quel signore e neanche mio padre lo conosceva. Al poligono quella caldissima mattina di luglio eravamo soli, quindi il Direttore era tutto per noi. Si comportava come chi, consapevole del suo sapere, volesse aiutare il giovane aspirante tiratore con la sua esagerata esperienza. Mio padre è sempre stato un uomo di poche parole. Tra noi due spesso comunicavamo soltanto con lo sguardo. Senza pronunciar parola mi fece capire di comportarmi seriamente e di non farla troppo lunga, perché sapevo che lui doveva andare a lavorare e che quindi non avevamo molto tempo.
Dopo essermi sorbito una solenne lezione sulle norme di sicurezza, su come si maneggia un’arma e sul funzionamento della Beretta “Olimpia” calibro 22 L.R. che il Direttore teneva in mano finalmente me la consegnò, scarica, assieme ad una manciata di cartucce Fiocchi Standard. Chissà se immaginava che io ne possedevo una quasi identica? Avevo una Super Sport. Affidarmi quell’arma fu come mettere un violino nelle mani di Stradivari. A quei tempi tra la Diana 4,5 e la Beretta 22, maneggiavo più una carabina che la penna a scuola. Con pochi abili movimenti riempii il caricatore da dieci e attesi con l’arma scarica e la canna rivolta verso il bersaglio il via dal mio istruttore di Tiro, che a quel punto credo si fosse già fatto una mezza idea con chi avesse a che fare. “Metti il caricatore nella carabina, camera la cartuccia in canna come t’ho insegnato e mostrami cosa sai fare. Mi accontento se riesci a colpire il cerchio nero a cinquanta metri almeno cinque volte”. Scambiai un’occhiata con mio padre, che annuì con un sorriso malizioso. Primo tiro: un centro. Secondo, terzo, quarto e quinto come il primo. Guardai il Direttore, che ormai aveva capito l’antifona, e gli dissi: “Cosa faccio? Continuo?” “Ma si, visto che ci sei” mi disse con un sorriso. Completai la serie da dieci colpi con altri cinque centri.
L’Olimpia era veramente un’ottima arma, ma poco adatta alle mie “cacce vaganti”, perché ingombrante e pesante. Ottenuto il mio bel Certificato e completata la burocrazia necessaria, compresa la firma da parte del genitore, inoltrai la domanda per richiedere il Porto d’Armi per uso caccia. Dopo un piacevole esame e una meno piacevole attesa di circa due mesi, verso la fine di ottobre ero finalmente un “Cacciatore” a tutti gli effetti.
Frequentavo con impegno l’Istituto Tecnico Industriale e di andare a caccia nel bel mezzo della settimana non se ne parlava nemmeno. La domenica però non c’erano santi che tenevano, neanche la fidanzatina riusciva a portarmi al cinema. Con Ken, il mio pointer a guinzaglio, ero sempre pronto e sul sentiero di guerra. Insieme a mio padre partivamo al mattino e ritornavamo alla sera, a volte senza neanche mangiare. Ero capace di correre dietro ad una merla per due ore, finché non l’avevo a tiro del mio Breda Antares a lungo rinculo, con gli strozzatori esterni intercambiabili. Per quei tempi quel fucile era il massimo, come la Diana 27 e la Beretta 22, fu un dono natalizio del mio nonno paterno Sigismondo.
Mio padre, Vice Capocaccia e tesoriere della “Cacciarella”, la squadra di caccia al cinghiale, aspettava il primo novembre com’io la fine della scuola. A me la Caccia in battuta non piaceva molto (adesso invece, sono un canizzadipendente), poi quell’anno di cinghiali se ne vedevano pochi. Fresco di licenza avevo troppa smania di sparare, e al solo pensiero di lasciare a casa il cane e di stare fermo per una giornata intera, mi sentivo male. C’era un fatto però, da solo mio padre non mi lasciava andare e poi Ken non potevo certo portarlo con il motorino. Già a quei tempi per me era inconcepibile andare a caccia senza l’ausilio di almeno un cane. Io la domenica volevo andare a “penne”, mentre mio padre voleva andare al cinghiale, come fare? Presto detto, la soluzione era semplicissima.
Andavamo a caccia insieme nella stessa zona, solo che io cacciavo con il cane nelle vicinanze della macchina, senza disturbare nessuno, mentre mio padre andava a Cacciarella dove lo portavano le “orme” dei cinghiali. Questa tecnica si dimostrò ottima e vincente per tutto il mese di novembre. Al mattino, quando ci ritrovavamo con la squadra vicino al fuoco, i tracciatori mi facevano rapporto. M’indicavano un trapasso di tordi e merli, magari dove avevano sentito cantare un fagiano, oppure se avevano visto una beccaccia. Non ero conosciuto per nome, ma come “il figlio di Gianni”. Ancora oggi, che ho quarantacinque anni, per gli amici del Bar sono e sarò sempre “Il figlio di Gianni”.
Quel giorno era il diciassette di dicembre, faceva un freddo polare e il vento di tramontana aveva trasformato il terreno in una lastra solida e compatta, dove un branco di cinghiali non avrebbe potuto lasciare una ben che minima traccia neanche saltellando. Quel mattino la squadra si accingeva a battere “alla cieca” un grosso corpo di macchia, con la speranza di trovarci almeno un animale, così tanto per potersi gustare una canizza. Mio padre & C. non avevano grosse pretese. Io invece mi ero riproposto di girovagare per una macchia nelle vicinanze, con la speranza di trovare una beccaccia o di tirare a qualche sassello.
Tutte le volte, prima di separarci, mio padre mi ripeteva le solite raccomandazioni: ”Il pranzo lo lascio nella macchina aperta. Se ti viene fame, ricordati di lasciarmi almeno un boccone per quando ritorno. Se succede qualcosa chiama che qualcuno di sicuro ti sente, visto che anche noi siamo nelle vicinanze”. Io rispondevo sempre con la stessa frase: “Non ti preoccupare Pà, ci vediamo stasera alla macchina.” Non ho mai capito chi avesse più passione tra me e il cane. A volte sentivo il campanello del pointer a cento metri e più di distanza. Era un cane molto vivace e focoso. A due anni non potevo certo definirlo un campione, ma per le mie esigenze andava più che bene. Eravamo proprio una bella coppia, ci legava un rapporto quasi fraterno. Alle merle non tiravo, perché altrimenti le puntava di continuo, ma di tordi quel giorno ne presi diversi. In inverno, si sa, fa notte presto. Non ho mai avuto paura a cacciare da solo.
Conoscendo quelle macchie come le mie tasche, non correvo certo il rischio di perdermi. Ma il pericolo è sempre in agguato, e specialmente in campagna, è bene essere molto prudenti. Non mi attardavo quasi mai. Mancava un’ora di luce prima che facesse buio quando io, stanco morto ma felice, con Ken che ancora correva come un cavallo (ma un po’ più a corto del mattino!!), rientravo camminando lungo una familiare carrareccia.
Non avevo sentito né canizze né grandi sparatorie, così immaginai che la squadra non dovesse aver avuto molta fortuna. In macchina con mio padre ci saremmo raccontati tutta la giornata trascorsa nei minimi particolari e lui, puntualmente, avrebbe colto ogni occasione per riprendermi e per darmi nuovi, preziosi consigli. Assorto nei miei pensieri mi resi conto, forse in ritardo, che non sentivo più il campanello del cane. Dove si era cacciato e soprattutto cosa stava facendo Ken? Sicuramente doveva aver trovato un animale, perché mancava da troppo tempo e il silenzio era assoluto. Dovevo cercarlo, ma non avevo la minima idea in quale direzione. Restai fermo ancora per qualche secondo con gli occhi rivolti verso l’alto con la speranza che se fosse frullato un animale sarebbe potuto venire nella mia direzione. Sentii invece uno strano rumore, insolito, come quello provocato da un grosso animale che si muove nel folto. Se era stato il cane a provocarlo come mai non avevo sentito il campanello?
Il bubbolo trillò contemporaneamente ad un latrato di paura lanciato da Ken. Ripensandoci ora, chissà che battaglia avrei ingaggiato quel giorno se avessi avuto con me i tre setters che possiedo adesso, veri specialisti per quel tipo di caccia. Dal rumore capii che Ken si trovava alla mia destra ad una trentina di metri. Ero quasi certo di sapere cosa stava accadendo: il pointer doveva essersi imbattuto in uno dei maiali bradi che infestano la zona. Mio padre, nei suoi insegnamenti, mi aveva raccomandato di guardarmi bene dall'infastidirli, perché oltre ad essere molto irascibili, specialmente le femmine con i piccoli, sono anche molto pericolosi sia per il cacciatore sia per i cani.
Scaricai di corsa il Breda senza curarmi di far rumore, poi misi in canna una cartuccia a pallettoni, caricata da Peppino dell’Armeria Stella con la mitica D.N. a terzarole. Se il maiale si azzarda ad attaccare il mio “Fratello di Macchia” prima gli sparo e poi magari cercherò il padrone per accordarci sul risarcimento. A distanza di tanti anni, non ricordo se corsi in aiuto al cane anche gridando. Quello che ricordo bene invece è la scena che mi si presentò davanti quando raggiunsi la radura in mezzo al bosco. Il povero Ken, con la coda tra le gambe e il corto pelo ritto sulla schiena, era quasi circondato da un branco di cinghiali, che tra grossi e piccoli dovevano essere una decina. Purtroppo, dopo neanche due mesi di licenza, non avevo una grande esperienza pratica. Per puro caso, senza neanche accorgermene, ero arrivato controvento e in ottima posizione. Avrei potuto tranquillamente mettere altri colpi nell’automatico ed iniziare a sparare, magari per primo, al cinghiale più grosso mentre invece……..
Quello che mi preoccupò fu l’incolumità dell’ausiliare. Istintivamente alzai il fucile e sparai al cinghiale più vicino al cane, che guarda caso era una scrofetta di una quarantina di chili. A pochi metri da me mi guardava un solengo enorme! Dopo lo sparo tutto il branco partì veloce nel folto eclissandosi in un secondo. Il pointer, al quale non mancava certo aggressività e coraggio, cominciò ad azzannare il cinghiale morto, come a volersi vendicare dello spavento che si era preso. Il primo pensiero che mi passò per la mente lo dedicai a mio padre: Chissà che faccia farà quando lo vedrà? A proposito, dovevo avvisarlo. Cominciai a chiamare con tutto il fiato che avevo in corpo ricevendo solo una flebile, lontanissima risposta. Nella speranza che avesse capito, mi misi ad aspettare ed a fare la guardia alla mia splendida preda.
Ero al settimo cielo, pensai che negli anni a venire avrei abbattuto molti altri cinghiali, ma ero certo quello che stavo accarezzando non l’ avrei mai più dimenticato. Qualcuno in lontananza mi chiamava allarmato. Erano i “bracchieri” che rientravano con i segugi sfiniti legati al guinzaglio. Gli risposi a gran voce che tutto andava bene e di venire a vedere cosa avevo preso. Alla vista del cinghiale il più anziano di loro, con una semplice frase, mi riempì d’orgoglio: “Buon sangue non mente. Sei proprio il figlio di Gianni. Adesso con calma raccontaci com’è andata. Noi, in venti, non abbiamo trovato niente.
Descrivere come avevo ucciso quel cinghiale fu come rivivere la scena in un sogno. Quando finalmente arrivò mio padre, mi trovò che dominavo la piazza. Per l’ennesima volta raccontai anche a lui come si era svolta l’azione, aggiungendo innumerevoli lodi al talento del grande Ken. Mi interruppe Alberto, il Capocaccia soprannominato “Er Diavoletto”, che con un aria solenne disse: “Adesso preparati a ricevere il Battesimo di sangue”. Conoscevo quel rito per averlo visto fare un sacco di volte, da quando, ancora bambino, seguivo mio padre tutte le volte che battevano una zona comoda. M’inginocchiai sereno per ricevere i segni sul viso tracciati dall’anziano Capocaccia con il sangue ancora caldo del mio primo cinghiale. Guardai mio padre e per un attimo mi sembrò di vedere che avesse gli occhi lucidi, chissà forse gli dava fastidio il fumo del fuoco che ardeva nelle vicinanze, oppure gli bruciavano gli occhi perché era stanco? Soltanto tanti anni dopo capii perché quel giorno i suoi occhi lacrimavano. Quando anche io provai le stesse emozioni il primo giorno che vidi mio figlio in mimetica con in spalla uno zainetto, alla cintura una vecchia cartucciera ed in volto il suo sorriso più bello. Mi disse: “Papà posso venire a caccia con te domani?”
Marco Benecchi
NB
Molto tempo è passato da quel giorno (quasi 40 anni!!)
E di cinghiali ne ho incontrati molti altri
Nelle due foto ci sono i miei due “record”
Quello abbattuto all’aspetto, con carabina Winchester cal. 375 H & H N 168 kg
E quello preso in battuta con HK 77 cal. 308 158 kg
Tags:27 commenti finora...
Re: IL BATTESIMO caro marco vedo che usi spesso HK770 ma la tua non si inceppa mai? La mia spesso e volentieri che colpi usi
da belfanti
09/12/2013 21.02
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Re: IL BATTESIMO Caro Marco ti apprezzo da anni per tutto quello che scrivi e che mi pregio di leggere.
In questa occasione voglio chiederti un consiglio sulla ricarica di un Blaser K95 in cal. 22-250:
una ricarica con 36,5 grani di Vit 140 ed una palla nosler da 55 grani riesce a stare in 15mm a 110 metri mentre utilizzando una palla Barnes TTSX da 55 grani mandandola a velocità da 950 a 1100 ms la rosata più stretta è di 50 cm. Dove credi che io possa sbagliare? ho provato le Barnes con fb da 0 fino a 4 mm,
da 33 grani di Vit. 140 fino a 37 grani di Vit. 140, ho usato altre Barnes TTSZ da 60 grani e la precisione resta pessima mentre delle Nosler Partition da 62 grani sono da 0,75 MOA.
Grazie per l'attenzione ed i consigli. da rocco c
01/10/2013 11.42
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Re: IL BATTESIMO Bravissimo Marco! Davvero un racconto meravigloso! Fa venire la pelle d'oca! da Flippo M.
16/09/2013 23.58
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Re: IL BATTESIMO Caro Francesco,
Mi sono sempre sforzato di dire, ricordare e magari anche "insegnare" che la caccia non assomiglia per nulla alla guerra. Stessa cosa quindi per le armi da utilizzare.
Gli Eothech non sono nati per scopi venatori.
Molto MEGLIO un Docter (2 o 3), un Burris, un Meopta, uno Zeiss.
Più piccoli, affidabili e sopratutto MOLTO PIU' BASSI!!!!
Tra le ottiche da battuta il prezzo ne decide spesso la qualità.
Ottimi prodotti li fanno un po' tutte le grandi marche.
Io posso confidarti la mie preferenze personali, nell'ordine
KAHLES, S. & B, vecchi Swarovski PVI, vecchi Zeiss, Docter buoni anche i Meopta R1 e i Burris Four X.
Dai 6 - 700 euro in su trovi buoni prodotti.
Al di sotto tutte "cineserie"
Spero di esserti stato utile.
In bocca per domenica da Marco x Francesco
13/09/2013 6.16
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Re: IL BATTESIMO Marco ti volevo chiedere un parere sul punto rosso eotech xps 2. Oppure x una onesta ottica da battuta quanto ci sarebbeda spendere e quale ottica? da francesco
12/09/2013 20.53
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Re: IL BATTESIMO per bansberia.
Chiedo scusa. Ho omesso i saluti. Non me ne voglia. Mea culpa.
Cordialissimi saluti.
Pietro da Bopi
12/09/2013 12.19
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Re: IL BATTESIMO Ringrazio bansberia per il suo intervento e soprattutto per il suggerimento che pondererò a fondo. Mi si permetta tuttavia di esporre il mio pensiero sottolineando che è il pensiero di un profano e molto poco addentro alle questioni tecniche: 1) indubbiamente è un peso di cui si farebbe ben volentieri a meno, ma considerando le mie uscite che in futuro potrei fare ( da tre anni per motivi vari non vado a caccia e ho non poca nostalgia per la mia squadra di cinghialai ) potrei anche accettare quel " peso "; 2) Non so ( devo informarmi presso il mio caposquadra ) se in provincia di Alessandria per gli ungulati sia ammesso il combinato; ritengo che l'etica del cacciatore debba prevalere sul " devo portare a casa assolutamente qualcosa ", che appartiene a non pochi sedicenti cacciatori; 3 ) in valigetta c'è anche un paio di canne cal.12 se si volesse fare la vagante, il che escluderebbe il cannocchiale ( o no ?); 4) amare l'arma fine è un piacere identico a quello dell 'avere una doppietta d sconosciuti artigiani liguri degli anni '30 che per te vale quanto una Bernardelli o una Fausti ( pe citarne alcuni ). In ultimo: se per " volgare materialista " si intende come appartenente al " vulgo ", mi ci metto anche io perchè ritengo che quei " vulgari " abbiano una grande dote: la modestia da bopi
12/09/2013 11.15
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Re: IL BATTESIMO Suggerimento a BOPI. Con molto rispetto per Perugini e Visini (bravissimi), lascerei stare il combinato, per tre motivi: 1) se lo si usa per cacciare a palla il peso della canna a pallini è una zavorra inutile per la maggior parte del tempo 2) in qualche provincia italiane il combinato è vietato perché il suo uso è contrario alla scelta del tipo di caccia (in altre parole, se si va a ungulati non si può sparare la lepre o la cesena) 3) La "piega" del calcio per il tiro a pallini è incompatibile con il cannocchiale. Conosco parecchi cacciatori che hanno il combinato e pochissimi hanno usato la canna a pallini a caccia. Conclusione: per chi ama l'arma fine scegliere un basculante monocolpo, per i volgari materialisti (il sottoscritto) carabina a ripetizione. IBAL! da bansberia
12/09/2013 9.34
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Re: IL BATTESIMO Suggerimento a BOPI. Con molto rispetto per Perugini e Visini (bravissimi), lascerei stare il combinato, per tre motivi: 1) se lo si usa per cacciare a palla il peso della canna a pallini è una zavorra inutile per la maggior parte del tempo 2) in qualche provincia italiane il combinato è vietato perché il suo uso è contrario alla scelta del tipo di caccia (in altre parole, se si va a ungulati non si può sparare la lepre o la cesena) 3) La "piega" del calcio per il tiro a pallini è incompatibile con il cannocchiale. Conosco parecchi cacciatori che hanno il combinato e pochissimi hanno usato la canna a pallini a caccia. Conclusione: per chi ama l'arma fine scegliere un basculante monocolpo, per i volgari materialisti (il sottoscritto) carabina a ripetizione. IBAL! da bansberia
12/09/2013 9.34
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Re: IL BATTESIMO Al momento grazie per la pronta risposta. Sul tu mi trovo a disagio; essendo nuovo ho l'impressione di accelerare i tempi e di mancare di rispetto. Ho 63 anni e da sempre mi lascio guidare dalla mia etica interiore. A mio figlio potrebbe capitare l'occasione di una Voere ( molto a buon prezzo ) in uno dei due calibri sopra indicati. Per il Perugini concordo ma ... vorrà mettere possedere un Perugini e Visini ? La mia smisurata presunzione mi spinge a fare il passo.
Saluti cordialissimi.
Pietro da bopi
12/09/2013 8.34
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Re: IL BATTESIMO Caro Pietro,
E mi raccomando diamoci del tu.
Di Signore ce n'è uno solo... e a 33 anni gli hanno fatto fare una brutta fine!!!
Complimenti per le tue passioni, che poi sono anche le mie.
Consigliarti una buona carabina è al contempo facile e difficile.
Oggi ce n'è per tutti i gusti e tutte le tasche.
Devi innanzi tutto decidere se farla con iol calcio in legno o in materiale sintetico, meno bello MA MOLTO PIU' PRATICO!!!!!
Sul calibro io non mi muoverei dal 270 W, opterei per il 7 mm RM semmai ci fosse la possibilità di abbattere il cervo.
Vuoi che ti indichi qualche marca?
CZ, Roessler, Weatherby Vanguard, Marlin, Sabatti, Zoli, e tante altre che puoi trovare sotto i 1000 euro,
Il problema è poi dotarle di un buon cannocchiale.
Personalmente NON CONCEPISCO armi basculanti in calibri "da carabina" NON RIMMED, senza collarino.
Il superbo combinato in oggetto lo avrei visto meglio in calibro 7 x 65 R o 8 x 57 JRS.
Perchè mai farlo in 30.06?
Bho???
Sempre a tua disposizione.
Marco da Marco Benecchi x BOPI - Pietro
12/09/2013 7.42
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Re: IL BATTESIMO Egr. Sig. Benecchi
approfitto, forse sbagliando, del Suo blog per farLe una richiesta ( l'ho postata anche nel Forum sui fucili, forse sbagliando di nuovo ). Certo non è un commento al Suo racconto ma mi preme avere la Sua opinione: Le riporto testualmente
" Egr. Sig. Benecchi
Sono ( stato ) un cacciatore di pianura che, pur possedendo il porto d’armi da qualche anno, è alquanto profano di cani,caccia ed armi. Eppure la passione è tanta, soprattutto per le armi. Confesso il mio amore smisurato per le armi fini. Non ne possiedo nessuna. I meccanismi che sono alla base di queste opere d’arte mi fanno brillare gli occhi, eppure non ne saprei riconoscere la differenza in armi ( fucili ) simili. Mi affascina la lettura di articoli di esperti ed “ invidio “ il loro essere esperti. Si, va bene, ma tutto questo a che pro ? mio figlio lavora in un C.A. e quest’anno inizierà, si spera, la sua avventura di cacciatore in montagna. E’ alle prime armi, avrebbe bisogno di una carabina ( ci si sta orientando verso l’usato ); gli è stato suggerito il calibro 270 od il 7mm. ( caccerebbe gli ungulati, fino al cervo ). Le chiedo, e vengo al dunque, anche se capisco la difficoltà nel citare x anziché y, di indicarci in ordine decrescente n. 3 carabine corredate dell’ottica appropriata per distanze dai 150 ai 200m. Il badget non supera i 1000 €.
Per me Le chiedo invece una opinione ( considerando che andrebbe sicuramente in rastrelliera per riempirmi, come si suol dire, gli occhi ): ho adocchiato, usato, un combinato Perugini e Visini n/a ( sic )ca. 12 magnum ***/ 30.06 ottica Swaroskvi 1,5 - 6 x 42 più canne lisce ca. 12 ****/**. Non conosco il modello. Cosa mi suggerisce di fare ? Posseggo il Trap Maestro degli stessi Artigiani e ne sono fiero pur essendo una schiappa nella disciplina. Se un domani mi venisse voglia di far compagnia a mio figlio potrei utilizzarlo tranquillamente ?
Grazie per la cortese attenzione.
Cordiali saluti. Pietro "
da bopi
12/09/2013 6.35
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Re: IL BATTESIMO Grande Marco!!! da carabix3006
09/09/2013 10.47
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Re: IL BATTESIMO Chissà quanti bei salami con tutta 'sta carne suina. da norcino
03/09/2013 14.36
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Re: IL BATTESIMO Tiretala di meno. da giovane cacciatore
02/09/2013 18.26
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Re: IL BATTESIMO Complimenti Marco,per il tuo racconto,gli occhi lucidi sono venuti anche a me.Una scena da raffigurare in un quadro. da agostino
30/08/2013 12.46
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Re: IL BATTESIMO Complimenti, un racconto che trasmette emozioni, davvero bravo!
da lone wolf
29/08/2013 11.49
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Re: IL BATTESIMO Complimenti Marco racconto bellissimo..leggendolo mi sono ricordato del mio primo cinghiale un emozione unica.. da alcn30.06
28/08/2013 13.54
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Re: IL BATTESIMO Grazie a Voi.......................
Poi, se Vi farà piacere, vi racconterò dei miei "incontri ravvicinati" con i due esemplari delle foto allegate.
Un caro saluto
Marco da Marco x TUTTI gli amici
27/08/2013 11.53
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Re: IL BATTESIMO anche per me è molto simile il ricordo di pre e post porto d'armi e devo dire che un racconto così bello e ben descritto ci fa capire quato sia importante ll'amore per la nostra passione.
grazie Marco complimenti !!! da turdu
27/08/2013 8.55
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Re: IL BATTESIMO Complimenti...questa si che e' vera passione..purtroppo di questi tempi e' davvero raro sentire racconti cosi intensi ...le passioni dei giovani di oggi sono le discoteche alcool ecc..dovrebbero prendere esempio..saluti e un augurio di vivere al massimo le prossime stagioni :) da federico
26/08/2013 14.45
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Re: IL BATTESIMO Complimenti Marco , racconto verame bello ed emozionane! da Rasse
26/08/2013 11.37
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Re: IL BATTESIMO Mi associo ai complimenti per il racconto perchè ripercorre un percorso di crescita venatoria simile alla mia, perchè conosco ,per esserci cresciuto e probabilmente abbiamo calcato gli stessi sentieri, quei posti dove è nato e maturato venatoriamente Marco,perchè a quei tempi la caccia veniva ancora praticata con armi "convenzionali"....poi c'è stato l'avvento delle carabine e da li mi dissocio.Cmq bel racconto davvero!!!!! da Carlo
26/08/2013 7.20
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Re: IL BATTESIMO Faccio i miei più vivi complimenti al mio fratellino Marco, e lo ringrazio del bel racconto; al colonnello invece, dato che mi pare leggermente inacidito, auguro di trovare un po' di quella serenità che la nostra passione ci regala. In bocca al lupo a tutti per la prossima apertura! da Filippo 53
25/08/2013 20.34
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Re: IL BATTESIMO Bravo marco bellissimo racconto da calogero
24/08/2013 13.57
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Re: IL BATTESIMO Ti posso capire, è una sensazione bellissima ,anche mio figlio mi chiede di venire a caccia con me e vederlo vestito da caccia è una cosa molto piacevole. Quando anche mio figlio abbatte il suo primo colombaccio fu per lui e per me una sensazione molto bella. W la caccia e w i cacciatori giovani. da P.G.
24/08/2013 6.58
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Re: IL BATTESIMO e ora caro Marco Benecchi ti faccio uscire un altra lacrimuccia perché invito tutto il blog ad alzarsi in piedi e applaudire questo tuo bellissimo racconto che, varianti a parte, accomuna sicuramente tutti i nati sotto il segno di Artemide.
leggere queste righe riaffiora alla mente splendidi ricordi che sembravano ormai perduti.
sinceri complimenti da nemico pubblico x blog
24/08/2013 0.49
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