Ne va della nostra Salute, del nostro portafoglio, della nostra Libertà
Visto che la recente proposta di alcuni animalisti, di eliminare le pecorelle dal presepio è stata giustamente condannata e derisa da tutti, ancor prima che potessero avanzare anche quella di convertire alla trazione elettrica la slitta di Babbo Natale per non sfruttare le renne, ho pensato, in occasione degli auguri di Natale, di proporVi alcune mie riflessioni.
Qualche tempo fa, ho partecipato a Milano ad un workshop sul mercato della pellicceria durante il quale ho sentito diverse posizioni che mi hanno fatto riflettere. Mentre uno dei relatori sosteneva che una comunicazione pubblicitaria che scolleghi l'immagine del prodotto "pelliccia" da quella dell'animale "fonte" può aiutare a superare eventuali barriere etiche instillate nei consumatori dalla propaganda animalista, un partecipante è intervenuto facendo notare che avviene esattamente il contrario: nel momento in cui il consumatore non associa più il pelo all'animale perde una certezza e si apre uno scenario in cui una propaganda efficace può convincerlo che ne esistono di alternative. Anche se ciò è falso (nella realtà non c'è alternativa!), diventa possibile fargli credere che un prodotto della natura, com'è appunto il pelo, non sia naturale solo perchè è lavorato dall'uomo e che sia una "pelliccia", addirittura "ecologica", una fibra sintetica, un pezzo di plastica derivato dal petrolio.
L'intervento è stato premiato dagli applausi (anche il mio) in quella sede, ma è premiato nella realtà di tutti i giorni dai numeri, visto che la domanda di pellicce continua a crescere, soprattutto in Paesi dove la gente ha ben chiaro che la pelliccia la fanno gli animali e non il petrolio…
Ciò non toglie che la propaganda animalista degli ultimi trent'anni, che ha fatto e fa molta presa su media che guardano allo scoop (a volte tanto da costruirlo, visto il tornaconto che porta), e su politici che hanno perso il contatto con la realtà, ma sono in cerca di visibilità, di danni ne abbia comunque fatti e continui a farne, soprattutto ai comparti produttivi. E la colpa in parte è anche nostra…
Ho cominciato a pensare al mercato della carne: quando ero bambino c'erano le macellerie con l'insegna sovrastata da una testa di bovino e sulle pareti piastrellate quadri che mostravano gli animali sezionati, alcune esponevano addirittura foto della macellazione; alla tv l'attrice Ave Ninchi si mangiava il pollo, non "oggetti" informi dai nomi fantasiosi come panatine, croccantine, sofficini, bastoncini, ecc. Poi è scomparso tutto: il politically correct ha ritenuto che le immagini della realtà potessero urtare la sensibilità di qualcuno e le ha via via cancellate, indebolendo nelle persone la percezione che quanto finisce nel piatto un giorno camminava, fino a cancellarla… Guarda caso in questi anni si sono affermati in modo esponenziale cibi alternativi, vegetariani e vagani… Sono davvero alternativi alla carne? No!, ma una propaganda efficace può farlo credere, tolta di mezzo la certezza che la carne venga da animali appositamente allevati ed uccisi e non dai dischi volanti. Mi fa sorridere pensare che trent'anni fa (o forse quaranta) la tv dava un cartone animato in cui i vegani erano gli extraterrestri cattivi che volevano invadere la Terra: era premonitore!...
Stessa cosa vale per il latte: chi non ha avuto la fortuna di potersi andare a prendere il latte direttamente nella stalla si fermava al cancello con i bottiglioni vuoti a ritirare quelli pieni e vedeva comunque con i suoi occhi che il latte era tirato dalle mammelle della vacca. Oggi dal tetrapak è scomparsa addirittura l'immagine della vacca e ci sono consumatori che pensano che un latte parzialmente scremato o scremato, da cui cioè sono stati tolti tutti o quasi i nutritivi, valga di più di uno intero, perchè reputa quest'ultimo "troppo grasso". Pochi giorni fa una signora mi ha detto che comprerebbe subito un latte a zero grassi; io le ho spiegato che sarebbe praticamente acqua con un po' di calcio e poco altro. Poi ho scoperto che la signora non sapeva che la vacca fa il latte solo se partorisce il vitello, per il quale il latte è il primo alimento, che quindi deve essere sostanzioso; in compenso ricordava bene le pubblicità sul "rischio colesterolo"…
Ho ripensato al piumino, di cui ho già parlato in passato. Nelle nostre campagne le oche venivano avvolte con un panno caldo per far aprire meglio i pori della pelle prima di essere spiumate, senza anestesia, preanestesia e pure senza disinfettarle dopo, ma non si scandalizzava nessuno, perchè tutti sapevano/vedevano che l'oca il piumino lo rifaceva di nuovo, tutti sapevano/vedevano che il piumino tolto all'oca viva è qualitativamente migliore di quello tolto all'oca morta, tutti capivano che se uccidi l'oca il piumino non lo fa più. Oggi molti non capiscono nemmeno che tante oche sono vive e lo saranno anche domani solo perchè noi utilizziamo il loro piumino e si indignano per le oche della Gabanelli e la Giannini spiumate in tv…
Ho pensato, in fine, ai cani e ai gatti, ai quali la società attuale ha progressivamente fatto perdere quasi totalmente le funzioni di utilità per l'uomo, dicendo di volerli elevare a qualcosa in più di ciò che sono in realtà, ma di fatto condannandoli: non c'era randagismo quando il cane serviva a far la guardia e il gatto a cacciare i topi!...
Per fortuna, però, un po' di luce in fondo al tunnel comincia a vedersi: i ricercatori, ad esempio, che da sempre sono vittime di una propaganda animalista fatta di slogan, disinformazione e foto shoccanti (spesso false), contro la "vivisezione", hanno cominciato a fare informazione anche verso il grande pubblico, a mostrare le foto vere dei laboratori, le foto vere degli animali utilizzati nella sperimentazione ed anche quelle delle tante, tantissime persone alle quali il progresso medico, ad essa legato, ha migliorato, quando non addirittura salvato, la vita, e l'opinione di molti e' radicalmente cambiata.
E questo non vale solo per un settore come la salute, alla quale più o meno tutti siamo molto sensibili.
Per quanto riguarda l'abbigliamento, la Moncler, l'azienda che era stata messa alla gogna dal servizio tv sui piumini, è intervenuta tempestivamente, riuscendo a smorzare subito l'indignazione montata ad arte contro di lei, dimostrando che aldilà delle fluttuazioni dei titoli in borsa la gente i capi in piuma li compra e li indossa volentieri, ma soprattutto che è premiante, se si produce e si vende tali capi, scriverci sopra "vera piuma"!
Per il Food, la catena Roadhouse Grill, in cui il marketing si preoccupa molto di far associare al consumatore ciò che c'è nel piatto con l'animale da cui esso deriva, è una di quelle che sta meglio fronteggiando la crisi della ristorazione. In generale tutti i ristoranti con la cucina a vista sono quelli che vanno meglio…
Ed anche Mc Donald's, con i suoi hamburger e nugget, si è accorta di aver riconquistato fette di mercato che aveva perso proprio pubblicizzando che nei suoi nugget c'è davvero il pollo. Sono anche ricomparsi i quadri con gli animali sezionati nei punti vendita…
Probabilmente, quindi, gli animalisti mentono sapendo di mentire anche quando sostengono che "se i macelli avessero le pareti di vetro saremmo tutti vegetariani". Infatti, nel concreto hanno cercato e tutt'ora cercano in tutti i modi di ostacolare o far vietare alle persone, soprattutto ai bambini, qualsiasi interazione con gli animali (anche la semplice visione) che non sia da loro "filtrata" e "manipolata" in funzione della loro propaganda. Mentre bambini liberi, come i miei, nati e cresciuti in campagna, mangiano senza problemi il pollo o il coniglio con cui hanno giocato fino al giorno prima, anzi, lo mangiano più volentieri se hanno collaborato a catturarlo nella corte e a macellarlo. E non vi dico i pesci che pescano loro dal laghetto o gli uccelli abbattuti a caccia che sono andati loro a raccogliere: tormentano mia moglie fino a che non glieli cucina e poi si leccano i baffi…
Credo quindi che l'augurio migliore che possa fare a tutti per questo Natale, ma anche per i prossimi, sia di riuscire a rispolverare e rivalorizzare le nostre radici, la nostra Cultura Rurale. Ne va della nostra Salute, del nostro portafoglio, della nostra Libertà.
Buone Feste!