Chissà chi devo ringraziare per quello che mi è stato concesso di abbattere durante la trascorsa stagione venatoria, ma sta di fatto che la ricorderò come quella dei “Record”, non solo perché ho raggiunto il ragguardevole (almeno per me!) traguardo di trentun cinghiali abbattuti, quanto per le due memorabili giornate di caccia che ebbi la fortuna di vivere: quando presi ben cinque cinghiali con sei colpi e quando ne abbattei contemporaneamente ben sette con nove colpi. Ho trascorso tre mesi colmi d’intensissime emozioni, ammetto anche particolarmente fortunati, ma sono sicuro che molto del successo ottenuto sia dipeso anche dall’impeccabile attrezzatura che ho usato, a cominciare dall’affidabilità e dalla precisione dell’arma e dal sistema di puntamento, per finire poi con la costanza e la letalità delle munizioni usate. A tale proposito mi sembra inutile ricordare che ogni cacciatore, più o meno esperto, ha sempre il sacrosanto dovere di verificare le qualità balistiche del trinomio, arma-sistema di mira-munizione sia in poligono sia sul terreno di caccia, perché, si sa, nonostante le prove di laboratorio e quelle contro i bersagli cartacei a corta, media e lunga distanza, è sempre l’utente finale quello che poi dovrà testare realmente la potenzialità della sua carabina sul selvatico.
Nel corso della trascorsa stagione venatoria ho deciso di utilizzare due soli tipi di munizioni calibro 30.06 in versione originale: la vecchia TIG, ora caricate in versione Original Brenneke da 150 grani e la nuovissima Hornady Superformance con palla SST (acronimo di Super Shock Tip), da 165 grani, ambedue importate da Bignami. Ho contrapposto una munizione classica europea ad una d’ultima generazione statunitense, ottenendo ottimi risultati da entrambe. Devo ammettere di essere rimasto molto soddisfatto e per nulla impressionato dalle eccellenti prestazioni riscontrate da entrambe le munizioni sui cinghiali maremmani, noti come forti incassatori e dalla proverbiale resistenza, perché da diversi anni usavo ed apprezzavo in versione ricaricata e in diversi calibri sia l’ottima palla Hornady SST, sia la TIG, indubbiamente una delle migliori creazioni del geniale Wilhelm Brenneke.
Hornady e Original Brenneke sono due ditte che hanno sempre adottato un criterio vincente alla base del loro successo commerciale: quello di progettare all’interno le macchine e le attrezzature necessarie alle proprie esigenze con impianti tecnologicamente all'avanguardia e in sintonia con la configurazione produttiva. La qualità delle munizioni Original Brenneke è proverbiale, ma anche la Hornady può contare su un ricchissimo catalogo sempre aggiornato e in costante evoluzione. Con entrambi i caricamenti da me scelti, ho effettuato abbattimenti perfetti, anche su verri di notevoli dimensioni di oltre un quintale di peso e tirati a buona distanza. Le palle TIG da 150 grani (Coefficiente Balistico .303) come le Hornady SST da 165 (C. B. .338) hanno un’espansione molto veloce, producono ferite altamente invalidanti appena colpiscono il bersaglio e non devono incontrare grandi ossa o spesse fasce muscolari per dare il loro meglio. C’è da ricordare che una buona munizione per la caccia al cinghiale in battuta è quella che “ferma” i cinghiali di piccole– medie dimensioni, non quella necessaria ad abbattere i grossi solenghi, per quelli vanno bene quasi tutte! Una buona palla, o forse sarebbe meglio dire un buon impianto balistico, spesso deve sopperire i nostri colpi imprecisi e potete stare tranquilli che una palla da 150 grani che viaggia intorno ai 900 metri al secondo, quando colpisce un cinghiale dai 30 ai 70 kg è molto, ma molto più letale di una da 180 che a fatica raggiunge i 750 m/s.
Il 30.06 è un ottimo calibro per la caccia in battuta, ma le sue prestazione possono variare notevolmente in funzione del peso e della foggia della palla impiegata. Io, in quasi quarant’anni di assidue battute al cinghiale, con centinaia di abbattimenti sulla coscienza, ho utilizzato svariati calibri e diverse tipologie di palle, valutandone pregi e difetti. E proprio grazie all’esperienza acquisita credo di poter affermare che le migliori palle calibro 308” adatte al nostro scopo sono quelle da 150-165 grani. Potenti, precise, costanti e micidiali. Inoltre, in un’arma semiautomatica, il loro mite rinculo mi ha permesso di sparare molti colpi in rapida successione, pur rimanendo sempre concentrato sul bersaglio in movimento. La trascorsa stagione venatoria ho scelto di usare delle cartucce originali quasi a scopo giornalistico-didattico, per saggiarne sul terreno di caccia le loro reali caratteristiche e mai scelta s’è dimostrata più azzeccata.
Usando esclusivamente le TIG 150 grani in prima canna alternandole alle Hornady SST Superformance da 165 non ho mai dovuto rimpiangere le mie creazioni “casalinghe”. I trentuno abbattimenti ne sono la prova tangibile! Le due munizioni hanno sempre garantito un funzionamento impeccabile nella mia Browning BAR Long Trac Composite dotata di collimatore elettronico su attacchi amovibili Contessa & C Ultralow, un ottimo potere d’arresto e una precisione di tutto rispetto. C’è ancora da dire che sia le TIG da 150 lanciate a 910 metri al secondo sia le Hornday Superformance SST da 165 a circa 905 m/s, sono da ritenersi tra le munizioni più potenti e prestanti che si possono reperire sul mercato in versione originale.
Strutturalmente le Original Brenneke e le SST sono palle completamente diverse tra loro, pur mantenendo invariato l’impiego finale. Ambedue sono destinate alla caccia a selvatici di media mole a pelle relativamente morbida. Le TIG vantano un doppio nucleo in grado di garantire un effetto shock immediato grazie alla rapida espansione, abbinato ad una notevole penetrazione. Ciò è stato possibile utilizzando due porzioni di palla costituite da nuclei in piombo di diversa densità. La parte anteriore, più morbida, entra parzialmente incuneandosi in quella posteriore più dura e pesante. Il tutto racchiuso in un mantello di acciaio balistico nickelato duttile che s’inspessisce nella parte posteriore per garantire una maggiore penetrazione. Come tutte le palle ideate dal geniale Brenneke, la TIG mantiene la caratteristica coda a cuneo adattissima a stabilizzare al meglio il proiettile in volo. E’ molto raro che le TIG non fungano alla perfezione una volta raggiunto il bersaglio ed il loro caratteristico bordo tagliente posto sulla circonferenza garantisce sempre ferite nette con una copiosa fuoriuscita di sangue. Le SST sono più semplici come concezione, sono delle vere e proprie Hollow Point a punta cava, con l’apice protetto da una punta in polimeri di colore rosso acceso. Questa caratterista, inventata dalla Nosler ma adottata da diverse case costruttrici di munizioni, ha una triplice funzione: mantenere un’ottima aerodinamicità al proiettile, garantire una espansione–deformazione ottimale e favorire la cameratura dell’ogiva nella camera di scoppio, specialmente nelle armi a funzionamento semiautomatico. Le SST mantengono le caratteristiche principali che hanno portato la Hornady ai vertici della produzione di palle da caccia, la famosa configurazione Interlock, composta da un mantello preintagliato internamente e da due sezioni circolari, una interna e una esterna posta in prossimità del solco di crimpatura della palla, create appositamente per mantenere solidale il nucleo di piombo al mantello. Questa operazione, molto più semplice da ottenere della nuova procedura di saldatura “Bonded”, ha permesso di contenere i costi di produzione e di vendita delle palle come componenti di ricarica entro limiti molto ragionevoli.
Considerando le prestazioni in gioco e la qualità dei prodotti, le munizioni Original Brenneke TIG e Hornady Superformance SST hanno un costo più che adeguato e in linea con i tempi. Ora, per cortesia, non chiedetemi quali delle due preferisco perché è stato proprio per non pormi questo dilemma che ho deciso di utilizzarle e di consigliarle entrambe.
Marco Benecchi