Mi chiamo Emanuela Lello, ho 45 anni, due figli e vivo a Massa, provincia di Massa Carrara. Sono un Ragioniere ed attualmente impiegata nel settore turismo.
Vivo in questa bellissima terra che coniuga mare e montagna in un arco di pochi chilometri, la caccia qui è tradizione dalle radici profonde. Sono cresciuta con il padre pescatore e cacciatore, e anche la mamma, che lo ha sempre seguito fin da quando erano fidanzati. Quindi ho la caccia nel dna da entrambe le parti, anche se la passione vera e propria è emersa un po' più in là con gli anni, per me. Sono da sempre appassionata di pesca, soprattutto quella a mosca ma da qualche anno, riposta la canna imbraccio il fucile e via per boschi e sentieri. Per adesso mi cimento nella migratoria (merli, allodole, tordi) e soprattutto con lo storno...mi piace proprio. Ma ho orizzonti di larghe vedute e ho intenzione di andare oltre, magari selezione, un giorno.
La caccia per me è stata una scoperta meravigliosa. L'ho vissuta sempre in modo marginale, dall'esterno come spettatrice. Poi, aggregata ad altri cacciatori, ho iniziato a seguirli montando giostre, sistemando richiami e recuperando le prede abbattute. Finché un giorno è accaduto il colpo di fulmine. Accompagnando mio padre al suo appostamento in montagna, mi sono ritrovata dentro al capanno da sola, mentre lui si era allontanato un attimo. E' stato uno dei momenti magici che mi hanno condotto alla decisione di diventare cacciatrice: Nella penombra dell'alba un merlo si è posato su un castagno. Io appostata, ma senza arma, e lui stagliato con la sua inconfondibile sagoma scura contro la flebile luce dell'aurora. Mi ha sopraffatto l'istinto, mi è mancato qualcosa in quel momento. Avrei allungato il braccio ed afferrato il mio fucile...che ancora non avevo.
Non mento quando dico che è stato come innamorarsi all'improvviso, un fulmine a ciel sereno che mi ha spalancato un mondo. Mia mamma aveva ragione, ”prendi il permesso” mi ripeteva sempre. E così è stato. La caccia, i cacciatori che mi rispettano sono il mio mondo. Mi si è rovesciata la vita in un caleidoscopio di colori bellissimi. Sono amareggiata quando vedo attaccati caccia e cacciatori. E' una cosa che mi ferisce nel profondo. Ho seguito una bella formazione per conseguire la licenza, non è stato un percorso facile. Per questo il cacciatore va rispettato, perché già ha coscienza della responsabilità che lo coinvolge nei confronti dell'ambiente. Studiando la perfeziona ulteriormente e sviluppa una particolare sensibilità. Con la pratica dell'attività venatoria poi i sensi si affinano: l'udito che si tende alla ricerca di un canto, l'olfatto che assapora l'aria e cerca la direzione del vento. E' una scoperta del mondo intorno a noi, e anche di una parte di noi stessi sconosciuta.
Scriverei ancora pagine e pagine, non mi fermerei mai.
Per me la caccia è poesia, non c'è niente da fare. E' ispirazione, è uno stile di vita. Il cacciatore è parte fondamentale di quest'ambiente, E' colui che è determinante anche per l'equilibrio delle specie. La Caccia è un ago della bilancia che, se usato bene, può contribuire ad un notevole miglioramento. Non sopporto questo movimento animalista estremista, che vorrebbe l'uomo escluso da questi equilibri e fuori dalla catena alimentare. La natura va protetta ma con educazione, con consapevolezza. Sono d'accordo quando dicono che le specie in estinzione vanno protette: va bene. Ma facciamolo con criterio, senza accanimenti assurdi e tenendo in considerazione che certe specie andranno si reintrodotte, non dico di no, ma poi tenute sotto controllo. Un chiaro esempio di questo sono i lupi. Invece si fanno reintroduzioni e poi la cosa sfugge di mano, con tutte le conseguenze del caso. C'è bisogno di una nuova coscienza. Sarebbe bello che cacciatori e ambientalisti un giorno trovassero un accordo. Ma è un'utopia, Non è con le guerre che si risolvono i problemi del pianeta, Gli ambientalisti ci danno addosso, ma ignorano che noi siamo sentinelle per l'ambiente: importanti.
Emanuela Lello
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