Niente referendum sulla caccia dopo il voto all'emendamento che ha abrogato la legge regionale in materia. Ma per il comitato promotore non è ancora detta l'ultima parola: “sono ancora necessari infatti alcuni passaggi formali perché la consultazione venga affossata", si legge in una nota. Ad ogni modo se la consultazione non sarà celebrata, il Comitato annuncia una battaglia a suon di ricorsi e manifestazioni. Saranno controllate anche le dichiarazioni del governatore Roberto Cota sull'uso dei soldi del referendum “ovvero se i 22 milioni risparmiati andranno al welfare e ai malati di Alzheimer".
Davide Bono Capogruppo in Consiglio Regionale Movimento 5 Stelle se la prende in particolare con il PD “che ha votato contro l'emendamento nonostante ne sia stato il primo promotore” e accusa i consiglieri che l'hanno approvato per violazione dell'articolo 294 del codice penale, che punisce “chiunque con violenza, minaccia o inganno impedisce in tutto o in parte l’esercizio di un diritto politico”, salvo poi rendersi conto che secondo la Costituzione le opinioni espresse nell'esercizio della loro funzione non può essere punita. Bono invita il Comitato Promotore a chiedere che il referendum sia ugualmente proposto non appena sarà promulgata la nuova legge sulla caccia, oltre che il risarcimento civile dei danni per la non indizione del referendum (per non aver dato seguito alla sentenza della Corte d'Appello di Torino).
Bono da parte sua ha presentato un ordine del giorno per accellerare l'iter di due proposte di legge che chiedono l'eliminazione del quorum e la possibilità di accorpare il referendum ad altre votazioni amministrative e politiche, inoltre il rappresentante Cinque Stelle chiede di studiare la possibilità di un voto elettronico per ridurre i costi delle future consultazioni referendarie.