Fino ai primi anni Ottanta, di carabine semiautomatiche per la caccia al cinghiale ne esistevano veramente pochissime. C’erano le Browning BAR, le Remington 742 Woodmaster, qualche raro esemplare di Winchester modello 100 e di Harrington & Richardson Auto e le Ruger-Sturm Deerstalker Carbine calibro 44 Remington Magnum. E
secondo me quest’ultime erano forse quelle che meglio rispecchiavano le caratteristiche che dovrebbe avere un’arma da battuta, come essere a funzionamento semiautomatico, avere un buon volume di fuoco, essere compatta e maneggevole, precisa e sufficientemente potente. Fu proprio la presunta “scarsa” potenza del calibro 44 Magnum a decretare la prematura fine della piccola Ruger Deerstalker, quando invece non era l’arma ad avere colpe, bensì le case produttrici di munizioni che improvvisamente smisero di produrre munizioni “for Carbine”, specifiche per essere usate in armi lunghe.
Moltissimi possessori della simpatica carabina Ruger si adeguarono alla situazione continuando a cacciare il Re della Macchia con munizionamento da pistola, mentre altri abbandonarono l’arma a favore di qualcosa di nettamente più potente. Quando nel 1961 la Sturm-Ruger presentò la “Deerstalker”, la cartuccia .44 Remington Magnum era già sul mercato da alcuni anni, quindi fu poco sperimentata sul terreno di caccia. La decisione dei tecnici della ditta Southport di impiegarla in un’arma lunga semiautomatica da dedicare alla caccia ai selvatici di media mole in ambiente boschivo, fece si che le più accreditate case costruttrici di munizioni del momento come Remington, Winchester e Federal decidessero di confezionare delle cartucce più potenti per essere utilizzate ad uso venatorio.
La caratteristica principale delle corte e tozze palle calibro 44 Magnum è l’elevata predisposizione ad essere impiegate in armi lunghe semiautomatiche e che consentono organizzazioni meccaniche compatte, affidabilissime e dalle dimensioni contenute. Poi c’è da considerare anche un’abitudine tutta americana, quella di poter disporre di un’arma corta e di una lunga camerate nello stesso calibro. Il 44 Remington Magnum, sebbene costituisca anche il principale motivo di disaccordo nei giudizi dati sulla carabina, se non è proprio particolarmente idoneo a cacciare la grossa selvaggina nel folto possiamo considerarlo almeno sufficiente.
Proprio a tale riguardo, e alle critiche che spesso furono fatte alla sua balistica terminale, s’intuisce che la 44 Deerstalker sia stata un’arma poco capita, e paragonarla ad altre carabine semiautomatiche camerate in munizioni nettamente più potenti come la 308 Winchester e la 30-Springfield, ecc; conferma l’esistenza di una certa confusione di base. Al di là di queste considerazioni, la carabina Ruger Deerstalker è un interessantissimo esempio di organizzazione meccanica, nella quale spicca il processo di ottimizzazione del cinematismo a recupero di gas e in generale su tutte le soluzioni adottate. Infatti è proprio l’organizzazione meccanica quella che consente alla 44 Carbine di guadagnarsi l’appellativo di carabina semiautomatica da caccia più ergonomica e più maneggevole in assoluto.
La Meccanica: La carabina semiautomatica Ruger 44 è ovviamente ispirata alla Winchester M1 calibro 30 Carbine, e come questa il suo funzionamento si basa sul solito principio del prelievo di gas attraverso un foro posto sotto la canna. Il sistema adottato è quello ideato da un certo sig. Williams, ed è caratterizzato dalla presenza di un piccolo e tozzo pistone a corsa breve che agisce per tramite di una robusta asta di armamento sull’otturatore e al quale trasmette il moto retrogrado. Lo scatto è ottenuto mediante molla a spirale agente sul cane, sul quale interviene anche la sicura a perno. L’estrattore è a gancio ed è spinato all’otturatore, mentre l’espulsore è di tipo fisso, sagomato e solidale alla carcassa mediante vite esterna. La canna è lunga 470 mm ed è rigata con sistema “microgrove” con 12 principi destrorsi con passo di 8”. La carcassa è in acciaio e ad alta resistenza; è chiusa superiormente e lavorata internamente per asportazione di truciolo. Il gruppo scatto e il sottoguardia sono invece in lega leggera. Il serbatoio è tubolare come quello dei comuni semiautomatici a canna liscia e può contenere quattro cartucce. Sempre come molti semiauto calibro12, anch’esso svolge pure la funzione di tubo guida-molla e tutore dell’asta di armamento.
L’otturatore è rotante, con una singola aletta di chiusura sulla testa. Gli organi di mira sono costituiti da una tacca a foglietta abbattibile, regolabile in elevazione, e di un mirino fisso a laminata, dotato di grano di ottone fissato mediante incastro trasversale su zoccolo. I materiali impiegati sono l’acciaio al Cromo-Molibdeno per la canna e la carcassa, la lega leggera per il gruppo scatto e il sottoguardia e l’acciaio armonico per le molle e quello al Nikel-Cromo per l’otturatore, il pistone e la presa di gas. Al momento dello sparo, quando il proiettile sotto l’effetto della pressione generata dalla combustione lascia il bossolo, le fasi del cinematismo di sparo sono così descrivibili: dopo aver percorso 190 mm il proiettile oltrepassa il foro di prelievo, consentendo ai gas di passare attraverso uno spillamento e di operare l’arretramento del pistone, la cui escursione totale è di circa 8,5 mm.
Il movimento retrogrado è trasmesso dal pistone stesso all’asta di armamento, la quale posteriormente reca una piastra munita di appendice normale alla superficie, che alloggia nell’apposita loggia sagomata dell’otturatore. Di questi primi 8,5 mm di arretramento, 6,5 sono a “vuoto”, cioè non alterna in nessun modo lo stato della chiusura, a parte l’annullamento dell’effetto di spinta in avanti praticato dal mollone coassiale al serbatoio, mentre nei restanti due millimetri l’appendice impegna il piano inclinato della loggia sagomata dell’otturatore, provocando la rotazione del medesimo ed il parziale disimpegno dell’aletta di chiusura, operazione che completa nelle successive fasi di rinculo sotto la spinta diretta del fondello del bossolo sulla faccia dell’otturatore.
A rotazione ultimata dell’otturatore, l’estrattore viene a trovarsi esattamente allineato alla finestra di espulsione e quindi in posizione simmetrica rispetto all’espulsore, ancorata al fusto sul lato opposto alla finestra medesima mediante vite.
Negli ultimi tratti di corsa retrograda la slitta di armamento, mediante una apposita appendice a piano inclinato presente sul lato sinistro, impegna un elemento elastico laminare sollevandolo, liberando il gancio di arresto delle cartucce contenute nel serbatoio tubolare, che per opera della trazione di un secondo elemento elastico elicoidale ruota attorno al perno centrale e retrocede. A questo punto la cartuccia di testa del serbatoio è libera di uscire sotto la spinta della molla interna, che spinge la munizione sull’elevatore, che solleva la cartuccia pronta all’azione dell’otturatore, che poi lo spingerà in camera.
La Calciatura: La calciatura della Deerstaker è un inno all’efficienza e alla semplicità. E’ monopezzo ed è costruita in noce americano di buona qualità. Può essere rimossa dalla meccanica semplicemente allentando una cravatta metallica che la tiene solidale alla canna, com’è possibile fare anche sulla carabina Winchester M1. Non è presente nessun tipo di orpello né tanto meno di zigrino. Nella sua progettazione s’è pensato all’essenziale. Molto scomodo il calciolo in materiale metallico (alluminio) che non aiuta di certo quando si sparano cartucce abbastanza “toste” e/o quando s’indossano indumenti leggeri.
Lo smontaggio dell’arma è quindi sufficientemente agevole, intuitivo e consente di svolgere tutte le normali operazioni di pulizia necessarie senza sforzo. A tale riguardo va comunque detto che la prima operazione di pulizia interna deve essere fatta dopo molti colpi esplosi. Le operazioni di smontaggio devono necessariamente iniziare con l’arretramento dell’otturatore fino a che lo stesso non rimanga bloccato in apertura, operazione essenziale per ottenere la separazione dell’arma dalla calciatura, in quanto in posizione di chiusura la slitta di armamento, trovandosi avanzata, contrasta con la sagomatura del legno impedendo la separazione.
Sfilando la maglietta anteriore è possibile separare tutta la meccanica dalla calciatura semplicemente tirando verso l’alto la canna fino ad ottenere lo svincolo del rampone posteriore dalla loggia presente nella piastrina solidale al calcio. Dopo è necessario separare il blocco di scatto dalla carcassa agendo sul perno posteriore con un normale cacciaspine. L’operazione successiva è quella di rilassare il mollone elicoidale rimuovendolo dal serbatoio tubolare che funge da guida. Per separare dall’arma la slitta di armamento occorre arretrare l’otturatore e farlo ruotare sul proprio asse, permettendo al perno della piastra di svincolarsi dalla loggia sagomata. La leva dell’estrattore è asportabile agendo sulla vite a taglio sul lato destro della carcassa.
L’Impiego Pratico: Le potenzialità balistiche della carabina Sturm-Ruger Deerstalker calibro 44 Remington Magnum costituiscono l’aspetto più controverso di tutta la sua valutazione. Le critiche mosse al presente binomio riguardano essenzialmente il tipo di munizionamento usato. “Purtroppo” l’arma ha dimostrato di funzionare perfettamente con quasi tutti i tipi di cartucce originali, nella fattispecie quelle da pistola e addirittura da tiro, infatti qualsiasi munizione con palla da 240 grani capace di sviluppare almeno 450 m/s alla bocca è anche in grado di far compiere l’intero ciclo di sparo alla sua meccanica.
Quindi non c’è da meravigliarsi se qualche buontempone ha usato per la caccia al cinghiale in battuta delle munizioni progettate per far saltare i barattoli. Partendo dal fatto che la cartuccia cal. 44 Remington Magmum è un prodotto intrinsecamente preciso, l’arma viene accusata di scarsa capacità di raggruppamento anche a distanze esigue. Questa accusa è veramente falsa, perché (e posso testimoniarlo personalmente) con qualsiasi tipo di munizione commerciale e/o ricaricata, sparata in 470 mm di canna consente ottime rosate fino alla distanza di 70–80 metri, non male per un’arma destinata alla caccia in bosco, su prede di buona mole in movimento. Per le prove ho usato diverse munizioni originali, tutte “for Pistol” ed i migliori risultati li ho ottenuti con le Winchester JHP da 240 grani (denominati CXP2, per prede medio–leggere).
Ma per cacciare il cinghiale, la cartuccia più prestante e potente l’ho ottenuta ovviamente con una ricarica così assemblata: bossoli Fiocchi, palla Hornady TXP Hollow Point da 240 grani 26 grani di polvere Vht. N 110 inneschi CCI Pistol Magnum. Ovviamente occorre una forte crimpatura. Come ho avuto occasione di dire spesso nei miei articoli sulla caccia al cinghiale, il 44 Magnum è sufficiente per animali ad di sotto del quintale di peso e ben colpiti. Le moderne palle da caccia calibro .44 millesimi di pollice (10,9 mm) hanno dimostrato una buona efficacia anche su capi di taglia sostenuta, e in particolare hanno mostrato i lavorare egregiamente sia contro grandi ossa sia contro grosse masse muscolari determinando vaste aree di influenza accompagnate da elevate percentuali di arresto. Purtroppo la penetrazione non è eccezionale ma consona all’uso che ne dobbiamo fare.
E’ un vero peccato che la casa di Southport non produca più questa piccola e scalpitante carabina, perché la semiautomatica Ruger Deerstalker è indubbiamente un esempio di funzionalità, razionalità ed efficienza e meccanicamente può essere considerata come uno dei prodotti armigeri statunitensi meglio riusciti. La sua affidabilità dipende ovviamente dalla munizione usata e come tutte le armi destinate alla caccia in ambienti coperti è dotata di un calcio cortissimo ed estremamente ben congegnato, che conferisce all’arma una prontezza difficilmente eguagliabile nel tiro mirato veloce. Inoltre, le modestissime sollecitazioni di sparo trasmesse al tiratore consentono il ritorno in mira con grande facilità. Sarebbe da ipocriti negare che per la caccia in battuta esistono calibri più adatti, ma il binomio Ruger Deerstalker – 44 Magnum è ormai entrato nella leggenda e andrebbe molto riconsiderato.
Marco Benecchi
SCHEDA TECNICA
Costruttore: Sturm Ruger & Co. Inc.
Southport Connecticut 06490 USA
Telephone: 603-865-2442 / Fax: 603-863-6165
www.ruger.it - [email protected]
Importatore – Distributore Bignami spa Ora (BZ)
Modello: Carbine 44 Deerstalker
Tipo: carabina a ripetizione semiautomatica
Impego specifico: caccia in battuta in ambiente molto fitto
Funzionamento: a sottrazione di gas ideato da Williams, con pistone a corsa breve
con sistema di chiusura stabile
Chiusura: otturatore a testina rotante con un solo risalto di chiusura
Calibro: 44 Remington Magnum (10,9 x 32 mm R)
Canna: in acciaio speciale termicamente trattato lunga 470 mm -18 ½ ”
con microrigatura destrosa a 12 principi con twist (passo) un giro in 8”
Sistema di percussione: indiretto, a mezzo cane interno su percussore flottante
Alimentazione: caricatore tubolare posto sotto la canna dalla capacità di 4 cartucce
Congegno di scatto: ad azione singola, diretto con peso variabile da 1500 a 2000 gr.
Estrattore: a gancio spinato sulla testa dell’otturatore
Espulsore: fisso laterale
Mire: tacca di mira abbattibile regolabile nei due sensi (altezza e deriva). Mirino su zoccolo
Castello: predisposto per il montaggio di ottica da mira, con 4 fori filettati 6/48” UNS
(due sulla culatta e due sulla canna)
Congegno di sicurezza: manuale a traversino che agisce direttamente sul grilletto
Calciatura: monopezzo in noce americano. Senza zigrino e con calciolo in metallo
Non sono previste magliette portacinghia
Peso: 2,800 kg ca.
Lunghezza totale: 940 mm
Materiali: culatta e meccanismo presa gas in acciaio legato. Otturatore in acciaio al Ni-Cr.
Gruppo scatto e sottoguardia in lega leggera
Prezzo: L’arma non è più in produzione. Se ne trovano sul mercato dell’usato, in ottime condizioni, a prezzi a partire da 400 Euro