Il calendario venatorio “preadottato” dalle Regione Umbria mortifica le aspettative dei cacciatori e l’economia regionale. La Giunta Regionale dell’Umbria, con candida prosopopea ha reso noto che “la giornata di preapertura sarà divisa in due mezze giornate”. Si tratta, nel caso, dell’apertura della caccia in Regione che di fatto anno scorso avvenne il 1° di settembre per l’intera giornata. Ma l’anno precedente furono due giornate e gli anni ancora precedenti intere giornate a specie stanziali e migratorie.
Insolita tempestività nella pubblicazione, quasi una “chicca”, il calendario venatorio 2014/15, che per i cacciatori umbri e le persone di cultura onnivora, assume l’aspetto dell’ alone di un rigurgito animalista. In sostanza: un matrimonio da consumare a metà!
Siamo indignati come non mai, perché anche quest’anno la Giunta Regionale ha tarpato le legittime aspettative di coloro che pagano la tassa venatoria più esosa d’Europa, mortificando un diritto codificato dalla consuetudine e dalla scienza, laddove al 1° di settembre di ogni anno, la migrazione di tortore e quaglie è praticamente agli sgoccioli.
Tassa ancor più sconcertante se si considera che le stesse specie – tortora e quaglia – sono cacciate in tutti i Paesi del centro Europa già dal 15 agosto. Data che si ricorda puntuale a memora d’uomo.
In sostanza, ancora una volta, i frutti esponenziali della selvaggina che si è riprodotta sul nostro territorio ed è in fase di migrazione accelerata, viene lasciata migrare nei luoghi di svernamento, procurando di fatto un danno economico per la Regione, che corrisponde a circa 30.000 capi tra tortore e quaglie non incarnierate.
La Giunta Regionale non può aver dimenticato il risultato referendario del ’90 e il conseguente consenso dimostrato dai cittadini dell’Umbria per l’attività venatoria e la fruizione dell’ambiente, come non può dimenticare il gran valore biologico della selvaggina nel momento in cui la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità, lancia l’allarme delle resistenza dei batteri agli antibiotici usati a iosa negli allevamenti. Sia negli allevamenti da carne, sia negli allevamenti di pesce.
Mario Bartoccini – Portavoce del Club Cacciatori “Le Torri”.