Riceviamo e pubblichiamo:
La missione della delegazione composta dai Consiglieri Regionali ed Assessori in rappresentanza della Regione Lombardia e Veneto presso la Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea negli incontri del 22 e 23 marzo 2012, chiesta a gran voce dal mondo venatorio, ha indubbiamente aperto un nuovo percorso di confronto istituzionale arrivando a portare al tavolo europeo le ragioni tecniche e culturali delle nostre cacce tradizionali come previsto dall’art.2 e dall’art 9 comma 1) lettera c) della Direttiva 147/2009/CEE e come applicato in alcuni Stati Membri attraverso l’utilizzo delle deroghe tenendo conto delle consuetudini locali.
Il dato oggettivo più allarmante è l'attuale distacco degli organi istituzionali europei verso le nostre realtà rurali presenti nei vari angoli del territorio italiano, una pessima situazione da risolvere per evitare di disperdere quelle tradizioni che continuano a caratterizzare parte della nostra popolazione.
Il ruolo degli esponenti regionali presenti nella due giorni europea è stato determinante per aprire un dialogo con la Commissione Europea e per portare alla luce alcune questioni oggettive che andranno affrontate :
- il riconoscimento delle cacce tradizionali come consuetudini locali, infatti il valore culturale sociale ed economico di alcune aree rurali del nostro territorio non può essere cancellato alla luce della direttiva comunitaria 147/2009/CEE e dei provvedimenti analoghi applicati ad esempio in Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Lettonia, Malta, Olanda e Spagna;
- investire risorse finanziarie e umane risulta basilare per istituire organi alternativi a livello Regionale (come previsto dal comma 3 dell’art.19bis della l.n. 157/92) ed europeo, dimostrando oggettivamente l’ottimo stato di conservazione di alcune specie oggetto di caccia in deroga (come ribadito dalla recente sentenza della Corte Costituzionale n.16/2012 Regione Sardegna), tenuto conto dell’ostruzionismo dell’Ispra (ex Infs) nel fornire i dati necessari a stabilire la piccola quantità;
- operare in maniera coordinata tra tutte le Regioni interessate alla caccia in deroga attraverso un continuo confronto tecnico e politico esportando anche l’esperienza lombarda del Tavolo Interprovinciale della caccia;
- modifica dell'art.19bis della l.n.157/92 a seguito della sentenza della Corte di Giusta europea del 15.7.2010.
- lavorare per garantire il coordinamento del sistema istituzionale deputato a perseguire l’obiettivo di reinserimento di alcune specie migratorie in ottimo stato di conservazione (spesso oggetto di deroghe) tra le specie cacciabili nell’allegato II ;
- insistere in modo unitario sostenendo tutte quelle azioni necessarie presso la Commissione Europea per reinserire lo Storno nell'elenco delle specie cacciabili in Italia così come avviene già in Bulgaria, Cipro, Francia, Grecia, Malta, Romania, Spagna, Portogallo e Ungheria.
Se vogliamo salvare le nostre cacce tradizionali non possiamo perdere tempo, la conoscenza e il rispetto degli aspetti tecnico-scientifici sono indubbiamente basilari per ottenere qualsiasi risultato normativo, ma altrettanto importante è la determinazione politica nella trattazione della questione che va necessariamente integrata con le ragioni socioeconomiche e culturali che la caratterizzano, cosa che può essere fatta solo con il contributo dei diretti interessati, ossia i cacciatori, indipendentemente a quale associazione essi appartengano.
Per questo motivo, la nostra Associazione ha supportato in modo rispettoso e trasversale il lavoro di tutti i Consiglieri regionali impegnati nella missione, indipendentemente dalla loro appartenenza politica, fornendo loro gli elementi tecnico-giuridici necessari al supporto dell’assoluta percorribilità del prelievo in deroga, mediante una cronologia di documenti che dimostrano l’importanza della considerazione socioeconomica al pari di quanto già accordato agli altri Paesi europei, un insieme di appunti che parte dalle varie sentenze, in campo di giustizia europea ed italiana, ad una serie di documenti forniti nel passato dall’Ispra (ex Infs) per arrivare ai resoconti tecnici europei sull'applicazione della caccia in deroga. In questi documenti pubblici più volte viene sottolineato il ricorso a deroghe per consuetudini locali, ovvero il richiamo determinante che può salvare le nostre cacce tradizionali all’interno del quadro normativo europeo.
È inutile disquisire su numeri, periodi e quantità di specie se prima non viene riconosciuto il fondamento legislativo su cui costruire il provvedimento!!! È inutile, in questo momento, gareggiare al rialzo e/o ribasso delle specie e dei periodi di prelievo quando la battaglia da vincere è il riconoscimento della disposizione normativa!!!
A margine di tutte queste considerazioni rimane utile un dato oggettivo, in Regione Lombardia è attualmente in vigore la l.r. 24/2008 (legge “quadro” sulle deroghe) che pur avendo abrogato i commi 1, 3, 4bis e 4 ter dell’art.4 mantiene a tutti gli effetti piena validità giuridica ed è un ottimo spunto su cui operare.
Mentre parte del mondo venatorio perdeva tempo in sterili polemiche e divisioni interne i nostri “nemici” insediavano i loro rappresentanti nei vari livelli istituzionali (Regioni, Stato, Europa), oggi dopo anni ne vediamo le conseguenze e se non inizieremo ad inserire i nostri cacciatori (di qualsiasi parte d’Italia) nelle istituzioni il futuro non sarà certo roseo.
Noi siamo fieri ed orgogliosi del lavoro che stiamo svolgendo non per rincorrere nuove tessere e nemmeno per portare acqua al mulino politico di qualcuno, ma solo per dare il nostro contributo al miglioramento delle condizioni normative che regolano la nostra unica vera grande passione - la caccia - e per garantire ai cacciatori il rispetto che meritano, testimoniando e trasmettendo anche in Europa il pulsare dello spirito rurale del nostro territorio, usanze che non hanno nomi ne sigle associative ma semplicemente danno la forza per provare a vincere le battaglie!!!
Andrea Trenti
Responsabile CAcce Tradizionali Anuu Migratoristi