Il nuovo Piano faunistico venatorio della Toscana, approvato insieme al PRAF e entrato ufficialmente in vigore con la pubblicazione sul bollettino ufficiale, introduce nuovi indirizzi di pianificazione in attuazione delle modifiche introdotte nel 2010 alla legge regionale 3/1994, con particolare riferimento agli interventi di urgenza e alla redazione dei piani faunistici provinciali.
Per quanto riguarda gli ungulati, le cui popolazioni in Toscana raggiungono la massima densità rispetto al resto della penisola (con 140.000 caprioli, 150.000 cinghiali, 10.000 daini, 3.000 cervi e 2.000 mufloni), le Province, così come gli enti gestori delle aree protette nei loro territori di competenza, devono predisporre piani di gestione degli ungulati che consentano di raggiungere densità massime sostenibili (definite a livello locale su tutto il territorio regionale, quindi anche in tutte la aree protette), implementando al contempo le misure di prevenzione dei danni causati dalla fauna selvatica alle coltivazioni agricole. Nelle aree non vocate inoltre sono previste forme di gestione non conservative delle specie, cioè tendenti alla densità zero.
Tutti i cacciatori che hanno conseguito l’abilitazione di cui all’articolo 37 della l.r. 3/1994 ed inseriti dalla Provincia in un apposito elenco sono autorizzati a partecipare agli abbattimenti richiesti dai singoli proprietari o conduttori del fondo. La Provincia attua l’intervento entro 48 ore dalla segnalazione da parte del singolo proprietario o conduttore del fondo. Trascorso tale termine il proprietario o conduttore del fondo, se abilitato e autorizzato, interviene direttamente o con l’ausilio di altri cacciatori abilitati e autorizzati.
Entro 60 giorni dall’entrata in vigore del provvedimento le Province organizzano i corsi per l’abilitazione agli abbattimenti di ungulati ai sensi dell’articolo 37. Qualora le forme ordinarie di gestione non abbiano consentito il raggiungimento degli obiettivi di densità programmati o siano evidenti situazioni di criticità, anche a livello locale, devono essere approvati ed efficacemente implementati piani straordinari di gestioni o piani di controllo delle specie.
Oltre all’esubero degli ungulati il Piano indica come priorità da affrontare anche i problemi determinati m dall’eccessiva presenza di predatori (cani randagi e lupi) e di altre specie dannose (storni, piccioni, etc). La Regione Toscana sostiene e collabora ad ogni iniziativa diretta ad inserire lo storno tra le specie cacciabili in Italia.
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