Trapelano altre notizie sull'indagine della magistratura romana che ha portato agli arresti domiciliari dell'Avv. Cerroni e di altre sei persone che sono coinvolte nell'inchiesta sul traffico di rifiuti del Lazio. Si dice che autorevoli esponenti di quel mondo collegato alla tutela dell'ambiente sarebbero implicati nella faccenda con responsabilità anche gravi.
Circolano nomi di alcuni di costoro, che se le voci venissero confermate potrebbero risultare nel novero di quella vasta schiera di coloro che hanno contribuito a creare il sistema delle aree protette. Nel caso fioccassero denunce, rinvii a giudizio e, conseguentemente, condanne definitive, si potrà pensare che la creazione di sistemi di aree protette potesse essere stato funzionale non solo alla creazione di clientele atte a rastrellare voti nelle elezioni ma anche alla "distrazione di massa" dell'opinione pubblica convinta di vivere in un paese naturalisticamente intatto e fortunato e non in una nazione martoriata da un sistema illecito e diffuso di traffico di rifiuti con conseguenze micidiali per la salute umana. Come leggiamo su tutti i giornali, nel 1997 i risultati della Commissione Parlamentare di Inchiesta sullo sversamento di rifiuti in Campania furono segretati e poi volontariamente insabbiati da chi aveva interesse a non far conoscere la realtà del disastro ambientale italiano all'opinione pubblica, così come i risultati delle indagini delle forze dell'ordine.
Qualche mese fa il Boss Schiavone ha rivelato il sistematico avvelenamento della Campania avvenuto nel silenzo inquietante delle istutuzioni e noto agli "addetti ai lavori" fin dal 1997. Perchè i governi susseguitisi in quegli anni, governi in cui anche rappresentanti del movimento ambientalista facevano parte di maggioranze di governo, non intrapresero nessuna azione di contrasto della malavita e di bonifica del territorio? O comunque non denunciarono con sufficiente forza e chiarezza - anche con forme di protesta clamorose che in altre occasioni non hanno indugiato a sostenere - la gravità della situazione? A chi faceva comodo il velo di omertà calato sulla vicenda Campana? E quale ruolo hanno avuto nel Lazio certe correnti di pensiero che si ergevano a moralisti e protettori dell'ambiente mentre lo sversamento di rifiuti a Malagrotta veniva prorogato nonostante dal 2004 tale discarica era stata considerata "esaurita" e quindi non più capace di accogliere rifiuti? Che sia giunto il momento di conoscere un'altra verità?
(A.P.)