Fu definito "lo stupore del mondo", per la sua curiosità intellettuale, l'impulso che dette alle scienze alle arti alla ricerca scientifica. Federico II di Svevia, imperatore a 18 anni, nipote di Federico il Barbarossa, nacque a Jesi, da Costanza d'Altavilla, che - già avanti negli anni - per dare certezza alla successione e togliere ogni dubbio sulla sua nascita - lo partorì pubblicamente, in piazza.
Grande appasionato di caccia, concepì l'arte venatoria come una vera e propria scienza. Autore del monumentale trattato scientifico De Arte Venandi Cum Avibus, illustrato con dovizia di particolari, si dedicò alla caccia col falcone con una vera passione, che gli procuro anche gravi disgrazie. Nel 1248, dopo un assedio di sei mesi alla città di Parma, allontanatosi per una battuta di caccia nella valle del Taro, il suo esercito subì una decisiva disfatta, dalla quale non si riprese più. Morì due anni dopo in Puglia per un forte attacco di dissenteria, ma c'è chi dice che fu avvelenato.
Grande condottiero, nel 1228 partecipò alla Crociata in Terrasanta. Alla sua corte di Palermo raccolse scienziati e artisti, giuristi e architetti. Con la Scuola di Sicilia, dette impulso fra i primi al consolidarsi della lingua volgare; nel 1224 fondò l'Università di Napoli, in contrapposizione con quella di Bologna, caduta sotto l'influsso del Papato, col quale ebbe infiniti contrasti (nel 1245, Concilio di Lione, fu scomunicato e deposto da imperatore).
Fu grande costruttore di regge e di castelli. Bellissimo e suggestivo quello (di forma ottagonale, a guisa di una vera e propria corona imperiale) di Castel del Monte, che domina la vasta e allora brulla pianura nei dintorni di Andria, Bari, che l'imperatore fece costruire nel 1240 per praticarvi la caccia.
L'originale del grande trattato sulla caccia col falcone fu perduto insieme a gran parte del tesoro della corona durante la disfatta di Parma. Il manoscritto dei primi due capitoli che si conserva nella Biblioteca Vaticana fu fatto redarre a Napoli dal figlio Manfredi. Un'edizione integrale ampiamente commentata è stata pubblicata di recente da Laterza, grazie al sostegno della Federazione italiana della Caccia.