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19/09/2016 

Due aneddoti recentissimi dal nostro panorama venatorio. Si può o meno condividere la caccia e, nel rispetto delle regole di civiltà, ognuno può trarre le proprie considerazioni.

Un'alba in preapertura: campagna prossima a Montemarciano. Un cacciatore provetto (appassionato e anche affermato tiratore) vede avanzare sul campo un altro cacciatore gravato dal peso del capanno di tela, dallo schioppo e anche dagli anni. 90 con tante licenze, dice il veterano al giovane meravigliato da tanta passione. Nei giorni passati ho visto diverse tortore. Vi do fastidio col mio capanno? Per carità, semmai siamo noi a dare fastidio, chiosa il più giovane nembrotte al veterano, perché tiriamo tanto. In bocca al lupo, gli uni all'altro. Trascorre la mattinata e il cacciatore provetto ed i suoi amici incarnierano un buon numero di palombe e qualche tortora. E il nostro veterano? Ha tirato qualche schioppettata e raccolto 2 tortore che, comunque, appagano la sua passione. A questo punto il comune, radicato amore per la caccia e il senso di spontaneo rispetto e ammirazione per il novantenne cacciatore, inducono i giovani a porgere 4 tortore  al collega che, quasi incredulo e commosso, ringrazia.

Secondo aneddoto. Fiume Esino, in prossimità della città di Federico II:

Anziano cacciatore, storico testimone della caccia in vallesina e nelle Marche, appassionato di anatidi, nei giorni antecedenti la preapertura scorre le anse del fiume e individua un sito ove le "papere" amano pasturare. Nei modi e nei tempi consentiti appresta, quindi, il capanno, avendo cura, la sera antecedente la preapertura, di metterci una vecchia seggiola. Prima dell'alba del "D- Day" si avvia verso il sito così predisposto, recando con se i richiami vivi, ma.....disappunto, trova 3/4 cacciatori sistemati in quel che resta della sua "faticata" posta. Alla civile domanda: "quello è il capanno da me preparato..., viene apostrofato in malo modo:" qui ce stamo noi, non ce ne frega niente chi tu sia, la sedia e il resto l'avemo buttato laggiù. Senza il minimo rispetto delle regole, dell'etica, dei capelli bianchi.

Non è da libro cuore il primo episodio, come è esecrabile (da gogna) il secondo.

Ho voluto rappresentare uno spaccato dell'attuale mondo venatorio, col suo variegato humus, ove attinge gli interpreti. A Voi, come anticipato, la riflessione. Ma la mia caccia e quella di tantissimi altri (i più) è tutt'altra storia.

Dimenticavo, il "San Martino" del primo episodio passa, nella vulgata locale, come sparatore, bracconiere senza cuore... . Ne siamo convinti?
   
                                                                                                 
Ivo Amico 

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15 commenti finora...

Re: IERI E OGGI

sposo completamente il pensiero di vecchio cedro

da pisa55  11/10/2016

Re: IERI E OGGI

ok,buono ! TOSCANA E LAZIO dovrebbero seguire l'esempio della regione limitrofa.Alle tante furbate (E ce ne sono) dei furbetti che si credono furbi,vanno trovati i rimedi adeguati.E spesso non basta.....

da toscano  05/10/2016

Re: IERI E OGGI

Certo che si ---La confinante Umbria, basta andare sul CV e leggere-- Norme che sono applicate da vecchissima data.

da Saluti  04/10/2016

Re: IERI E OGGI

x saluti : Una legge regionale,per certi aspetti fatta veramente ad hoc per contrastare i furbetti e nello stesso tempo equa e razionale nel gestire diligentemente gli appostamenti fissi.
Si può sapere la regione dove è applicata ?

da toscano  04/10/2016

Re: IERI E OGGI

Dario Dipende dalle leggi regionali e dal tipo di appostamento. Da noi-- Un appostamento fisso non può essere installato a meno di mt. 200 da un altro appostamento fisso. Un appostamento fisso al Colombaccio non può essere installato ad una distanza inferiore a mt. 500 da un altro appostamento fisso al Colombaccio. Gli appostamenti fissi al Colombaccio possono avere anche di più di un capanno purché si trovino tutti entro un raggio di mt. 50 dal capanno principale. La distanza tra due appostamenti al Colombaccio si misura dal capanno principale. Qualora ne ricorra la necessità, il proprietario ovvero il concedente dell’appostamento fisso può circoscrivere con tabelle l’area di pertinenza.
2) Gli appostamenti temporanei di caccia non possono essere installati a distanza inferiore a mt. 200 da appostamenti fissi e a meno di mt. 100 dai confini delle Oasi di
protezione, delle Zone di ripopolamento e cattura e dai Centri pubblici e privati di riproduzione di fauna selvatica o da altro appostamento temporaneo. Qualora ne ricorra la
necessità, il proprietario ovvero il concedente dell’appostamento fisso può circoscrivere con tabelle l’area di pertinenza.
3) Negli appostamenti fissi e temporanei è vietata la caccia alle seguenti specie di selvaggina: LEPRE, FAGIANO, STARNA, PERNICE ROSSA, BECCACCIA e BECCACCINO.
4) In ciascun appostamento, sia fisso che temporaneo, con esclusione di quelli per la caccia al COLOMBACCIO ed agli ACQUATICI, la caccia non può essere esercitata da più di
due persone contemporaneamente.
5) Negli appostamenti fissi è consentito l'uso di richiami vivi nel limite massimo di 40 unità di cattura e 40 unità di allevamento; negli appostamenti temporanei tale limite è di 10
unità di cattura e 10 unità di allevamento. È vietato usare o detenere, durante l'esercizio della caccia, richiami vivi accecati o mutilati e richiami acustici a funzionamento
meccanico, elettromeccanico o elettromagnetico con o senza amplificazione del suono.
6) Il cacciatore al termine dell'attività venatoria ha l'obbligo di rimuovere i residui derivati dall'esercizio venatorio e, nei terreni coltivabili, ha l’obbligo di rimuovere tutti i materiali
usati per l’allestimento dell’appostamento. Nell’allestimento dell’appostamento è consentita l’apposizione di materiale vegetale secco nel campo di tiro.
7) E’ proibita la caccia in botte.
8) I giorni 1, 4 e 11 settembre l’occupazione del sito e l’installazione degli appostamenti temporanei non possono essere effettuati prima di dodici ore dall’orario di caccia di cui al
punto D e l’appostamento temporaneo deve essere allestito esclusivamente con capanni in tela o equivalenti che possono essere rivestiti con materiale vegetale, fatti salvi i
divieti di cui al precedente punto B 2. A chi viola la presente disposizione verrà applicata la sanzione amministrativa prevista dall’art. 39 comma 1 lett. nn) della legge regionale 14/1994.
9) E’ assolutamente vietato segnare in qualsiasi modo e con qualunque mezzo il luogo in cui si allestirà l’appostamento temporaneo.

da Saluti  04/10/2016

Re: IERI E OGGI

"..Ne consegue che il "fuorilegge" è colui che ha istallato la parata lasciandola sul luogo non certo chi l'ha occupata.." da Poveri noi, con queste teste...."pensanti" 03/10/2016

E PENSARE CHE CI SONO TANTI CHE SE LA CONSIDERANO "SUA" NON OTTEMPERANDO AI DOVERI DELLA LEGGEE,OVVERO CONSENSO DEL PROPRIETARIO,VERSAMENTI REGIONALI E NON ULTIME DISTANZE REGOALARI DA CHI REALMENTE ESEGUE E SEGUE LE LEGGI REGIONALI SUGLI APPOSTAMENTI FISSI.QUELLI IN CERTO QUAL SENSO SONO DA CONSIDERARSI PROPRI (CON I SUOI SE E MA LOGICAMENTE).I FURBETTI CHE SI METTONO A 100 METRI CE NE STANNO A BIZZEFFE

da DARIO  03/10/2016

Re: IERI E OGGI

Dimenticavo la galanteria o educazione nelle vita fuori dalla mimetica è morta e sepolte da decenni cioè da quando non si cede più il posto a sedere ne ai vecchi, disabili, ne alle donne incinte tanto è vero che per richiamare l'attenzione sono stati inventati cartelli all'uopo persino quelli stradali nei pressi dei nosocomi raffiguranti donne con la pancia prominente. Chi sa mai perché il cacciatore chiede alle mimetiche domenicali sempre il massimo del massimo e mai alle gravatte di tutti i giorni, anche quelle politiche.

da Poveri noi, con queste teste...."pensanti"  03/10/2016

Re: IERI E OGGI

Lo scrivete dove vuole andare a parare non si capisce. Regalare selvaggina al "vecchietto" potrebbe significare umiliarlo . Potrebbe interpretarsi come portare sapone e corda a casa di uno condannato all'impiccagione. Il secondo aneddoto è del tutto legale chi prima arriva prima alloggia anche perché la legge prevede che l'istallazione della parata è da effettuarsi poco prima dell'inizio della cacciata onde per cui il cacciatore è presente mentre a fine cacciata la parata deve essere demolita. Ne consegue che il "fuorilegge" è colui che ha istallato la parata lasciandola sul luogo non certo chi l'ha occupata.Il CACCIATORE MARCHIGIANO dovrebbe spiegare quale sarebbe secondo lui il giusto rapporto leale con il selvatico. Forse sarebbe preferibile munirsi di richiami vivi al posto di quelli a pile? Oppure quello di esporsi alla luce del sole invece che nascosti dentro un capanno o dietro una parata? Il rapporto leale con l'ambiente quale sarebbe ? Quello di non lasciare mozziconi di sigarette, carta della colazione, qualche bossolo che non si ritrova poi tolta la mimetica gettare il frigo nella scarpata, copertoni di auto , olio esausto, asfaltare, cementificare ecc...ecc..? Sarebbe interessante qualche esempio per "correggere ed educare" i suoi colleghi cacciatori. Come anche la "mera sfida tra cacciatori" che ricordo essere una nano sfida 15/20 giornalieri se si parla di cacciatori diverso se si parla di bracconieri residenti in itaglia, non frontalieri ,dove tutte queste pippe mentali rimangono solo tra quattro mura italiote da non esportare e mettere in valigia.

da Poveri noi, con queste teste...."pensanti"  03/10/2016

Re: IERI E OGGI

Purtroppo, prevale sempre il secondo tipo di spaccato venatorio: pur di fare carniere non si rispettano nè l'etica venatoria nè le normative vigenti.................questo in tutti i tipi di caccia.
Occorre riscoprire una nuova cultura della caccia, fondata su un rapporto leale con i selvatici, con l'ambiente e................ colleghi e non relegare l'attività venatoria a mera "sfida" tra cacciatori.
Se non si comprende questo, difficilmente, potremmo avere un futuro garantito!
Grazie Ivo per lo spunto riflessione.

da CACCIATORE MARCHIGIANO  26/09/2016

Re: IERI E OGGI

Il secondo episodio esprime in modo più realistico il quadro venatorio odierno. Il primo non è da libro cuore ma quasi, tanto poche sono le probabilità che si verifichino questi episodi di "bon ton" venatorio e rispetto per gli anziani. La caccia è scaduta, come scaduta è l'educazione venatoria della maggioranza di chi la pratica. La maleducazione dilaga come il bullismo di chi si appropria di un appostamento di altri. E' vero che è temporaneo e per la legge chi prima arriva prima alloggia, ma è altrettanto vero che DEVE prevalere (e non prevale come dimostrato dal racconto!) il rispetto per il prossimo. Questo vale anche per coloro (sempre i soliti danno l'esempio) che allestiscono le poste con largo anticipo sui tempi di preapertura quando il calendario prevede la possibilità di approntarli un'ora prima della levata del sole. Ci si indigna per gli altri e poi quando si presenta l'occasione facciamo come loro. C'è tanta ipocrisia tra noi cacciatori.

da Pompeo Trombetta  26/09/2016

Re: IERI E OGGI

....ci sono delle precisazioni da fare : ci sono capanni e capanni. I temporanei sono una cosa e gli appostamenti fissi son ben altra.Non facciamo confusione.

da 154 c/so VAM  21/09/2016

Re: IERI E OGGI

Se vado,in posto e vedo,un bel capanno con la sedia,mando gli altri a prendere le altre poste e mi fermo,
finchè non viene il cacciatore,certo che se viene tardi,gli dico di accomodarsi nel capanno con me,certo non gli butto via niente.E' successo,anche a me ,di arrivare "tardi" al mio capanno,sistemato di tutto punto,non mi sono messo a fare sceneggiate,gli ho solo detto di non "romperlo" troppo.ma è stato solo quella volta,perchè dopo,non è riuscito più a prenderlo.ODIO LA MALEDUCAZIONE,SIA DEL GIOVANE CHE ANCHE QUELLA DEGLI ANZIANI(certe volte non si contengono) se devo andare a caccia x la ciccia,
smetto subito,non rientra nella mio SPIRITO e la PASSIONE CHE HO X LA CACCIA,un saluto.

da MARCELLO64  20/09/2016

Re: IERI E OGGI

Errata corrige
Inattivita'=incattiviti

da Carlo rm nord  20/09/2016

Re: IERI E OGGI

Nel secondo episodio, esecrabile sicuramente,ma solo per non aver rispettato l'anziano, va cmq detto che, da come raccontato, non mi sembra ci sia stato una violazione delle regole.....semmai il modo, l'educazione a caccia è spesso latitante. Latitante perché c'è troppa ansia, perché la caccia viene interpretata come una gara dove si deve sgomitare per riuscire, non ci sono più gli spazi, tutti concentrati in un posto e il più prepotente vince. Ci hanno ridotto così queste regole soffocanti , ci hanno inattività. L'etica venatoria di cui spesso si parla è maturata in altri tempi dove c'era spazio per tutti e ce ne era per tutti, così è nato quel senso etico , applicarlo oggi è difficile specie con i giovani.

da Carlo rm nord  20/09/2016

Re: IERI E OGGI

la rovina della caccia sta in primis nei cacciatori ... che sono specchio della nostra (in)civiltà.

da vecchio cedro  20/09/2016
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