Eccomi, presidente della sezione comunale EnalCaccia – San Costanzo, operatore locale di progetto per il comune di San Costanzo per il Servizio Civile e per la Pro Loco dove sono consigliere della locale associazione dopo essere stato eletto presidente e vice presidente per ben 2 volte ma dove purtroppo, per impegni personali, ho dovuto rifiutare l’incarico. Se non fossi legato al territorio tutto questo mio entusiasmo per il volontariato si sarebbe già spento.
Nel mio paese godo della più appagante gratificazione di tutti i miei sforzi: la stima ed il rispetto per ciò che faccio. Tutto qui, nessun compenso economico o chissà quali fantasiosi favoritismi. Ragazzo normale? Decisamente si.. Forse quasi un’eccezione. Ma come? I cacciatori non vanno solo a caccia? I cacciatori, non sono quelli che sparano anche alle foglie purché si muovano? La risposta è secca e sincera: “No!”. Potrei essere un esempio, una prova concreta che le vesti del cacciatore sono anche quelle di una figura matura, responsabile, capace di portare avanti tutte le nostre tradizioni, dalla caccia fino ad un’ipotetica rievocazione storica passando magari attraverso una sagra paesana. Penso che ciò avvenga perché i valori che i nostri genitori o i nostri nonni ci hanno trasmesso, siano molto più forti del tempo che passa e spetta solo a noi difenderli. Se quattro anni fa nella mia intervista di “Big Hunter Giovani” per la caccia chiedevo rispetto, forse oggi mi ritrovo costretto a chiedere aiuto!
Caccia: una parola dalle mille interpretazioni a volte addirittura sbagliate. Forse è tra le più discusse del nostro vocabolario. Si spazia moltissimo sul suo significato, da “attività inutile e dannosa” a “gestione e salvaguardia dell’ambiente” attraverso il rispetto di leggi sempre più restrittive e talvolta complicate. Cacciatori: coloro che praticano l’attività venatoria. Identificazione molto semplice eppure vengono descritti come degli orchi che sotto le vesti mimetiche sarebbero capaci delle più atroci violenze, persone dalle quali star lontano e tenere a debita distanza non solo le persone civili e ogni essere vivente del regno animale ma anche e soprattutto le scuole con i loro bambini, dove bisogna passare l’immagine che il cacciatore sia sempre la figura cattiva e comunque, sia sempre la causa di tutte le problematiche esistenti nel mondo ambientale.
Ma come siamo arrivati fino a questo punto? I cacciatori hanno mai avuto veramente voce in capitolo? Hanno una figura alla quale appoggiarsi per difendere la loro passione? Le associazioni venatorie fanno realmente il loro lavoro per salvaguardare questa figura? A queste domande potremmo dare risposte ampie e veritiere. Ma mi domando, chi realmente capirebbe il vero significato della nostra passione? Potremmo fare discorsi lunghi chilometri ma tanto come dice un vecchio detto “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”. La figura del cacciatore è una figura troppa estranea dalla vita di ogni giorno, nessuno conosce la sveglia alle 4 della mattina, la canizza dei cani o l’elegante frullo di una beccaccia.
Il problema della caccia è che oggi non ha più bisogno di risposte, la caccia oggi ha bisogno di FATTI. Ricordiamoci che i principali nemici dei cacciatori sono i bracconieri ai quali poi si collegano animalisti, vegani ecc ecc. Una notizia di un animale abbattuto fuori legge fa molto più audience che 100 cacciatori che, ad esempio, senza fucile partecipano alla cattura delle lepri per il loro ripopolamento.
Mi rivolgo ai miei colleghi cacciatori, dobbiamo ripartire dal basso delle nostre emozioni. Fa male sentirsi giornalmente disprezzati, soprattutto ogniqualvolta che apriamo un social network. Le false informazioni attirano attenzione di gente credulona ma politicamente parlando anche di voti. Ecco perché in vista delle elezioni del prossimo 4 marzo non solo ci ritroviamo il monotono movimento 5 stelle a gridare battaglia contro di noi. Ma addirittura troviamo una delle più importanti coalizioni in lizza che da asilo a un vero e proprio partito ANIMALISTA guidato dalla candidata Brambilla. Ecco a che punto siamo arrivati. Non siamo stati capaci di fermare una moda che è riuscita persino a penetrare in politica e chissà con quali intenzioni verso i nostri confronti.
Eppure la maggior parte degli italiani è favorevole alla caccia, eppure questa attività smobilita centinaia di migliaia di posti di lavoro, a partire dal vestiario, dal pet food, dalle munizioni, dalla cinofilia ecc ecc. e ancora (senza fare nomi per evitare pubblicità) siamo tra i produttori di armi sportive più rinomate al mondo per la loro bellezza, efficienza e qualità; l’elenco fino ad ora citato non è assolutamente da sottovalutare considerando che ha un discreto peso sul PIL Italiano. Abbiamo tantissimi pro a nostro favore, ma nessuno ha il coraggio di prendere posizione a nostro sostegno. Veniamo lasciati in disparte, come un vecchio giocattolo col quale non ci si gioca più. Eppure questo “giocattolo” un tempo ci faceva comodo ma qualcuno se ne è dimenticato o, peggior delle ipotesi, non vuole ricordarlo.
Sono per natura una persona ottimista ma devo riconoscere che attualmente faccio veramente difficoltà a vedere un futuro roseo per la caccia finché le persone non capiranno l’importanza del nostro ruolo. E per far questo non possiamo fare affidamento su nessun’altro all’infuori di noi stessi. Per fortuna le cose stanno migliorando o per lo meno ci si prova. La recentissima nascita di FENAVERI, la Federazione delle associazioni nazionali venatorie riconosciute, che prevede l’unione a livello nazionale di Federcaccia, EnalCaccia, Arci Caccia e Anuu Migratoristi è senza dubbio un primo ma fondamentale passo in avanti per la promozione e la difesa delle attività rurali. Spero che eventuali richieste ed iniziative vengano pesate in maniera più consistente, considerando che non si parla più di una associazione ma di un’unione che conta centinaia di migliaia di persone. Finalmente si è messa da parte la stupida guerra di tesseramento e si è tornati a parlare di cacciatori e non più di tesserati! Mi auguro che questa iniziativa dia i frutti sperati e che finalmente qualche alta carica ci dia il giusto ascolto. D'altronde noi cacciatori non chiediamo nient’altro. Non chiediamo di cacciare 365 giorni all’anno, non chiediamo di sparare ad ogni animale selvatico che calpesta le nostre campagne. Chiediamo solamente che le future leggi che verranno approvate tengano conto della richiesta di tutti: agricoltori, pescatori, cacciatori, allevatori ecc. Tra ambiti territoriali, assicurazioni, tasse governative e regionali paghiamo profumatamente la nostra passione e vogliamo che questa venga tutelata.
Noi ci presentiamo senza nessun timore, fieri e consapevoli di ciò che siamo e di ciò che facciamo. Ecco perché la mia visione dei cacciatori pretende che siano figure sempre più sensibili, responsabili e soprattutto educati rispettando le opinioni di tutti. Abbiamo tristemente ricevuto una vera e propria dichiarazione di guerra da parte di associazioni ambientaliste/animaliste in questi ultimi anni e gli animi dei nostri avversari non sono per placarsi. Dobbiamo armare la nostra mano con la pazienza e iniziare a dare il buon esempio a partire dai nostri territori locali. Riavviciniamo anziani e giovani cacciatori e che inizino a divulgare con il passaparola e soprattutto con azioni concrete le nostre tradizioni senza provare nostalgia, rancore o peggio ancora vergogna. Iniziamo a farci conoscere sul luogo, le chiacchiere al bar o peggio ancora sui social non hanno mai portato a nulla. Così facendo la nostra umiltà dovrà spandersi a macchia d’olio su tutta l’Italia, dalla Sicilia fino al Piemonte; solo così possiamo recuperare la stima ormai oggi perduta e riconquistare la nostra libertà di cacciare senza sentirci in colpa come qualcuno vuole che avvenga.
W la Caccia, sempre!
Chiedo scusa per il mio personale sfogo. Queste sono le parole di un giovane ragazzo nemmeno trentenne che legato al proprio territorio ha ancora il coraggio di difendere le sue tradizioni ma che a volte si sente forse un po' troppo solo, come se stesse lottando contro tutti e contro tutto. Ecco perché ho risposto all’invito di Bighunter per metterci non solo la faccia attraverso una fotografia, ma anche, con le parole, un pezzo di cuore.
Ringrazio per questo la redazione che dà voce a giovani come me che credono in qualcosa di positivo, che credono in una società migliore. Continuate a divulgare notizie, verità e iniziative perché grazie al cielo, anche se in silenzio, ancora esistono persone che si informano, che leggono e che credono in ciò che fanno.