Il direttore del Parco Nazionale dell'Appennino Tosco Emiliano, Giuseppe Vignali, ha annunciato l'avvio nelle prossime settimane delle azioni di contenimento dei cinghiali in aree in cui la situazione ha raggiunto livelli di criticità, così da porre un freno ai danni causati all'agricoltura. Gli interventi avverranno secondo le modalità definite nel Piano operativo stipulato con Provincia e Atc.
“Speriamo – sostiene Vignali – che l’intervento abbia successo e auspichiamo azioni successive fino al raggiungimento dell’obiettivo. A integrazione delle attività di controllo citate il Parco Nazionale ha approvato, nel mese di dicembre 2011, il proprio regolamento stralcio che disciplina la gestione numerica della popolazione di cinghiali tramite catture, girata e abbattimenti selettivi. Tali interventi sono finalizzati a ricomporre squilibri ecologici e a limitare i danni provocati dai cinghiali alle colture agricole all’interno e in un intorno esterno all’area protetta. Le modalità attuative sono definite in un apposito “Piano di gestione della popolazione di cinghiale nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano” redatto in una prospettiva di gestione della specie e di mitigazione dei conflitti. Questi atti sono in attesa di approvazione da parte del Ministero ed una volta operativi saranno attuati in un’ottica pluriennale”.
“E’ bene sottolineare – conclude il direttore sul sito Redacon – che il Parco Nazionale è impegnato a risolvere il problema dell’eccessivo numero di cinghiali presenti nel Parco e soprattutto nelle zone più basse. Le decisioni per risolvere il problema sono state prese, si tratta di attuarle rapidamente. E’ evidente che senza la condivisione degli obiettivi e l’aiuto da parte di altri portatori d’interesse, come i cacciatori e gli agricoltori, si avranno risultati inferiori rispetto alle aspettative, se invece tutti faranno la loro parte, si potrà trovare un nuovo equilibrio favorevole a tutte le forze del nostro territorio”.
Il fatto che i parchi stiano adottando tali misure di contenimento, da una parte conferma che la loro stessa gestione ordinaria, così come è impostata, non è sostenibile in quanto genera grosse sacche di sovraffollamento, dall'altra costituisce una implicita risposta a quanti, nelle schiere ambientaliste tentano di sviare l'attenzione invocando fantasiosi metodi alternativi o spesso, peggio, negando l'esistenza del problema.