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set8 08/09/2015
Il 28 agosto "L'Espresso" ha pubblicato un bellissimo articolo di Emiliano Fittipaldi, intitolato "Dal Palio di Siena alle meduse: la guerra santa degli animalisti". L'articolo, che mette in luce il problema ed i pericoli (per tutti) di una forma di radicalizzazione, l'animalismo, che FederFauna denuncia da anni, proponeva anche un sondaggio intitolato "Animalista doc o specista", i cui risultati offrono importanti conferme e spunti di riflessione.
Li ho controllati il 5 settembre, ad una settimana esatta dalla pubblicazione del sondaggio, ovvero prima del possibile invio di "truppe cammellate" da parte delle varie fazioni, perché votino in maniera organizzata pro o contro qualcosa, rilevando che:
1) alla stragrande maggioranza delle persone non frega nulla della "questione dei diritti degli animali", come la chiamano gli animalisti. Interessa solo agli animalisti e alle loro vittime dirette: allevatori, cacciatori, pellicciai, circensi, ricercatori;
2) allevatori, cacciatori, pellicciai, circensi, ricercatori, insieme, rappresentano una maggioranza schiacciante rispetto agli animalisti;
3) divisi, rischiano di soccombere.
Ma andiamo ad analizzare i risultai, per essere più chiari:
alle 10.45 del 5 settembre al sondaggio erano stati registrati solo 540 voti: molto pochi se consideriamo che un settimanale come L'Espresso conta più di un milione e mezzo di lettori tra carta e replica digitale (1,665, fonte L'Espresso – Audipress 2015). Ciò conferma che il problema dell'animalismo interessa solo a chi, volente o nolente, ne è direttamente coinvolto, mentre il cittadino medio ancora non ne percepisce la pericolosità.
Io ogni caso,
circa il doppio dei votanti (347 contro 193) ritiene che, rispetto agli animali, "gli uomini appartengono a una specie superiore";
più del doppio dei votanti (394 contro 146) ritiene che, rispetto al rapporto uomo animali, "l'uomo ha il diritto di allevarli e utilizzarli per motivi alimentari e industriali";
più del doppio dei votanti (375 contro 165) ritiene che il Palio di Siena "e' una tradizione centenaria da salvaguardare";
più del doppio dei votanti (388 contro 152) ritiene che la sperimentazione animale "bisogna continuare a esercitarla per salvaguardare la vita dell'uomo";
circa il doppio dei votanti (347 contro 193) ritiene che, come sostenuto dal filosofo Fernando Savater, "l'animalismo radicale è un estremismo anti-umanista";
più del doppio dei votanti (370 contro 170) ritiene che Peter Singer, uno dei padri dell'animalismo, "e' un fanatico, perché mettere sullo stesso piano diritti degli uomini e quelli degli animali è pericoloso";
confermando che gli animalisti sono molto meno di quelli che vorrebbero far credere, mentre allevatori, cacciatori, pellicciai, circensi, ricercatori, insieme, rappresentano una maggioranza schiacciante.
Casca l'asino (è il caso di dirlo, visto che parliamo di animali) alla domanda: "cosa abolireste?", che offriva più possibilità di risposta: "gli allevamenti intensivi, la caccia, le pellicce, i circhi, tutti e quattro, nessuno dei quattro". In questo caso, mentre gli animalisti sono rimasti compatti (198 voti) nel votare "tutti e quattro", gli altri (i nostri!) si sono dispersi: 120 hanno votato, come ho fatto io, "nessuno dei quattro", 70, invece, abolirebbero gli allevamenti, 22 la caccia, 74 le pellicce, 56 i circhi…
Certo, sommati, i voti dei "non animalisti" (cosi' definiti per distinguerli, non perché non amanti degli animali: amare gli animali ed essere animalisti sono due cose completamente diverse e spesso in contrasto, checche' ne dica la loro propaganda) risultano sempre il doppio, ma divisi diventano minoranze!...
Riassumendo: per ogni domanda la somma dei voti e' sempre 540, perciò 540 persone hanno risposto a tutte le domande; solo un terzo di loro (o meno di un terzo) sono animalisti, mentre due terzi (o più di due terzi) non lo sono, ma questi ultimi, se si dividono tra loro, contro un nemico agguerrito e compatto rischiano di soccombere.
Dobbiamo puntare sulla cultura e sull'informazione dentro e fuori dal nostro mondo, perché credo che buona parte di coloro che abolirebbero gli allevamenti intensivi, non conoscano nemmeno il vero significato delle parole "allevamento intensivo" o la differenza con quello "estensivo", ma solo ciò che hanno visto o letto su media di massa spesso più impegnati a cercare lo scoop o inserzionisti paganti, piuttosto che a fare informazione; credo che tra coloro che abolirebbero le pellicce gran parte sia totalmente allo scuro di come avvenga la filiera e delle sue ricadute positive per l'ambiente oltre che per l'economia e l'occupazione; stessa cosa vale per la caccia ed anche per il circo: molti di quelli che vorrebbero abolirlo non hanno nemmeno mai messo piede sotto ad un tendone….
Dobbiamo puntare a rendere consapevole chi oggi non lo e' dei rischi dell'ideologia animalista: spiegargli che se chiudono gli allevamenti in Italia, il suo cibo verrà importato dall'estero ed oltre a costare di più, sarà più difficile verificare come e' stato prodotto e la sua salubrità; spiegargli che le ingentissime quantità di rifiuti speciali, quali gli scarti di macellazione che vengono impiegati per produrre una pelliccia, altrimenti dovrebbero essere distrutti a caro prezzo, sia in termini ambientali che economici; spiegargli che beneficia anche lui dell'esistenza dei cacciatori, che pagano le tasse per cacciare e gli offrono (gratis) una preziosa e volontaria opera di gestione e conservazione ambientale, senza la quale dovrebbe provvedere di tasca propria; stessa cosa per mantenere gli animali eventualmente dismessi dai circhi…
Dobbiamo altresì lavorare per l'unita' del nostro mondo, quello che io riconosco come ben ancorato ai principi e ai valori della Cultura Rurale. Come dimostra l'analisi del sondaggio, anche tra di noi manca informazione: ci dobbiamo impegnare, soprattutto alla luce di una consapevolezza: Solo Uniti saremo Forti! Uniti si Vince!
Massimiliano Filippi
Segretario Generale e tra i Soci fondatori di FederFauna
Consigliere e tra i Soci fondatori dell’Associazione per la Difesa e la Promozione della Cultura Rurale Tags:6 commenti finora...
Re: L'importanza dell'Unità Arrabbiato hai purtroppo citato le più grandi qualità conosciute sia dai cacciatori che dagli anticaccia;per i primi sono le fondamenta di una vita da esorcizzare per i secondi.In ogni modo e con qualsiasi mezzo! da Pietro 2
10/09/2015
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Re: L'importanza dell'Unità pietro 2 : limpido e solare. da arrabbiato 63
10/09/2015
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Re: L'importanza dell'Unità La faccio molto semplice per gli animalisti.L'uomo ha qualcosa che lo distingue dal mondo animale?Si? Allora, credo sia normale che quel "qualcosa"(intelletto o evoluzione di un cervello o quel che piu' aggrada,secondo le proprie convinzioni) lo sfrutti a suo vantaggio,come fanno TUTTE forme di vita,dalla cellula alle piu' complesse.L'uomo per molti(animalisti) non e' altro che una forma di vita sullo stesso piano delle altre,come gli animali?E allora perche' non dovrebbe comportarsi come questi?Cioe':che c'e' di strano nel porsi in cima ad una catena alimentare retta dalla regola(animale) il piu' forte mangia il piu' debole? da pietro 2
08/09/2015
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Re: L'importanza dell'Unità L'analisi e la comunicazione di Massimiliano Filippi è ineccepibile, la storia, la realtà, la verità sono nel suo racconto, la logica, il buon senso, l'equilibrio nelle proposte, io sposo in toto questi pensieri e dato che sono pensieri per me e non solo, datati, ma che fino ad ora anche se espressi, rimanevano senza seguito, spero e sono ottimista, comincino ad essere ascoltati, l'unità sara fondamentale, l'argomento è > c'è chi ci sta già lavorando e visto che si tratta di iniziative nuove, con argomenti di forte interesse generale, non solo i cacciatori, ma tutte le categorie interessate e sono tante, capiscano e si uniscano nella lotta, io ci provo. da Renzo Benzi
08/09/2015
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Re: L'importanza dell'Unità Va bene....e poi? Tutto come prima. Se non cambia la mentalità degli italiani in favore di noi cacciatori rimangono solo sondaggi e niente più. Proviamo a ripetere un referendum nazioale e poi vediamo i risultati....saluti da setter '63
08/09/2015
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Re: L'importanza dell'Unità C'è un vecchio detto che recita: "Tanto tuonò che alla fine piovve" Frase che viene attribuita a Socrate dopo i rimproveri di Santippe, che alla fine dei "tuoni" coniugali gli rovesciò dell'acqua addosso. Ma temo che fra i cacciatori non ci sarà mai nemmeno una timida ed esile pioggerellina. da Pasquale Cinquegrana
08/09/2015
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