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ago27 27/08/2018
“Quando si parla di Associazioni venatorie, non si parla di un qualcosa di superficiale, ma tutt’altro! Alla guida di queste ci sono persone preparate sia dal punto di vista scientifico che culturale; professionalità che nutrono una preparazione in materia non seconda a nessuno e con una formazione intellettuale e politica che rappresenta un patrimonio per l’intero mondo venatorio.
Come tutte le cose che si fanno seguendo una passione, qualunque essa sia, lavorare per questa diventa quasi sempre una missione, sia questa remunerata o volontaria.
Molti (i Più), si adoperano in pienovolontariato, affiancando i professionisti e dedicando a questa causa, una parte anche cospicua del loro tempo libero, facendolo con dedizione e per il bene della nostra cara passione, lavorando non solo per loro stessi, ma anche per gli altri.
Appartenere ad una AAVV vuol dire confrontarsi , vuol dire avere l’umiltà e la voglia di crescere in preparazione dialettica e culturale inerente la materia e non solo, vuol dire apprezzare l’alto spirito di valori e ideali comuni, facendone tesoro per poi, con competenza, trasferirli ad altri. Vuol dire conoscere per poi trasmettere a quei cacciatori interessati, nozioni che li rendono consci delle propria azioni.
Continuamente, senza peritarsi, devono rispondere ad una base sempre molto attenta e critica. Si devono confrontare con le istituzioni e devono conoscere leggi e normative, adoperandosi perché queste vengano formulate ed orientate con equilibrio e non a nostro sfavore. Hanno il compito di convincere, con la dovuta preparazione scientifica, politica e con fatti e dati alla mano, quei soggetti istituzionali che spesso non hanno la giusta preparazione in materia e non comprendono le necessità e le cose da fare, per creare un giusto equilibrio tra i vari portatori di interessi, interessi che si racchiudono, in modo inscindibile, tra agricoltura, ambiente, mondo venatorio e società.
Chi appartiene ad una AAVV, ha il compito di informare con chiarezza, serietà e sincerità la base, riportando ordine di idee a smentire tutte le dicerie che troppo spesso si vengono a creare tra i cacciatori meno informati, mettendo questi nella giusta conoscenza dei fatti e stando attenti a non alimentare strumentalizzazioni di parte. Ha il compito di far conoscere ed indurre il cittadino cacciatore a giusti comportamenti per il suo bene e per l’immagine della categoria stessa.
Appartenere oggi ad una AAVV, vuol dire anche sorbirsi quelle forti critiche che purtroppo e troppo spesso arrivano, in modo gratuito, con inconsapevolezza ed ingratitudine, da chi nutre la nostra stessa passione. E’ anche In virtù di questo, che nell’espletamento della propria missione, hanno il compito/dovere di adoperarsi e spendersi per convincere chi ancora, incoscientemente, nutre ostilità nell’intraprendere la strada necessaria ed irrinunciabile, dell’ unità di tutto il mondo venatorio. Devono lasciarsi dietro le spalle quei vecchi rancori e quelle sterili polemiche che creano soltanto danno e divisioni e nel contempo, devono esortare anche gli altri a farlo. Un compito ed una esigenza ineludibile che purtroppo non tutti i componenti e non tutte le associazioni, hanno ancora compreso.
Non per ultimo e non di meno importanza, devono collaborare con la ricerca, trovando strade ed operatori per mettere in atto quella raccolta dati che soltanto con la caccia si possono acquisire, dati importanti che verranno trasmessi agli organi scientifici e ai tecnici che sono all’interno delle associazioni e che saranno in grado di elaborarli ed usarli per la ricerca e la nostra causa. Un contributo necessario affinché si possa ripristinare una condizione ambientale e faunistica equilibrata che ci consenta di poter proseguire la caccia in modo consapevole e sostenibile. Un passo ed un ruolo di fondamentale importanza, che oltre ad aiutare la scienza e la politica a ricreare un contesto a noi più favorevole, può assolvere anche un’altra funzione indispensabile, il convincimento verso questa società, moderna ed ignara, a rispettare anche la nostra passione, i nostri valori, la nostra cultura e quel che ne consegue.
In conclusione e con piena sincerità, è auspicio e convincimento che appartenere ad una AAVV sia la realtà di quanto esplicitato e che sia anche uno spunto di attenta riflessione da parte di coloro che hanno nei loro intenti e comportamenti, un modo diverso di pensare ed adoperarsi, non molto congruo al bene dell’attività venatoria .”
Terfiro Innocenti Tags:23 commenti finora...
Re: Appartenere ad un'associazione venatoria. Riflessioni di un cacciatore Gli agricoltori ? Si ottimi sanguisughe per attingere sghei e fondi. La schiena un se la rovinano piu'. da Toscano
29/09/2018
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Re: Appartenere ad un'associazione venatoria. Riflessioni di un cacciatore Bene, mi faccio avanti. Cambiamo il modello cominciando ad abolire l'art. 842 del CC. e coinvolgendo a fondo gli agricoltori, come avviene praticamente in tutta Europa. da Alberto
28/09/2018
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Re: Appartenere ad un'associazione venatoria. Riflessioni di un cacciatore Terfiro voi siete stati la fonde dei guai della caccia italiana e voi e soltanto voi avete il dovere morale di tirarci fuori. Quando avete collaborato per quella che è stata le legge capestro non avete chiesto nessuno aiuto adesso che non sapete più a chi santo votarvi venite a chiedere aiuto? Abbiate almeno la dignità di tacere e se non siete all'altezza di risollevare le sorti della caccia uscire di scena, Nessuno sentirà la vostra mancanza anzi molti di noi brinderanno come se fossa festa nazionale. da Antico cacciatore
22/09/2018
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Re: Appartenere ad un'associazione venatoria. Riflessioni di un cacciatore Come ho già detto e mi ripeto, per coloro che sono bravi ed hanno tante idee e tanti propsiti per salvare la caccia, le porte sono aperte, c'è posto per tutti. Fatevi avanti Grazie.
da Terfiro
20/09/2018
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Re: Appartenere ad un'associazione venatoria. Riflessioni di un cacciatore oggi appartenere ad un'assoc. venat. in particolare riconosciuta si e complice della fine della caccia...!!! da mallardo
18/09/2018
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Re: Appartenere ad un'associazione venatoria. Riflessioni di un cacciatore Boh sarà,che la 157/92 continua il permetterci di andare a caccia,ed in primissimo proprio in Piemonte ,visto che per anni,siamo stati senza legge regionale,ed a caccia ci siamo andati in ossequio alla 157,mi sembra qui si narri del mondo fatato,dove ciò che cita rispetto ai valori che le avv esprimono sia tutto corretto e condivisibile ma che poi nella realtà non è con giochi di prime donne ,che saltano da una avv all'altra per avere visibilità ,che il loro ruolo e reali capacità altrove non gli permettevano,o peggio quando si parla di ruoli e figure ai vertici delle avv che dovrebbero esprimere competenza e moralità integerrima ,trovi poi burattini,coltivatori del loro orticello che più che balle non riescono a raccontare ,se non addirittura bracconieri conclamati e colti in flagranza,che dirigono avv nazionali e che ci propinano la parabola della caccia e della legalità.Sicuramente non saranno poi tutti così,ma in Piemonte tra lotte di omuncoli senza carisma ne capacità se non quelle di invettive e autocelebrazioni realmente e con scoramento mi chiedo...ma si può ancora andare dietro a gente così?? Nel 2018 si può ancora credere alle favole??Meditate da Castelmagno
11/09/2018
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Re: Appartenere ad un'associazione venatoria. Riflessioni di un cacciatore Scusa Terfiro il ritardo, non spesso accedo ai notiziari o blog che siano inerenti argomenti di caccia. Il mio plauso ti giunga solo per la tenacia e la passione che riesci ad esprimere, te hai dalla tua l'entusiasmo e la convinta consapevolezza che solo con l'impegno si possano perseguire obbiettivi e traguardi per continuare l'esercizio della nostra nobile arte, integrati al mondo rurale e non in contrapposizione. Chi ci è ostile non vuole approfondire e conoscere le motivazioni che ci consentono di coltivare le nostre passioni, attraverso il contributo essenziale della ricerca scientifica applicata al territorio oggetto di caccia o prelievi di selvaggina. La scienza naturalistica-animal-venatoria, dovrà prodigarsi e fornirci tutto il necessario, utile a farci sentire parte integrante dei suoi progetti di sviluppo e qualificazione di territori e metodi di caccia eticamente al passo con i tempi. Questo naturalmente dovrà essere divulgato e caldeggiato dalle associazioni venatorie che ci rappresentano, meglio sarebbe più unitarie possibile, quindi ancora uguri e buon lavoro a coloro che meglio sapranno rappresentarci, senza imporre ma affrontando il nuovo di per sè molto complesso, ancora interessante da gestire, con l'essenziale partecipazione attiva dei singoli associati. C'è ancora spazio e opportunità per continuare con rispetto e felicità le nostre passioni, con i nostri amici bipedi e a quattro zampe. da Rimescolo
06/09/2018
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Re: Appartenere ad un'associazione venatoria. Riflessioni di un cacciatore L'associazionismo venatorio è ormai una realtà anacronistica e completamente superata. Anzi, morta con encefalogramma piatto: siamo in fase di accanimento terapeutico. Abolire l' 842 CC e fare come nel resto d'Europa. Sarà tutto più facile ed avremo una caccia migliore. da Alberto
06/09/2018
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Re: Appartenere ad un'associazione venatoria. Riflessioni di un cacciatore L'Unavi si suicidò da solo. Quando fu messo in mano a un'unica componente, che a mio avviso non aveva capito gran che della caccia e del mondo. Tant'è vero che quella sinistra, movimentista, barricadiera, che continua a spaccare il capello in quattro, oltre a rovinare la prospettiva di unità dei cacciatori, la sua associazione di riferimento (oggi divisa e in lite perenne) ha consentito di mandare al governo l'antipolica, con la quale si farà poca strada, sia come cacciatori sia come cittadini. A meno che, arrivata al potere, questa antipolitica, non si converta in quell'andazzo bimillenario che contraddistingue Roma e tutti coloro che vi finiscono a fare salotto e a ...pontificare. da Plinio
06/09/2018
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Re: Appartenere ad un'associazione venatoria. Riflessioni di un cacciatore Giovanni, è bello sognare, ma i fatti si fanno con i piedi per terra, non con la testa fra le nuvole. Non c'è paese al mondo dove si possa praticare una caccia come quella che si pratica in Italia. Figurati se il mondo di oggi, grillini compresi, ti consente di derubricare la caccia. da alfredo
03/09/2018
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Re: Appartenere ad un'associazione venatoria. Riflessioni di un cacciatore Ci vuole una unica Associazione Forte. Poi si devono eliminare il prima possibile gli ATC ci stanno portando alla fine della nostra passione. da giovanni
02/09/2018
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Re: Appartenere ad un'associazione venatoria. Riflessioni di un cacciatore Ma chi è questo curatelo. da curatelo
31/08/2018
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Re: Appartenere ad un'associazione venatoria. Riflessioni di un cacciatore Le associazioni venatorie non servono più, comandano gli ATC. Potrebbero diventare delle società di servizi, ma non sanno neanche cosa vuol dire. A casa come i sindacati da Victor Piazza
31/08/2018
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Re: Appartenere ad un'associazione venatoria. Riflessioni di un cacciatore Giusta la sua riflessione, si vede che è uno dei giovani cacciatori che hanno nel sangue e nel cuore il sacro fuoco della caccia,pero non sò da quanto tempo frequenta l'associazionismo venatorio, dove ai vertici trovi quasi sempre, persone che sono abituate a cacciare nelle varie AFV rigorosamente solo su invito!!!! Chieda a chi ha qualche anno più di lei, quali sono stati i colpoveli delle associazioni venatorie, che prima hanno assassinato il Comitato Italiano Associazioni Venatorie(CIAV) poi hanno sacrificato all'altare dell'arroganza, potere è stupidità al quadrato; l'Unione Nazionale Associazioni Venatorie Italiane (UNAVI) cordialità da Fucino CAne
29/08/2018
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Re: Appartenere ad un'associazione venatoria. Riflessioni di un cacciatore Quanta fatica costa escogitare sistemi per penalizzare i cacciatori.Correte ad asciugargli il sudore. da hi hi hi hi
29/08/2018
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Re: Appartenere ad un'associazione venatoria. Riflessioni di un cacciatore Appunto caro il cacciatore se una volta tanto si presentassero con la coda tra le game come dovrebbero, invece della solita arroganza che da sempre li distingue, forse qualcuno sarebbe anche disposto a dargli una mano. Invece con il loro fare allontano tutti anche i loro iscritti che hanno preso coscienza su che cosa è veramente la fidc. da Alvaro
29/08/2018
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Re: Appartenere ad un'associazione venatoria. Riflessioni di un cacciatore Sig. Terfiro che poi se non erro dovrebbe essere lo stesso dell’editoriale ci offre un’altra perla di saggezza quando afferma che la 157/92 non piace in Piemonte.Che strano a me sembra che detta legge non piaccia dalle Alpi a Capo Passero ma ovviamente è una mia impressione. Incrollabile continua con il suo sermone affermando che le aaw “plurale questa volta “cercano di rimediare agli errori fatti. Troppo comodo chiedere le stampelle ora che si sta finendo nel baratro quando con il vento in poppa bandiera sulla cima del tetto del mondo guardano dall’alto in basso tutte le altre compagini associative venatorie vecchie, nuove,embrionali e con esse tutti i loro iscritti tacciandoli di essere degli incompetenti, eversivi, ignoranti, e presuntuosi. Al motto: chi non è con noi è contro di noi via con denunce, ricorsi , sberleffi ecc..ecc.. Ovviamente fatta eccezione dei loro compari e compagni di viaggio della fu arci caccia che gli baciavano il cordone. Continua l’omelia. Dopo aver distrutto la caccia attacca il cartello “cercasi menti” offrendo posti a chi che sia non arrivando a capire che si sbertuccia lui e la sua cricca affermando tra le righe la loro incapacità di portare a compimento neppure il più puerile dei loro progetti per incapacità cronica da qui qualsiasi aiuto anche Otelma è ben accetto. Avere sulla coscienza oltre un milione di morti (virtuali ovviamente) che per colpa vostra hanno abbandonato questa ancestrale, meravigliosa arte e ancora con la solita arroganza vi presentate in piazza a bacchettare tutti coloro che non vi seguono. Ce ne vuole di faccia tosta!!!! Ps. Continuate ad andare aventi da soli almeno quando avremo toccato il fondo si potrà ricominciare da capo senza la vostra inutile anzi ingombrante presenza. da Il cacciatore
29/08/2018
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Re: Appartenere ad un'associazione venatoria. Riflessioni di un cacciatore Li soldi mia no li pigli piu'! da d
29/08/2018
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Re: Appartenere ad un'associazione venatoria. Riflessioni di un cacciatore Gruppi di potere che lottano al loro interno e tra loro per mantenerlo, impedendo il rinnovamento e favorendo lo status quo. Possiamo, dobbiamo, farne a meno. Assieme al concetto di "caccia sociale", una delle cause del declino della caccia in Italia
da Victor Piazza
28/08/2018
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Re: Appartenere ad un'associazione venatoria. Riflessioni di un cacciatore In Piemonte la 157/92 non piace e ne hanno preso atto o perlomeno ci hanno provato. Dal momento che non piace questa legge e quanto cercano di fare le AAVV per i cacciatori, questa potrebbe essere la sintesi di una delle risposte al disprezzo, che oggi potremmo avere. Comunque nelle associazioni c'è posto per tutti, basta farsi avanti e darsi da fare, così ognuno prova con mano cosa vuol dire in questo momento adoperarsi per far continuare a svolgere l'attività venatoria con tutte le esigenze che abbiamo. da Terfiro
28/08/2018
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Re: Appartenere ad un'associazione venatoria. Riflessioni di un cacciatore Opinioni personali che vanno rispettate tutte ma a me sembra che la lungimirante, al passo con i tempi della grande onnipotente, onnipresente fidc non abbia poi scalfito più di tanto ne l’opinione pubblica, ne la politica, e men che meno le mente dei giovani inculcandogli il verbo caccia. Con il continuo lavaggio di cervelli la si vorrebbe far passare come la panacea di tutti i mali della caccia presenti e futuri ma la realtà e ben altra. Con rispetto
da Marco Giacomelli
28/08/2018
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Re: Appartenere ad un'associazione venatoria. Riflessioni di un cacciatore Opinioni legittime, anche quelle di chi fa critica. Io dico che chi semina raccoglie. Purtroppo, da decenni, si assiste alla denigrazione di un'unica associazione, la Federcaccia, da parte della stragrande maggioranza delle altre congreghe. Col risultato che la caccia si è indebolita, ha perso consensi, ma in proporzione le altre associazioni non hanno fatto un passo avanti, anche perchè le loro posizioni sono - a mio parer consapevolmente - frutto di politiche retrograde (o utopistiche e legate a scelte politiche a priori) che non tengono conto di un mondo che nel frattempo galoppa nel cambiamento. Penso anche che se c'è un appunto, grave, da fare a tutte e a noi stessi per primi, è quello di non aver pensato a come affrontare il disamoramento da parte delle nuove generazioni. Chi non prefigura il proprio futuro è condannato a soccombere: è una legge dell'economia, ma fa capo a leggi eterne della natura. Infatti, qualsiasi obiettivo di ogni essere vivente, più o meno camuffato "culturalmente", è quello della cosiddetta "massimizzazione della fitness", che vuol dire che ogni singolo soggetto (animale o vegetale) punta egoisticamente a star bene, ad accoppiarsi e procreare per garantire un futuro al proprio "sangue" (se animale) o alla popria linfa (se vegetale). Ecco, noi cacciatori, a questo non abbiamo pensato. Colpa grave che sconteremo amaramente. Soprattutto se non correremo ai ripari alla svelta. da Renzo P.
28/08/2018
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Re: Appartenere ad un'associazione venatoria. Riflessioni di un cacciatore A me sembra un’omelia di un prete di parte che non tiene conto di quello che sono le aaw italiane. Il loro capacità gestionale che parte dal 1992 la racconta la storia. In ultimo ma non per importanza il fatto che per levarsi questa crosta dove si è annidato per anni il maleodorante e purulento Pus ce ne vorrà di tempo. La fiducia è come uno specchio. Se si rompe , sarà rotto per sempre… si può cercare di aggiustarlo ma non tornerà mai come prima. Rifletterà le immagini ma anche le crepe deformando l’immagine riflessa. Il viaggio è diverso per ognuno di noi: un sentimento può essere giusto per una persona e sbagliato per un’altra. Solo fatti concreti presenti e futuri arriveranno al cuore e alla mente ad ogni singolo cacciatore che sceglierà la via da seguire con scienza e coscienza. da Il cacciatore
27/08/2018
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