Riceviamo e pubblichiamo:
Abbiamo appreso da una notizia diramata da Coldiretti che il Tribunale amministrativo dell’Abruzzo, in una recente sentenza – la n. 73 del 13 febbraio 2012, ha stabilito un importante principio: la possibilità di installare un impianto fotovoltaico a terra deve essere sempre valutata tenendo conto della prevalenza dell’interesse alla tutela dell’ambiente rispetto a quello economico che risiede nell’iniziativa.
In considerazione della prevalenza dell'interesse ambientale rispetto all'interesse economico, il giudice ha così dichiarato legittimo il provvedimento comunale che ha negato l’autorizzazione alla realizzazione dell’impianto in un’area esterna a una riserva naturale regionale, ritenendo giusto proteggere anche tali zone esterne alle suddette aree naturali.
L’ANUUMigratoristi si compiace di questa decisione ritenendo che lo sviluppo razionale delle energie rinnovabili debba avvenire secondo modelli effettivamente sostenibili (contrastando gli impatti ambientali negativi dovuti agli impianti per la produzione di energia eolica, agli impianti fotovoltaici a terra e ai mega impianti per biogas alimentati a mais) e precisi atti normativi che tutelino l’agricoltura e il territorio agro-silvo-pastorale ovunque e non solo nelle aree protette, evitandone lo spreco.
Nel nostro Paese, infatti, assistiamo a un saccheggio indiscriminato del territorio agro-silvo-pastorale, determinato soprattutto dall’urbanizzazione selvaggia e dalle grandi e spesso inutili infrastrutture, con gravissime ripercussioni di carattere economico per il mondo agricolo, di carattere paesaggistico e ambientale e con pesanti danni anche per la fauna e la biodiversità.
Tra tutti i dati che circolano in materia di consumo del suolo uno, fornito recentemente proprio da Coldiretti, è assai esemplificativo: un territorio grande come due volte la regione Lombardia, per un totale di cinque milioni di ettari equivalenti, è stato sottratto all'agricoltura italiana che interessa oggi una superficie di 12,7 milioni di ettari con una riduzione di ¼ negli ultimi 40 anni.
Cercare di porre un freno a questa situazione è la madre di tutte le battaglie che dobbiamo combattere assieme al mondo agricolo per arginare lo spreco di suolo, razionalizzandolo allo stretto indispensabile e soprattutto vincolandolo a stringenti criteri di valutazione del rapporto costi/benefici non solo in senso economico ma anche sociale e ambientale, esattamente come ha valutato il Tar dell’Abruzzo.
L’ANUUMigratoristi quindi auspica, come ribadito anche nell’assemblea nazionale del 24 marzo scorso dedicata al tema “Difendere il territorio per coltivare il nostro futuro”, che tale fenomeno venga sempre più convintamente contrastato dalle competenti Istituzioni per garantire maggiore sicurezza, la tutela del “made in Italy” agroalimentare e per produrre ambiente, fauna e biodiversità valorizzando in primis il ruolo attivo di agricoltori e cacciatori.
Anuu Migratoristi Stampa