Sono ore cruciali queste per il Piemonte alle prese con la scottante questione del referendum sulla caccia. In programma oggi, mercoledì 2 maggio, la riunione dei capigruppo sui termini della proposta Cota che intende abrogare la legge regionale sulla caccia, con impegno ad approvarne quanto prima una nuova con alcune concessioni agli anticaccia.
L'accordo potrebbe essere approvato già oggi, visto che il Consiglio regionale si riunirà sia di mattina che nel pomeriggio. La situazione rimane tesissima. E ai problemi diplomatici si aggiungono quelli logistici organizzativi: in mezzo a questo tiramolla continuo, è il Poligrafico dello Stato, che deve dare l'ok per la stampa delle schede referendarie, a dare un ultimatum: “se non ci date disposizioni nelle prossime ore – dice secondo quanto riportato dal quotidiano Repubblica -, non garantiamo di poter realizzare il lavoro".
Ma i termini dell'accordo trapelati negli ultimi giorni (divieto per due domeniche, riduzione da 29 a 24 delle specie cacciabili, deroga al divieto di caccia su terreno innevato solo per ungulati, volpe e zona Alpi) non hanno placato le mire degli anticaccia, che anzi, di fronte all'ipotesi di non celebrare il referendum, minacciano denunce legali nei confronti di ogni consigliere che deciderà di votare l'accordo. “Non accetteremo nessun trucco volto a fermare le consultazioni” dicono. "Il referendum - dice il comitato per il referendum - è un diritto costituzionale e la consultazione è resa vincolante dalla sentenza del tribunale regionale che ha imposto a Cota di indire il referendum. Solo il recepimento completo delle istanze referendarie da parte della regione potrebbe scongiurare la consultazione".
"Daremo quindi mandato ai nostri legali - aggiunge il comitato - di valutare le responsabilità penali dei singoli consiglieri che persevereranno in atti che palesemente eludono il diritto dei cittadini ad esercitare il voto e nel contempo recano danno alla fauna selvatica, patrimonio indisponibile dello Stato". Il Comitato annuncia che se non si andrà al referendum ricorrerà a tutte le autorità competenti, "ivi compresa la Corte dei Conti per il danno erariale che l’eventuale abrogazione della legge regionale che regolamenta la caccia comporterebbe".