Durante l'incontro della delegazione lombarda a Bruxelles sono state portate le ragioni a sostegno della caccia in deroga a fronte delle posizioni negative espresse in diverse occasioni dalla Commissione Ue. Quello che è stato ottenuto – così almeno riferisce un comunicato della Regione – è “l'impegno dei dirigenti competenti della rappresentanza italiana a Bruxelles ad adoperarsi per chiudere favorevolmente e positivamente la procedura d’infrazione avviata dalla Commissione europea”.
La delegazione lombarda (c'erano il Vice Presidente del Consiglio Carlo Saffioti PdL, il Presidente della Commissione Mauro Parolini PdL, l’Assessore regionale all’Agricoltura Giulio De Capitani, il direttore generale dell’assessorato Paolo Baccolo e i Consiglieri regionali Vanni Ligasacchi PdL, Alessandro Marelli, Pierluigi Toscani e Jari Colla Lega Nord, Mario Barboni PD e Valerio Bettoni UdC), si è incontrata in mattinata con i rappresentanti dell’Ufficio Giuridico e Contenzioso Andrea Silvestri e Paola Pompermayer presso la sede di Italrap (Rappresentanza permanente d’Italia presso l’Unione europea), mentre nel pomeriggio si è tenuta una riunione di lavoro presso laDirezione Generale Ambiente della Commissione europea “Direzione Infrazioni” con il direttore generale Pia Buccella.
“Abbiamo ottenuto dalla Commissione europea attenzione e disponibilit�ad approfondire le ragioni della pratica venatoria lombarda –hanno detto Saffioti e Parolini- e dopo un confronto serrato confidiamo che già dalla prossima stagione venatoria vengano superati definitivamente tutti i problemi posti”. Soddisfatti Mario Barboni e Valerio Bettoni, per un “incontro utile che ha posto le premesse per praticare la caccia in deroga in Lombardia in modo regolare e senza problemi. Il confronto è finalmente avviato e contiamo lo si possa felicemente portare a termine”. Meno fiducioso Vanni Ligasacchi, che, come Alessandro Marelli, “registra una certa chiusura in sede europea alla pratica di una delle tradizioni storiche più nobili della nostra regione, frutto di preconcetti difficili da superare”.
Il presidente Mauro Parolini e gli altri Consiglieri regionali hanno evidenziato dettagliatamente comei punti sollevati e lamentati dalla Commissione europea nella procedura di infrazione avviata nel novembre scorso non trovino riscontro pratico e concreto nella legge regionale sulla caccia in deroga, invitando i rappresentanti della Commissione europea a prendere nota e cognizione delle spiegazioni e delle argomentazioni fornite.
La Commissione lombarda ha già ufficialmente richiamato nei mesi scorsi l’Ispra a compiere fino in fondo il proprio dovere in materia venatoria, chiedendo alla Giunta regionale “di attuare ogni iniziativa utile a obbligare l’Ispra ad esprimere parere obbligatorio sulla consistenza delle specie cacciabili”. Questa raccomandazione si era resa necessaria poiché dal 2005 l’Ispra (ex INFS) dichiara di non essere in grado di fornire i dati richiesti secondo i criteri fissati dall’Unione Europea, e questa inadempienza di Ispra costituisce la principale motivazione delle procedure di infrazione avviate dall’Unione Europea nei confronti delle leggi venatorie lombarde. “In assenza dei pareri dell’Ispra –hanno suggerito Parolini e Ligasacchi- per legiferare potremo avvalerci dei pareri espressi dall’Osservatorio regionale degli habitat naturali e delle popolazioni faunistiche, che hanno pari valore e legittimità”.
“Stiamo lavorando in modo trasversale in Consiglio regionale –hanno concluso Carlo Saffioti e Mauro Parolini- perché i provvedimenti della Regione sulla caccia siano sempre più coerenti e rispettosi delle tradizioni della pratica venatoria lombarda. Intendiamo promuovere ogni azione utile sia a Roma che a Bruxelles perché nel rispetto della direttiva europea anche in Lombardia l’attività venatoria sia garantita e praticata come avviene in tanti altri Paesi europei”.
(Regione Lombardia)