Le analisi biomolecolari condotte dall’ISPRA hanno confermato che l’animale responsabile delle due aggressioni avvenute a Casalbordino nell’estate 2024 era un lupo maschio, con lievi tracce di ibridazione con il cane.
Il 28 gennaio 2025, i laboratori dell’Area di Genetica della Conservazione di ISPRA a Ozzano dell’Emilia hanno ricevuto due tamponi salivari, raccolti dal Pronto Soccorso in collaborazione con il Parco Nazionale della Maiella, dopo le aggressioni avvenute il 10 agosto 2024, ai danni di una bambina in un parco pubblico, e l’8 settembre 2024, quando un turista è stato attaccato.
Le analisi, concluse il 19 febbraio 2025, hanno permesso di ricostruire il profilo genetico dell’animale, confermando che si trattava di un lupo e non di un cane randagio, come ipotizzato inizialmente. L'aggressione sulla spiaggia di Casalbordino Uno degli attacchi identificati da ISPRA potrebbe essere collegato all’episodio avvenuto la sera del 7 settembre 2024, quando un uomo, mentre si trovava con i suoi figli sulla spiaggia di Casalbordino, nei pressi del camping Santo Stefano, è stato aggredito da un lupo. L’uomo ha riportato una ferita al ginocchio, ma è riuscito ad allontanare l’animale arretrando lentamente e mettendo in salvo i bambini. In seguito si è recato al pronto soccorso dell’ospedale San Pio di Vasto per ricevere cure mediche e la vaccinazione antitetanica. L’episodio ha suscitato preoccupazione tra i residenti e i turisti, portando il sindaco di Casalbordino, Filippo Marinucci, a intervenire sulla vicenda: "Il Parco della Maiella ha già posizionato delle fototrappole per monitorare la presenza dei lupi, ma non possiamo diffondere allarmismo con cartelli riportanti la scritta 'Attenti al lupo!'".
L’uomo aggredito, invece, ha chiesto maggiore segnalazione del rischio e un intervento più deciso: "Non è stato il primo caso e non bisogna aspettare la tragedia per prendere seri provvedimenti", ha dichiarato. Le conferme scientifiche dell’ISPRA riaccendono il dibattito sulla gestione del lupo in Italia, una specie protetta la cui presenza in aree antropizzate continua a generare preoccupazione e richieste di misure di controllo.