“Dal mio punto di vista il referendum ha un unico difetto: essendo una consultazione regionale non può abolire del tutto la caccia". Con queste parole l'on. (ex Ministro) Michela Vittoria Brambilla, commenta la decisione di qualche giorno fa del Tar, che ha lasciato quindici giorni di tempo alla regione per indire la data del Referendum sulla caccia.
Per la Brambilla si tratta di "un primo passo importante verso il raggiungimento dell'unico obiettivo da perseguire in maniera prioritaria: l'abolizione totale della caccia".
Secondo la Brambilla "la caccia è pericolosa per tutti i cittadini, la cui incolumità viene messa fortemente a rischio da tale barbaro costume, come purtroppo dimostra anche l'ultimo rapporto diffuso dall'associazione vittime della caccia: 11 morti e 75 feriti nella stagione di caccia 2011-12", ovviamente nessun accenno al clamoroso calo dei dati e alla quasi totale assenza di vittime tra i non cacciatori.
Ma l'ex ministro del turismo raggiunge il massimo della mistificazione dichiarando che "la pratica venatoria é fortemente censurabile anche e, soprattutto, perché minaccia la biodiversità". Un'affermazione per lo meno azzardata, visto che è la stessa Ispra ad aver allontanato ogni genere di dubbi in merito.
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