Il M5S ha delle buone proposte in programma, ma sulla caccia hanno preso un granchio colossale! E’ contro il popolo ed il singolo, al contrario delle altre proposte a favore del popolo e del singolo.
LA CACCIA NON E’ UNO SPORT! Va detto chiaro e forte, bisogna difendere la caccia quale auto-approvvigionamento naturale di carne come è per origine, un diritto naturale dell’uomo che mangia anche carne, e con 55 milioni di non-vegetariani in Italia, e la triplicazione dei consumi carnei pro-capite, siamo realistici, è la massa dei consumatori responsabile di una smodata utilizzazione animale, non i 700.000 cacciatori. Nei 55 milioni ci sono anche i protezionisti, gran parte degli ambientalisti, il 70% degli animalisti, e quanti altri meno ecologisti dei cacciatori.
Perciò dire “non si uccidono animali per sport” è una bella affermazione - ovvia, finita, a sè stante, ed estranea solo a pochi sciagurati - ma che non c’entra con la caccia, in cui l’ animale si uccide per mangiarlo e non per divertirsi; e ancora oggi è il modo più naturale, ecologico ed ETICO di procacciarsi carne, di attuare la forma d’autosufficienza alimentare più moderata e selettiva.
Finché dunque si mangia carne, si ha anche il diritto di andarsela a procurare autonomamente in natura, anziché mettersi in fila al supermarket per il povero pollo di batteria imbottito di chimici.
Cosa pensa il M5S, che i cacciatori debbano abbandonare la caccia e diventare anche loro clienti esclusivi di carne di mattatoio? Vogliono favorire gli allevamenti inquinanti e spreconi che hanno estirpato i boschi per coltivare mangimi, costringere ancora più animali alla prigionia e alla macellazione di massa meccanizzata?
Almeno oggi quei 700.000 cacciatori resistono ancora al consumismo alienato, e vogliono che i territori selvatici siano preservati, che gli animali siano liberi in natura e che dalla natura si prelevino, umanamente, senza sofferenze inutili.
M5S dovrebbe dire invece “ non si maltrattano gli animali per mangiarli, per spremergli il latte”, e far abolire l’allevamento intensivo da carne e da latte, piuttosto, fermare il monopolio alimentare, ridare vita alle produzioni locali famigliari. Cose molto più urgenti ed in linea con una nazione evoluta e lungimirante nelle scelte, prima che si vada a finire alla bistecca GDO online consegnata porta a porta! Che potrebbe innestarsi facilmente nel tessuto della cittadinanza digitale.
Allora è necessario che le associazioni venatorie riunite si facciano sentire per riaffermare il diritto di caccia a scopo alimentare, un segnale chiaro sarebbe la SETTIMANA NAZIONALE DEL CACCIATORE (scelta incisiva 19-26 Dicembre), una settimana di esclusione assoluta di acquisti di carne e di consumo esclusivo dei propri carnieri in tutte le famiglie di cacciatori, e di quanti altri solidali, che in cifre sono almeno 3 milioni di persone unite da ideali ed interessi, iniziativa da pubblicizzare opportunamente sulle TV ed online, il cui effetto sarà rilevabile dal calo di vendite nazionali in quella settimana.
Una protesta unitaria che ricordi l’importanza ecologica della caccia, ma sopratutto contro i monopoli alimentari che vogliono estendere la zootecnia intensiva, far sparire la selvaggina disponibile e sostituirla col bestiame in gabbia.
Andrea Morelli