Una tempesta mediatica in questi giorni ha investito
monsignor Calcagno, alto prelato in Vaticano, a causa della sua
passione per le armi. Lo hanno perfino definito Cardinal Rambo visto che possiede tredici armi tra fucili e pistole. Ovviamente tutte regolarmente denunciate.
Lui ha minimizzato, facendo presente che da quando è stato nominato presidente dell'Amministrazione del Patrimonio della sede pontificia e si è dovuto trasferire al Vaticano, ha dovuto rinunciare sia a quelle che a sparare al poligono. Siamo di fronte ad una semplice passione, ascrivibile alla vita privata dell'ex vescovo di Savona. Insomma “cose da collezionisti” e nulla di più. Stupito per tanto clamore, ha dichiarato: “è una cosa innocente. A me le armi piace soprattutto restaurarle. Sono oggetti di antiquariato”.
Che sia un vero intenditore salta subito all'occhio per la ricercatezza di certi modelli che il sito SavonaNews ha tratto dalla denuncia fatta nel 2006 alla Questura: une fucile marca Breda modello Argus, un moschetto mod 31 marca Schmidt, un fucile Faet Carcano, un fucile Nagant di fabbricazione russa, un fucile turco Hatsan, una carabina Beretta calibro 22 per uso sportivo, un fucile sovrapposto calibro 12 marca Gamba, una doppietta da caccia calibro 12, un fucile sovrapposto a due canne calibro 12 marca Franchi, un fucile calibro 12 marca Beretta, una Revolver Smith & Wesson calibro 357 Magnum, una carabina di precisione Remington 7400.
“Ho ereditato la passione dai miei fratelli cacciatori – ha spiegato alla stampa -. Ormai è acqua passata, al massimo vado qualche volta a sparare”. Anche lui del resto è stato cacciatore e fino a qualche anno fa usciva per lunghe passeggiate con il fucile in spalla e il suo fido segugio, che oggi condivide con lui il nuovo appartamento in Vaticano.
Una polemica che francamente ci pare eccessiva e probabilmente un po' pretestuosa. Del resto l'etichetta di individui violenti viene affibbiata comunemente a tutti i cacciatori e raramente ci si prende la briga di capirne qualcosa di più.