Dai e dai anche l'Associazione Vittime della caccia non ha potuto far altro che riconoscerlo: l'attività venatoria quest'anno ha dimezzato gli incidenti mortali, dimostrando il raggiungimento degli standard di prevenzione auspicati, grazie a regole più ferree e a campagne di informazione rivolte ai cacciatori.
11 morti è il bilancio dell'associazione per la stagione appena conclusa, un numero finalmente reale, scorporato dai soliti incidenti per cadute e infarti che da anni continuava a conteggiare, così come degli incidenti in ambito extra venatorio. Segno, speriamo, che il macabro balletto di cifre su morti e feriti a caccia (con le puntuali smentite dal mondo venatorio indignato per i conteggi gonfiati) ha fallito la sua opera di delegittimazione e può considerarsi concluso.
Tutte le agenzie stampa che hanno riportato la notizia non hanno potuto far altro che constatare il netto calo degli incidenti rispetto al trend degli ultimi anni, che partendo dai 25 morti nel 2007, ha visto 24 vittime nel 2008, 23 nel 2009, 25 nel 2010, arrivando infine ad un drastico taglio nel 2011, con 11 episodi mortali. Dato che riporta entro i limiti ultra fisiologici la questione vittime a caccia (sicuramente al di sotto rispetto agli incidenti mortali per altre attività sportive e non).