Con sentenza del 25 gennaio 2012 (depositata giovedì scorso) la Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità della legge regionale abruzzese 10 agosto 2010, n. 39 (Norme per la definizione del calendario venatorio regionale per la stagione venatoria 2010/2011). La censura riguarda in particolare l'approvazione del calendario venatorio tramite legge regionale, elemento di contrasto, secondo i giudici, con la legislazione vigente (157/92), così come l'aver previsto l'acquisizione del parere dell'Osservatorio faunistico regionale, anziché dell'Ispra.
La Corte non ha invece accolto le altre questioni rilevate dal Consiglio dei Ministri in merito all'acquisizione del parere dell'istituto regionale per la caccia alla migratoria (l'osservatorio non è mai entrato in funzione), all'esercizio della caccia nelle Zps (la Regione non aveva specificato la possibilità di utilizzare il cane in forma vagante, che è comunque regolamentata dalla 157), e alla mancata menzione del divieto della preapertura nelle Zps (anche qui il divieto, dice la Corte, è già espresso dalla legge statale).
Secondo le associazioni animaliste e ambientaliste (Animalisti italiani; Enpa, Ente nazionale protezione animali; Lac, Lega per l’ abolizione della caccia; Lav, Lega antivivisezione; Legambiente; Lipu; Vas; Wwf) questa sentenza ha ribadito la potestà esclusiva dello Stato in materia di tutela delle specie cacciabili e rende quindi illegittimi tutti i calendari venatori approvati con legge regionale, come quelli di Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche e delle Province autonome di Trento e Bolzano.
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