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26/05/2016 

Tra la fauna delle nostre Alpi quella in rarefazione è rappresentata dalle cinque specie di galliformi: fagiano di monte (Tetrao tetrix), pernice bianca (Lagopus mutus), coturnice (Alectoris graeca), francolino di monte (Bonasa bonasia) e gallo cedrone (Tetrao urogallus).

Due sono quelle non cacciabili francolino di monte e gallo cedrone, la prima molto rarefatta e la seconda a rischio di estinzione, mentre fagiano di monte, pernice bianca e coturnice sono quelle cacciabili e da tempo solo a seguito di censimenti e conseguenti piani di prelievo conservativi. Ne consegue che oggi la caccia non può essere la causa della loro rarefazione, anzi il costante impegno dei cacciatori nelle diverse attività di sostegno è di grande aiuto alla loro conservazione, ben altri sono i fattori negativi:

-i mutamenti climatici;
-la riduzione della pastorizia e le trasformazioni agricole con l'abbandono dello sfalcio dei prati e il conseguente avanzamento del bosco;
-la densità accresciuta dei predatori, una volta chiamati nocivi, sempre più difficili da controllare per le vigenti norme della legge 157/92 e l'interpretazione sempre restrittiva dell'ISPRA;

-in ultimo e oggi sempre più in aumento, l'escursionismo o trekking degli umani, con frequentemente al seguito i loro liberi e vaganti cani, sempre più invogliato ed organizzato per la promozione economica della montagna.
Su quest'ultimo fattore focalizziamo l'attenzione.

Le ricerche faunistiche hanno individuato da tempo i periodi più sensibili della vita dei galliformi alpini:

-l'inverno con il suolo ricoperto di neve e quindi la difficoltà a reperire il cibo e le grandi gelate che implicano uno straordinario consumo energetico;
-la cova con l'allevamento e la protezione dei pulli;

due periodi oggi sempre più soggetti al disturbo per il continuo aumento degli escursionisti sia per lo sci invernale che per il trekkin estivo e purtroppo invogliati, addirittura nelle aree protette, anche nei periodi sensibili: da Piemonte Parchi:
"La cooperativa Montagne del Mare sabato 20 e il 27 febbraio, dalle 16 alle 18, organizza due incontri per adulti dedicati ai galliformi che vivono nel Parco naturale delle Alpi Marittime. Dopo la teoria si passa alla pratica con un'uscita sul campo alla ricerca dei magnifici animali."!!

La legge federale svizzera sulla caccia prevede da sempre norme restrittive per l'escursionismo nelle bandite federali di caccia con l'obbligo di transito solo sui sentieri segnalati e nei primi anni del 2000, promossa dall'UFAM-Ufficio Federale per l'Ambiente e dal Club Alpino Svizzero, è iniziata una campagna intitolata "Chi rispetta protegge" avente per obiettivo la sensibilizzazione degli escursionisti della neve a tenere un comportamento rispettoso degli habitat della fauna selvatica in tutto il territorio e alcuni anni dopo si è giunti alla regolamentazione per legge.

Nel luglio del 2012 è stato introdotto nella legge federale sulla caccia l'articolo "
4ter Zone di tranquillità per la selvaggina" che al comma 1 recita

"Se necessario per proteggere sufficientemente i mammiferi e gli uccelli selvatici dai disturbi provocati dalle attività ricreative e dal turismo, i Cantoni hanno facoltà di definire zone di tranquillità per la selvaggina e i percorsi e sentieri utilizzabili al loro interno." e al comma 4 "L’Ufficio federale di topografia definisce nelle carte nazionali per attività sulla neve le zone di tranquillità per la selvaggina e i percorsi utilizzabili al loro interno."  Chi accede senza autorizzazione a una zona di tranquillità o lascia il sentiero prescritto è sanzionato con una multa.

Indicate quattro regole d'oro:

-rispettare le zone di tranquillità e i siti di protezione della fauna selvatica,
-muoversi nel bosco utilizzando solo i sentieri e i percorsi segnalati,
-evitare i margini boschivi e le superfici non innevate,
-tenere i cani al guinzaglio specialmente nel bosco.
All'inizio dei percorsi sono apposti cartelli segnalatori e le carte topografiche, elaborate e aggiornate annualmente dell'UFAM-Ufficio federale per l'ambiente, sono disponibili e scaricabili sul sito www.zone-di-tranquillità.ch. Certo questo è un altro mondo!


Ma anche in Francia, già alla fine del '900, era partita un'iniziativa per proteggere le zone di riproduzione del fagiano di monte, promossa dalla Federazione dei Cacciatori dell'Alta Savoia e dalla Società di Economia Alpestre, iniziativa che oggi viene completata con la protezione delle zone di svernamento. Finanziati dalle Federazioni dei Cacciatori dei dipartimenti Haute-Savoie e Hautes-Alpes e attuati con la collaborazione di personale dell'ONCFS, del Parco regionale del Queyras e di guide alpine sono stati messi in atto sistemi di difesa dei siti di svernamento, attraverso la stesura di funi con festoni fluttuanti che canalizzano gli sciatori e gli escursionisti lontano dalle zone interessate, sistemi segnalati all'inizio dei percorsi da una idonea cartellonistica. L'iniziativa interessa diversi comuni ed è in continua estensione.

Anche sulle Alpi tedesche si sta operando per l'istituzione di aree di rispetto per i tetraonidi, nelle quali limitare in modo sostanziale il disturbo antropico nei confronti di queste specie.
In Italia interessanti e approfondite ricerche sugli effetti del disturbo nelle epoche sensibili sono state effettuate sulle Alpi occidentali italo-francesi e in un parco del Trentino con risultati che indicano l'estrema vulnerabilità dei galliformi nei loro due periodi sensibili. Ne consegue che proteggere la fauna selvatica da qualsiasi forma di disturbo, dovuta alla presenza e alle attività dell'uomo, nei due momenti delicati del loro ciclo biologico, costituisce un essenziale strumento per la loro conservazione e l'istituzione delle zone di tranquillità ne sono il tramite.

Il recente Piano Faunistico Venatorio della Regione Lombardia, in via di esame e approvazione, ne conferma l'importanza ma quando saranno emanate per legge le norme di attuazione? Ci sono almeno aree protette che le hanno già istituite avendone il potere? Attendiamo una risposta.


Lucio Parodi

Tratto da Sentieri di caccia

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1 commenti finora...

Re: Le zone di tranquillità a protezione della fauna alpina

Applicare queste regole in Italia è pura utopia. Siamo terzo mondo , purtroppo.

da claudio di anzio  30/05/2016
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