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22/09/2008 

Giacomo CrettiL'attività venatoria é, secondo me, un modo di interagire con la natura. Personale, a volte violento, ma sempre appassionato. 
Mi piace definire la caccia uno stato mentale. Un'attività umana legata alla passione, e per questo, difficile da collocare in un mondo votato, sempre di più, all'avere piuttosto che all'essere.
La caccia é parte integrante della cultura rurale, maldestramente "rivisitata" dai cittadini che giocano a fare i campagnoli. 
La caccia è strettamente legata alle crude tradizioni contadine - alla morte del maiale etc. - alla percezione del dolore e della fatica; al desiderio della sete e della fame, condizioni percepite oggi dai più, come inutile masochismo.
Avrà un futuro? Certamente, é nata con l'uomo e con lui morirà.
Questo per quanto riguarda il sentimento....
Poi c'é la caccia intesa come strumento della gestione; promozione dell'economia delle aree marginali; valore aggiunto nel bilancio dell'azienda agricola.
Ed anche in questo caso, non ci saranno problemi, a patto che tutte queste cose siano realizzate e gestite, nel rispetto delle diverse sensibilità nei confronti della fauna, dell'ambiente e della società.  

Giacomo Cretti

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24 commenti finora...

Re: La caccia: uno stato mentale

Unico stato mentale per tutti i cacciatori ....mentalmente disturbati da forti contrapposizioni di onnipotenza....diagnosi.celebrolesi

da Bertolotti Giorgio  16/08/2009

Re: La caccia: uno stato mentale

vittorio, bravo, mettiamo a tacere tutto, così tutto va in cavalleria.
laura, sei troppo buona con i cacciatori. Sono assassini esattamente come qualsiasi serial killer che gode nell'ammazzare, solo che la legge attualmente tratta ancora gli animali come oggetti.
federico, è la solita solfa che voi cacciatori ripetete quando succedono gli incidenti. Che commento daresti allora all'episodio di quello psicopatico che ha sparato volontariamente a una guardia venatoria e l'ha quasi uccisa? Poverino, chissà che sensi di colpa avrà adesso!
Concludento: la caccia è sì uno stato mentale, lo stato mentale di una masnada di psicopatici. Se volete le emozioni forti vi consiglio la roulette russa, vi garantisco che vi darà una scarica di adrenalina (e grazie a Dio prima o poi anche una pallottola nel cranio)

da amo_laura  08/03/2009

Re: La caccia: uno stato mentale

....Ed è bella anche la spina nel dito che dopo qualche giorno ti rimmerge nel posto di caccia quando magari sei in città e la tua vita riaffoga nella banalità dalla routine.

da minos  22/10/2008

Re: La caccia: uno stato mentale

leggendovi, le sensazioni che avete espresso,la passione che trasuda dalle vostre parole riassumono in toto il mio sentire la caccia. Volevo fare un commento ma praticamente non sò che dire,avete usato tutte le parole possibili e belle, a me non rimane che gustarmi le sensazioni che esse mi trasmettono. Grazie a tutti voi

da Carlo  17/10/2008

Re: La caccia: uno stato mentale

It was of the men, not white nor black nor red, but men, hunters, with the will and hardihood to endure and the humility and skill to survive, and the dogs and the bear and deer juxtaposed and reliefed against it, ordered and compelled by and within the wilderness in the ancient and unremitting contest according to the ancient and immitigable rules which voided all regrets and brooked no quarter; the best game of all, the best of all breathing and forever the best of all listening ....
William Faulkner, “The Bear”,

Mia traduzione:
Storie …. di uomini, né bianchi né neri né rossi, ma uomini, cacciatori, con la forza di volontà di resistere e l’umiltà e la capacità di sopravvivere, storie di cani e dell’orso e del cervo in contrasto e rilievo, spinti e comandati nella e dalla natura selvaggia all’antica ed implacabile contesa secondo regole antiche ed inflessibili che svuotavano ogni rimpianto e non davano tregua; il gioco più bello che c’è, il respiro e l’ascolto più bello che c’è….

da Mimmo  14/10/2008

Re: La caccia: uno stato mentale

Caro Mario delle due l'una:
- o non so leggere ed è possibile.
- o nessuno in questo blog ti ha dato dell'animalista.
Lapsus Froidiano? LAV - Lega Anti Vivisezione-?
A dire il vero non credo, dalla tecnica di sparare le morti mi sembri più della Lega per l'Abolizione della Caccia.
Un saluto Giorgio



da Giorgio  08/10/2008

Re: La caccia: uno stato mentale

Chi ha detto di essere animalista?
Ho solo riportato una notizia il resto lo avete fatto voi.

da Mario  08/10/2008

Re: La caccia: uno stato mentale

a parte che definire la caccia uno stato mentale,sembrebbe accostarla a qualche cosa di psicologio da meritare l'intervento dello psichiatra,la caccia ,moderna,senza bisogno di esercitarla per "mangiare",fù una continuazione della cultura contadina e della naturalezza con cui si esercitava,senza tanti interventi ,da parte degli anticaccia degli ultimi tempi e di quelli che li imitano per accattivarsi la loro benevolenza ed avere patenti di verginità ecologica,con il consueto ritorno economicopolitico,perchè gli anticaccia sono capillarmente inseriti nei posti che contano e si ricordano ,eccome ,di chi è amico.Sia andava a caccia,perchè,chi più chi meno,aveva il parente in campagna e pertanto si trovava spesso a contatto con animali selvatici,sia di passo ,che stanziali,ed era naturale che accompagnando il parente cacciatore,si diventasse come lui.Ma non c'era una mentalità venatoria o un credo,ripeto:era naturale,senza farsi tanti problemi.Comunque era caccie"povere"ben lontane da quelle dei signori,che le hanno sempre esercitate in riserva e come si deduce dai servizi SKY,l'uniche oggi possibili,perchè le sole che garantisconio carnieri e ,allora in quel caso,si potrebbe ravvisare la mentalità del cacciatore,e cioè senza vergognarsi di godersi in santa pace qualche giornata di puro piacere,senza se, senza ma..

da ennio  07/10/2008

Re: La caccia: uno stato mentale

Le parole di Vittorio siano di esempio x tutti.
X Mario : dovresti vergognarti. Voi ambientalisti mi date proprio l'impressione di gente che aspetta con ansia che arrivino queste notizie x crocifiggere i cacciatori. E' stato un incidente. Quell'uomo che ha sbagliato sarà distrutto dai sensi di colpa. Credi che le tue parole aiuteranno lui o la famiglia di chi è deceduto a vivere meglio?
Silenzio e rispetto...ci penserà la giustizia a dare la giusta sentenza.

da Federico  07/10/2008

Re: La caccia: uno stato mentale

Tutti i morti hanno bisogno di rispetto.
A chi sbandiera lutti altrui a funerali non ancora avvenuti solo per colpevolizzare una categoria non intento neppure rispondere.
Perchè risposta non merita.
Questa è l'ora del silenzio.
Vittorio.

da Vittorio  06/10/2008

Re: La caccia: uno stato mentale

Ho fatto un errore nel copiare il link:
Devi salire nella pagina, perchè ti ho mandato il link dei commenti

da Bartolo  06/10/2008

Re: La caccia: uno stato mentale

X Mario:


E' vero, ci sono morti pure a caccia (purtroppo). Ma più numerosi dei morti per la caccia ci sono le morti per incidenti stradali dovuti ad alcool e droghe (si dovrebbero vietare le discoteche, visto le maggior parte delle morti avviene a causa della discoteca), le morti a causa dei tifi ultras, e tanti altri.
Allora perchè prima di preoccuparvi della caccia, non vi preoccupate delle discoteche, del fumo, dell'alcool o di qualsiasi attività umana che provoca più morti della caccia?

Ora ti faccio una domanda: riesci a dirmi una sola attività dell'uomo dove non c'è il minimo rischio di morte??

Ti saluto,
Bartolo

da Bartolo  06/10/2008

Re: La caccia: uno stato mentale

VERBANIA
Ucciso a fucilate mentre cercava funghi. Incidente di caccia mortale in provincia di Verbania. La fucilata di un cacciatore ha colpito Domenico Casale, 52enne di Gavirate, in provincia di Varese, in un bosco di Falmenta.
Era alla ricerca di funghi. A sparare Walter Del Bello, 53enne di Falmenta. ■
FONTE WWW. EPOLIS.SM

NO COMENT!!!!!!!!!!!!!

da MARIO  06/10/2008

Re: La caccia: uno stato mentale

Ragazzi, la caccia è spettacolare:
la caccia è bellezza (quante persone posso dire di aver goduto di più di un migliaio di albe, immersi nella natura più contaminata?);
la caccia è natura (Quante persone 3 mattine su 7 sono immerse nella natura?);
la caccia è godere del lavoro dei cani (quante persone li portano in campagna, per fare quello che madre natura gli ha "detto" di fare, invece di fargli mettere ai propri cani insulsi cappottini?);
la caccia è conoscenza (quante persone sanno la differenza tra una folaga e ua gallinella d'acqua, per non parlare poi di periodi di migrazione, ecc ?);
la caccia è lavoro di squadra (soprattutto per quanto riguarda la caccia al cinghiale);
la caccia è condivisione (quante persone possono offrire ai propri amici un animale cacciato da loro, preso con le loro forze e i loro sacrifici -sia fisici che economici- ?)
ma la caccia è innanzitutto PASSIONE (se fosse un lavoro, e non si avesse la passione, quanti si sveglierebbero alle 4:30 di mattina, guiderebbero per 50 km o più, starebbero 30 min al freddo e al gelo, senza avere la certezza di prendere qualcosa?).

Vi saluto!
Bartolo

da Bartolo  05/10/2008

Re: La caccia: uno stato mentale

Perché la caccia non è solo caccia

La caccia rappresenta il rapimento dell’essere umano dal suo mondo “normale” e il ritorno a momenti, tempi e ritmi naturali scanditi necessariamente dalle stagioni e dagli eventi metereologici. La Caccia ti rapisce l’anima e ti riporta in campagna, siano boschi, prati, falaschi o fiumi, l’importante è viverla, cogliere in ogni momento quello che sa offrire. La caccia non finisce con la chiusura e non ricomincia con l’apertura. La caccia è per sempre, per tutto l’anno senza interruzioni, anche quando è chiusa. La mente riesce a vedere le cose in modo diverso. Un temporale o una pioggia non sono solo un evento caduto dal cielo, fisicamente comprensibile, sono nel periodo autunnale la preparazione del bosco per la beccaccia che dovrà arrivare a novembre, o la preparazione del terreno per la raccolta dei funghi a settembre ottobre, o per l’arrivo delle allodole. Una pioggia non è solo una pioggia, che ci costringe a bagnarci o a prendere l’ombrello. A seconda del periodo assume una rilevanza fondamentale, se collegata con le reazioni che successivamente avrà la natura. Se durante il mese di marzo, ai primi tepori si alterna la pioggia, tanta e tale da ammorbidire il terreno, sarà il caso di uscire in campagna a cogliere gli asparagi, per farne succulente frittate. Se invece piove a febbraio, le piene puliranno i fiumi e all’apertura della pesca alla trota, sarà un divertimento. Se, invece, le piogge arriveranno a giugno ci saranno anche i porcini e se continueranno a luglio, la quaglia non avrà problemi a nidificare e crescere i suoi pulcini in un abitat migliore, ricco di erbe e di ripari. Questa è la caccia, che per un periodo dell’anno può anche essere chiusa, ma che ti porta comunque fuori, a vivere la campagna a vivere i colori, i profumi e le metamorfosi in modo diverso, con animo diverso. Non c’è niente di cattivo, perverso o sballato in questo, c’è solo la voglia di capire come funziona tutto quello che gira intorno a noi, come i venti, il sole, la pioggia, il caldo influenzino, ritardino o anticipino, non solo l’uscita dei funghi o degli asparagi o la nidificazione delle quaglie o il passo delle beccacce, ma lo sbocciare dei fiori, il risveglio dei ricci, delle bisce, la mutazione dei girini in rane, l’arrivo delle rondini.
La caccia è una ricchezza dell’anima, è quello che non ci permette al mattino, prima di andare a lavoro, mentre prendiamo il caffè guardando fuori dalla finestra, di storcere il naso se vediamo che fuori piove, perché ci sono animali e piante che hanno bisogno di quella pioggia e che certamente riusciranno ad utilizzarla al meglio. Quella pioggia non è solo per noi, è per tutti gli essere viventi.

da antonello  04/10/2008

Re: La caccia: uno stato mentale

per il Sig. PIERO

Gradiremmo molto che ci inviasse una sua mail approfondendo i concetti da Lei espressi in massimo sunto su questo Blog.
Può, qualora lo voglia, inviarcela tramite la sezione "Amici di BigHunter"
Cordialità.

Redazione BigHunter Magazine.

da REDAZIONE BIGHUNTER MAGAZINE  01/10/2008

Re: La caccia: uno stato mentale

La caccia è un sospiro che nasce dal profondo della tua anima ... è una molteplicità di emozioni che prima di tutto le fai tue e poi cerchi di condividerle con i tuoi compagni e con chi ti sta più vicino.
Anche io sono nato in campagna e per lavoro mi si è imposta la città; ma riesco ad incontrare parte di me stesso e capire ciò che mi circonda solo in quei pochi momenti che l'essere cacciatore mi consente.

da Piero  30/09/2008

Re: La caccia: uno stato mentale

Roberto ha perfettamente ragione. La caccia è natura. Insita nell'uomo e nel suo modo di esistere. Che vadano a trovare le vere colpe fatte solo per INTERESSE.

da Sergio  30/09/2008

Re: La caccia: uno stato mentale

secondo la caccia se fatta nel rispetto delle regole è una sana è forte forma di ambientelismo a chi pensa che sia una (fesseria)provi a frecuentare un cacciatore vero è si accorgera che vuole bene alla natura piu di un animalista saluti è in bocca a lupo a tutti i cacciatori roberto

da roberto  30/09/2008

Re: La caccia: uno stato mentale

Secondo il mio modesto parere la passione per la caccia non è una semplice tradizione di famiglia, come potrebbe essere passare le vacanze in montagna o fare le grigliate all'aperto a pasquetta e ferragosto, questo è un vero e proprio richiamo ancestrale che si trasmette nel DNA di alcune persone, un istinto che non si può reprimere e che le persone comuni non riescono a capire perché è qualcosa che non hanno, altro che psicosi mentale!!!!

da martino  29/09/2008

Re: La caccia: uno stato mentale

Non credo che Laura abbia tutto sommato fatto una domanda stupida. Non parlerei certo di menti malate ma di menti che hanno più ricordi ancestrali, come dice Lei delle altre. Poco difendibile anche se comprensibile la linea di cui ci parla Francesco, la caccia è un'uiniverso e per tradizioni che si perdono nel tempo ci sono cacciatori come me che vanno alla migratoria con la stessa passione con cui ci dice della sua esperienza, certo è e qui concordo con lui che cio chè uccidiamo dobbiamo mangiarlo, magari in festa con amici. Altra cosa è sostenere la necessità alimentare come unico valore della caccia di oggi, sarebbe anacronistico. La caccia è parte dell'uomo di oggi e di sempre. E chi cacciatore non lo è forse perchè non ha avuto la fortuna, cosi penso io, di avere padri o nonni che siano riusciti a trasmetterne la vera essenza. La caccia è passione vera.

da Gianni  26/09/2008

Re: La caccia: uno stato mentale

cara Laura, chi dice che non ce n'è alcun bisogno? forse nel mondo che tu ti sei creata, e chi ti ha imposto il consumismo (anche a me lo ha imposto) ora mi spieghi perchè io non posso andare a procurarmi la carne, proteina nobile da solo? ovvio che a utto questo ci unisco il piacere di stare all'aria aperta al contatto con la natura, di vivere il silenzio del bosco. certo questo vale se lo faccio vicino a casa mia ovvio che se inzio a fare a safari in africa .... non posso certo richiamare il diritto/dovere del procurarmi la carne. pensa alla mia considerazione, dove la caccia potrebe essere un modo per inizare a parlare di "decrescita felice". capisco che a te, magari che sei abituata a vedere la carne che "cresce" nei supermercati rimane difficile poter accettare questa idea.... ma ti assicuro che nel bosco è tutto più chiaro e semplice, li non ci ono le mille sfumature di grigi.... li è tutto o bianco o nero. jnon pensare al cacciatore solo come a quello che spara centinaia di colpi con 30 gr di piombo su uccellini da 20 gr. c'è anche il cacciatore consapevole che spara un solo colpo all'anno su un animale da 60 kg. lo sai quali valori nutrizional ha la carne di selvaggina? sai come influiscono 60 kg di carne nel mio frigo in un anno?
ti lascio meditare e grazie per aver avuto pazienza nel leggermi
a presto
francesco

da francesco  26/09/2008

Re: La caccia: uno stato mentale

Già siamo divisi in associazioni venatorie, in guerre interne tra migratoristi e cinghialai ora ci manca solo la divisione tra campagnoli e cittadini. Con questo andazzo presto ci proteggeranno come specie in estinzione. La caccia ha bisogno dell'unità dei cacciatori le guerre interne servono solo a farci attaccare il fucile al chiodo.

da Tito  23/09/2008

Re: La caccia: uno stato mentale

Certamente sono daccordo con lei, chi non potrebbe esserlo amando la caccia? Lei dice Caccia stato mentale,così è anche per me "campagnolo" trasferito per necessità in città ma ancora figlio di quei valori rurali e sani, senza mezzi termini ed ipocrisia che mi hanno cresciuto. Ed alla campagna ritorno. Ogni volta mi sembra una rinascita . Lì ho i miei due cani che ormai dopo tre anni, di visite anche se frequenti sono più di mia Madre che miei e con loro ritrovo me. La caccia non morirà, tutti noi umanità, che tende a velocizzare ogni processo quotidiano neppure sapendo il perchè vero, dalla campagna e dalla caccia veniamo. Viva l'arte venatoria, viva l'aria fresca ed il freddo, viva i bambini che sanno che le patate crescono sotto terra e ne risconoscono i fiori bianchi poco prima del raccolto. Evviva la conoscenza, la caccia, l'ambiente e la campagna.

da Vittorio  22/09/2008
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