Riceviamo e pubblichiamo:
All’insegna del titolo “Economia della conservazione della fauna selvatica” si è tenuta dall’8 all’11 maggio a Cape Town, una delle principali città sudafricane, la 59a Assemblea generale del CIC o Forum mondiale per l’Utilizzo sostenibile. Obiettivo ambizioso, cui peraltro l’organizzazione mondiale dei cacciatori lavora da tempo, è quello di rendere universale e condiviso il riconoscimento dell’attività venatoria – naturalmente ove condotta in maniera sostenibile e razionale – tra i principali e più efficaci strumenti gestionali per una perpetuazione delle popolazioni di animali selvatici nonché dei loro habitat.
Ideale in questo senso la scelta del Sud Africa per lanciare questo genere di messaggio, Paese nel quale il preesistente paradiso faunistico era stato in larga misura sperperato da Inglesi e Boeri già ai primi del ‘900 e che oggi, invece, vanta popolazioni animali di eccezionale valore, nonché di notevolissima rilevanza numerica e distributiva grazie proprio all’impegno dei privati nell’allevamento estensivo (ogni azienda o farm misura comunemente decine di migliaia di ettari di superficie) degli erbivori, a seguito dei quali sono tornati anche i predatori. Si è così ricostituita una piramide ecologica naturale e tutto questo è stato compiuto con il fine principale della caccia, accompagnata, com’è ovvio, anche da altri scopi, come il commercio delle carni e dei prodotti derivati da antilopi, gazzelle, bufali e zebre.
Stridente, ad esempio, l’accostamento con il Kenya, ove la caccia è totalmente vietata dal 1977 e che ha, tuttavia, perso, da allora, circa l’80% del proprio patrimonio di grandi animali a causa del bracconaggio e della distruzione degli habitat naturali. La posizione che oggi il CIC ha acquisito tra le altre grandi organizzazioni mondali per la conservazione e l’utilizzo sostenibile delle risorse naturali, è stata dimostrata alla cerimonia inaugurale – condotta dal Presidente Bernard Lozé insieme al Direttore generale Tamás Marghescu, con gli onori di casa fatti da Eduard Katzke, Capo Delegazione CIC sudafricano – dagli interventi di Achim Steiner, Direttore esecutivo del Programma per l’Ambiente dell’ONU (UNEP), di Braulio Ferreira de Sousa Diaz, Segretario esecutivo della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD), di Eduardo Mansur, Direttore del Dipartimento per la Foreste dell’Organizzazione ONU per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), di Angus Middleton, CEO FACE, di Kule Chitepo, Presidente del Gruppo di specialisti sull’utilizzo sostenibile dell’Africa meridionale per l’IUCN; di Keshav Varma, animatore dell’Iniziativa Globale per la Tigre (GTI), finanziata dalla Banca Mondiale di cui è Direttore.
Una partecipazione di fondamentale importanza, accresciuta quest’anno dal fatto che tali esperti, insieme ad altri aggiuntisi nel corso dei lavori, sono andati ben oltre la loro già significativa presenza alla cerimonia e assemblea inaugurali, contribuendo attivamente alle discussioni tecniche e giuridiche avvenute nelle sessioni delle tre Divisioni in cui il CIC operativamente si articola: Politica e Diritto (Presidente Jan Heino), Scienze Applicate (Presidente Gerhard Damm) e Cultura (Presidente Alexandre Pognatowski). A tale proposito, particolarmente rilevante uno dei numerosi messaggi scaturiti dalla discussione e rivolto alla politica, tale per cui deve essere essa, tassativamente, a uniformarsi al dettato della scienza e mai il contrario.
Ricchi di spunti e indicazioni di lavoro i tanti temi dibattuti, tutti connessi a esperienze pratiche, tra cui citiamo i seguenti esempi: gli aspetti economici della conservazione della fauna selvatica; le zoonosi trasmesse dalla fauna selvatica; l’allevamento della fauna selvatica a sostegno della conservazione; la costruzione di accordi ambientali multilaterali tra il CIC e altri soggetti; le basi di dati sulle differenti legislazioni venatorie collegate alle migliori pratiche gestionali faunistiche; la costruzione di un partenariato di collaborazione per la conservazione della fauna selvatica tra CIC, IUCN, FAO, CDB e OIE; la selezione antropica degli animali a fini trofeistici e la messa a repentaglio della diversità genetica. Di grande spessore anche la tavola rotonda intitolata “Conservazione, Utilizzo durevole ed Economia”, moderata da Ali Kaka.
I circa 250 soci CIC che hanno affrontato il lungo viaggio di trasferimento per questo straordinario Paese africano, sono perciò stati senza dubbio ripagati dall’elevata qualità dei lavori, oltre che dall’amichevole ed efficace accoglienza loro riservata dall’organizzazione locale. Per la Delegazione italiana, oltre al Capo Delegazione, Avv. Giovanni Bana, e al Segretario generale, Dr. Massimo Marracci (che è anche Vice Presidente internazionale per il Mediterraneo), hanno partecipato il già Vice Presidente internazionale, Prof. Carlo Alberto Perone, con il figlio Dr. Giovanni Pejrone, che è Commissario revisore dei conti, il Dr. Marco Castellani, Presidente dell’ANUUMigratoristi, l’Avv. Enrico Scoccini, il prof. Luigi Checchi, e il neo-socio Roberto Regnoli, tutti a titolo individuale. Durante l’Assemblea è stata ratificata la nomina di un altro nuovo socio della Delegazione italiana, Carlo Barberi. La 60a Assemblea generale, fissata nelle giornate dal 25 al 30 aprile 2013, per la prima volta nella lunga storia del CIC si terrà contemporaneamente in tre Paesi, ovvero Cechia, Slovacchia e Ungheria (Stato, quest’ultimo, che ormai da diversi anni ospita la sede operativa del CIC nei pressi di Budapest, precisamente a Budakeszi). Un’esperienza, quindi, di elevato interesse e di feconde e possibile ricadute concrete anche in Italia, solo che si voglia fare tesoro delle strategie che scaturiscono da queste importanti occasioni d’incontro con i nostri colleghi di tutto il mondo.
Maggio 2012
CIC Italia Stampa