L’ARCI Caccia Regionale del Piemonte è da sempre impegnata ad affermare la possibilità e necessità di un’attività venatoria ecocompatibile e in armonia con l’ambiente, l’equilibrio tra le varie specie di animali, la salvaguardia delle produzioni agricole e la sicurezza dei cittadini.
È questa la nostra cultura ambientale e venatoria.
Abbiamo elaborato ed elaboriamo indirizzi e proposte in linea con questi orientamenti, aperti al confronto ed al possibile accordo con le altre Associazioni Venatorie, il mondo agricolo e le associazioni di protezione ambientale non pregiudizialmente anticaccia.
Rifuggiamo da posizioni estremistiche e demagogiche che danneggiano tutti i cacciatori, li isolano dalla società e li ghettizzano.
Noi operiamo perché sempre più l’attività venatoria venga compresa e consentita come utile e necessaria per difendere gli interessi di chi la terra la lavora e vuole trarne reddito; per chi ha a cuore che non scompaiano i piccoli uccelli predati massicciamente da corvidi e cornacchie, in forte crescita numerica; per contenere l’espansione di cinghiali, ormai diventati stabili anche alle periferie delle città e dei centri abitati, con pericoli crescenti di incidenti stradali; per gestire al meglio la specie capriolo, in significativo aumento e che attacca pregiate coltivazioni come quella della vite.
La caccia programmata seria, rigorosa e responsabile, all’interno delle leggi nazionali ed europee, assolve ad una funzione sociale molto importante.
Avere la capacità di capire come deve e può svolgersi la caccia oggi e domani significa avanzare delle proposte e dei progetti positivi, attraverso i quali parlare a tutte le componenti sociali e confrontarci con le istituzioni, in primis con la Regione, il suo Assessore competente in materia, la Giunta ed il Consiglio Regionale tutto.
Con l’istituzione regionale cerchiamo il confronto e possibili intese, poiché solo dialogando e facendo comprendere la validità delle nostre proposte è possibile avere buone delibere, leggi e piani faunistici.
Non appartiene alla nostra cultura la via giudiziaria del continuo ricorso al TAR, del conflitto permanente con la Regione. Solo in casi estremi si può ricorrere a tali mezzi, così come abbiamo fatto altre volte, ma la strada maestra è quella della proposta e del confronto.
Come ARCI Caccia abbiamo dato, nel corso degli ultimi otto mesi, un contributo fondamentale all’elaborazione di un disegno di Legge regionale sulla protezione della fauna e dell’attività venatoria, così come decisivo è stato il nostro contributo per elaborare le proposte modificative del Calendario Venatorio 2015-2016 approvato dalla Giunta Regionale il 13 aprile 2015.
Vogliamo ricordare che è stato Mario Bruciamacchie (ARCI Caccia), che dopo essersi confrontato in seno al Coordinamento con le altre Associazioni venatorie, ha elaborato e scritto sia il testo largamente emendativo della Legge regionale in via di predisposizione, sia tutte le osservazioni e le proposte modificative al Calendario Venatorio e sue successive integrazioni.
Il nostro contributo al mondo venatorio e a tutti i cacciatori è stato questo e lo rivendichiamo, mentre alcune Associazioni se ne appropriano in esclusiva e lo spacciano come loro.
Come ARCI Caccia vogliamo parlare al cervello dei cacciatori, e non alla pancia delle frange estremistiche sollecitate da qualche dirigente venatorio.
Per primi in Piemonte, come ARCI Caccia (14 aprile 2015) abbiamo emesso un comunicato di severa critica al Calendario Venatorio approvato dalla Giunta Regionale, chiesto immediatamente correzioni e modifiche a partire dall’apertura generale della caccia, che per quest’anno abbiamo proposto che avvenga domenica 27 settembre, per tornare dal prossimo anno all’apertura alla terza domenica di settembre ed all’anticipo alle specie migratorie.
Abbiamo chiesto di rispettare i tempi e le specie previste dalla Legge 157/92 e dalle normative europee, così come avviene in tutte le Regioni d’Italia.
Chi sparge il venticello della calunnia dicendo che ARCI Caccia voglia coprire o difendere a priori l’Assessore è un vile, è un bugiardo.
Noi proponiamo e cerchiamo il confronto e possibili accordi, e critichiamo quando l’istituzione compie atti da noi non condivisi.
L’attuale Calendario Venatorio è sbagliato nei tempi di caccia e nelle specie cacciabili, e va cambiato.
È giunto però il momento di dire che alcune Associazioni venatorie, tramite la loro maggioranza nei Comitati di Gestione degli ATC e dei CA, hanno più volte negli anni richiesto alla Regione, ottenendole, riduzioni dei tempi e delle specie da cacciare senza alcuna motivazione tecnico-scientifica.
Non solo, ma quando tre anni fa la Giunta Cota-Sacchetto decise di non far svolgere il referendum e preferì abolire la Legge Regionale 70/96, alcune Associazioni abboccarono e credettero alla promessa di una Legge Regionale più ampia e permissiva.
Fu un errore molto grave dell’allora maggioranza che governava la Regione e di quelle Associazioni venatorie che, allocchite, la condivisero, e che penalizza ancora oggi i cacciatori piemontesi.
Occorreva fare il referendum e cambiare solo alcune parti della Legge 70/96.
Oggi, come ARCI Caccia, siamo impegnati per conquistare una buona Legge Regionale e finalmente il Piano Faunistico Venatorio Regionale; siamo impegnati a far cambiare il Calendario Venatorio e a far sì che la Regione compia studi, ricerche ed elabori indirizzi di gestione seri e condivisi.
Ribadiamo che i continui ricorsi al TAR, il contenzioso permanente verso la Regione è il più delle volte controproducente ed è l’estrema ratio.
Ogni Associazione venatoria è libera di fare i ricorsi al TAR che crede; i giuristi diranno se anche i Comitati di Gestione degli ATC e dei CA possano intraprendere eguale iniziativa, considerato il loro ruolo e l’utilizzo delle risorse finanziarie a questo fine.
Come ARCI Caccia crediamo di difendere il diritto all’attività venatoria, i diritti dei cacciatori - a qualsiasi Associazione appartengano - elaborando proposte serie e fattibili, puntando sulla capacità di ragionamento dei cacciatori e non facendo dannosa demagogia.
Quindi ancora uno sforzo per saggiare la disponibilità dell’Assessore Ferrero e per trovare un accordo e una possibile positiva mediazione.
Mario Bruciamacchie
Presidente Onorario Arcicaccia