La Giunta regionale delle Marche, a seguito dell’emergenza neve che ha sconvolto la consistenza numerica dei caprioli e dei daini nelle aree interne della regione, ha deciso di chiudere in anticipo la caccia ai cervidi nella provincia di Pesaro e Urbino (l'unica zona delle Marche in cui era consentita).
Si tratta di un anticipo di un paio di settimane circa, visto che il calendario venatorio ne stabiliva la chiusura il 15 marzo (anticipata al 27 febbraio). Il provvedimento, sollecitato dalla stessa Provincia e dalle associazioni venatorie, “è una scelta obbligata e necessaria, per non sconvolgere gli equilibri naturali e faunistici delle aree appenniniche – afferma il vice presidente della Giunta e assessore alla caccia, Paolo Petrini – Non sussistono più le condizioni oggettive e scientifiche che giustifichino gli abbattimenti".
Il calendario venatorio valuta unprelievo medio dell’11 per cento della popolazione esistente: percentuale inferiore a quella stabilita dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) che indica il 12 per cento della consistenza stimata (con densità tra otto e dieci capi per chilometro quadrato). “Nonostante ciò – continua Petrini – le eccezionali nevicate e la lunga permanenza della neve sul terreno hanno determinato un forte impatto su tutta la fauna selvatica e perdite notevoli di capi, se paragonato a un inverno normale. Occorre quindi procedere a un nuovo censimento, in quanto la popolazione è radicalmente cambiata rispetto alla previsione compiuta la scorsa primavera. Constatazione che ha spinto a interrompere anticipatamente il prelievo selettivo, in modo da garantire la conservazione dei cervidi nei loro areali naturali”.