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14/03/2014 

Se lo domanderemo a un cacciatore, la risposta certo sarà affermativa; se lo domanderemo a un animalista, la risposta certo sarà negativa; se lo domanderemo allo stereotipato «uomo della strada» o alla celeberrima «casalinga di Voghera», ovvero a soggetti non schierati, la risposta sarà sovente «non so»…
Ma se noi volessimo esercitarci un pò più che accademicamente sul tema, che elementi potremmo portare a sostegno della risposta affermativa? Spigoliamoli qua e là, senza un necessario ordine d’importanza.
Innanzitutto, ci viene a mente il contributo volontario, ergo gratuito, che ormai molti cacciatori offrono alle amministrazioni per contenere numericamente le specie invasive e opportuniste (nutrie, cinghiali, piccioni, corvidi, ecc.) causa di danno alle colture agricole e alle attività zootecniche.
Poi, come non dare evidenza al ruolo nuovo, ma di indubbia, crescente importanza in prospettiva, del monitoraggio sanitario della fauna selvatica? Ufficialmente varato in alcune regioni settentrionali e centrali, su base naturalmente volontaria, diverrà cruciale nel prossimo futuro, anche perchè se ne sta discutendo ampiamente pure a livello comunitario. In terzo luogo, ci corre l’obbligo citare i ripristini e miglioramenti ambientali che, a patto siano concretamente realizzati, contribuiscono alla diversificazione degli habitat e quindi delle specie selvatiche, in una parola sola alla conservazione della biodiversità (con risorse proprie del mondo venatorio).
E ancora, perché tacere della carne di qualità, dalle eccellenti caratteristiche organolettiche, che può essere immessa nel circuito della ristorazione dai cacciatori, oggi ufficialmente riconosciuti quali «produttori primari» dai regolamenti comunitari di settore?
E poi non si dimentichi il sostegno alle economie locali, rurali in particolare, con l’acquisto dei prodotti enogastronomici tipici, con la frequentazione agrituristica, con il consumo dei carburanti, ecc. ecc. Chi altri contribuisce alla stessa maniera? Nessuno.
Anche perché pur essendovi numerose altre categorie di cittadini frequentatori della natura, esse non sono autorizzate nè abilitate dalle norme all’effettuazione di compiti basilari (vedasi su tutti il conternimento delle specie e il loro monitoraggio sanitario), poichè non sono mai legittimate all’apprensione fisica degli animali viventi in libertà.
Si dovrà ben discutere se i cacciatori, e quali, e quanti, assolvano bene o male a queste loro «mansioni», ma nessuno potrà negarne i potenziali effetti benefici per la collettività. Perché nessun animalista e nemmeno la maggioranza degli ambientalisti hanno mai investito un Euro oggi, una Lira ieri, per cercare di intervenire sui territori fuori dalle aree naturali protette: anzi, spessissimo non l’hanno mai fatto nemmeno all’interno di queste ultime, vuoi per motivi ideologo-ecologisti, vuoi perché non dovendo pagare tasse allo Stato e alle Regioni per esercitare l’animalismo o l’ambientalismo, i denari sono abituati a chiederli piuttosto che a versarli.
E’ una semplice forma mentis… Buoni e cattivi certamente esistono fra tutti i portatori d’interessi (stakeholders oggi si chiamano) ed è esattamente per questo che deve finire l’ipocrita malcostume di vedere sempre e comunque il male solo tra i cacciatori, mentre i presunti buoni pontificano con la mano tesa! Allora, in conclusione, sono utili i cacciatori?
Chi scrive è convinto di sì, così come è però convinto che potrebbero, potremmo, fare molto di più e meglio. Qualche proposta sul «come», la rimandiamo a successive riflessioni. 
 
Massimo Marracci

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3 commenti finora...

Re: I cacciatori sono utili alla collettività?

Sicuramente ed ad esempio sono utili a quelli che vivono grazie ai soldi che sborsano. Però i nostri "dipendenti" invece di ringraziarci o almeno rispettarci spesso ci trattano come pezze da piedi. Tutto perfettamente in linea con il "sistema" del non senso.

da Ezio  16/03/2014

Re: I cacciatori sono utili alla collettività?

In questo caso faccio un ragionamento al contrario.Se non ci fossimo cosa succederebbe al territorio,alle coltivazioni,agli animali,ai posti di lavoro perduti in molti settori,alle amministrazioni con meno soldi anche se qui basta inventarsi altre tasse e risolto il problema.Siamo parte integrante di questo mondo di questo ecosistema.

da agostino  15/03/2014

Re: I cacciatori sono utili alla collettività?

a chi sono utili? a nessuno... massimo cerca di essere obbiettivo COME PUOI PENSARE se non sei cacciatore che noi siamo UTILI??? per i corvi? le nutrie? il contenimento degli ungulati? i piccioni? gli storni?? ma sai cosa gli frega all'oppinione pubblica? NULLA - NIENTE - ZERO ASSOLUTO! fai una prova vai dai tuoi vicini e fagli un paio di domande e capisci che SIAMO IL NULLA... anzi dobbiamo essere contenti di poter ancora andare a caccia GRATIS con 10.000 regole ( grazie a noi) con 100.000 problemi ( grazie a noi) e di poterlo ancora fare per un pò! Ma il futuro amico è nero , il futuro non siamo noi. Il futuro sarà la gestione delle amministrazioni pubbliche con piani di controllo ( segreti per non infastidire l'oppinione pubblica) da parte di soggetti pagati come la Polizia Provinciale. I volontari saranno soppressi ( giustamente) e la caccia sarà chiusa o patrimoni di pochi eletti con GROSSI e GRASSI portafogli. LA COLPA E' TUTTA NOSTRA ma è giusto cosi. La mia proposta "PRENDI TUTTO QUELLO CHE PUOI OGGI" per domani non vi è certezza. Cordialmente

da Paolo  14/03/2014
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