La Gazzetta di Parma ha pubblicato la replica del Presidente della sezione provinciale della Federcaccia in merito all'articolo "Duemila euro per una lepre" di Giorgio Mezzatesta. In quel testo si facevano i conti in tasca all'Atc e si evidenziava il costo spropositato per l'acquisto di lepri per il ripopolamento.
"Il signor Mezzatesta forse non è a conoscenza - ribatte Oscar Frattini - che dell'oltre 1,2 milioni di euro di tasse statali e regionali pagate dai cacciatori parmensi nemmeno il 10% ritorna direttamente all'attività venatoria, che viene finanziata dalle ulteriori quote di iscrizioni agli ambiti di caccia e/o ad aziende faunistico venatorie".
Le lepri parmensi, dice il presidente Fidc, "sono frutto di una attenta gestione del nostro patrimonio faunistico e non di acquisto con denaro pubblico, ne tantomeno con denaro dei cacciatori". Molti di quei fondi vanno invece ai Parchi "dove, guarda caso - evidenzia Frattini - per la gestione della fauna invasiva vengono sempre più chiamati (col fucile) i cacciatori. In queste aree, governate da una legge ultraventennale, nata in un contesto politico-emotivo assai differente che bandiva l'attività venatoria, oggi più che mai per garantirvi la biodiversit�si scopre la necessità della caccia, che lì adotta il termine "piani di controllo" ma che usa gli stessi mezzi e le stesse tecniche della caccia tradizionale".
"Nel Parco Regionale Boschi di Carega, non lontano dalla città di Parma, si spara anche adesso, periodo in cui la caccia è chiusa e dove fra qualche settimana si aprirà il fuoco, pagando 120 euro di ingresso + il costo a peso delle spoglie della preda. Una vera riserva di caccia. I cacciatori - conclude - non vogliono far credere di essere benefattori perchè contribuiscono a ristabilire e mantenere gli equilibri naturali, ma non hanno timore di proporsi per quello che fanno: gestione attenta e consapevole, ciò è dimostrato dall'incremento del patrimonio faunistico provinciale che è a disposizione di tutti".