"L’Assessore Cottini rivendica la bontà (e soprattutto l’obbligatorietà) dell’accordo in via di perfezionamento con il WWF, vincitore al TAR nel ricorso contro il vecchio Piano Faunistico", lo scrive il presidente provinciale della Fidc di Bergamo, Lorenzo Bertacchi, ricordando che, secondo le parole dell'Assessore, "grazie all’accordo, mediante la trasformazione dell’ATC Prealpino in Comprensorio Alpino si salverebbero territorio e circa 300 appostamenti fissi".
"Tuttavia - continua la nota inviata ai siti venatori e a quelli di informazione locale - preme alla Federcaccia chiarire quale sia il contenuto dell’accordo: a fronte dell’istituzione del nuovo Comprensorio Alpino si concedono il raddoppio dell’Oasi di Valpredina e aumento del raggio dagli attuali 100 a 400 metri delle zone di divieto di caccia da appostamento fisso in prossimità dei passi dell’ATC Prealpino (Canto Basso, Forcella; Forcellino, Forca, Ganda, Colletto di Monte di Nese, Prati Alti, Campo d’Avena, Colletto di Monte S. Fermo, Colle Croce, Colle Trai, Colle Dedine, Crocetta di Zamble e Bliben). Oltre all’istituzione di ulteriori zone di divieto di caccia (assoluto o solo alla selvaggina migratoria) sempre in prossimità dei suddetti passi" .
Anche se la richiesta di un nuovo comprensorio alpino delle associazioni venatorie, che risale a gennaio del 2011, è stata presa in considerazione dalla provincia, la situazione per Bertacchi è ormai compromessa: "se fosse stata tempestivamente perseguita - dice -, la Provincia non sarebbe dovuta arrivare a sottoscrivere accordi di sorta (di dubbia legittimità amministrativa) con il WWF nel novembre 2011 a causa del ritardo sull’adeguamento del piano faunistico".
Quella soluzione per il presidente Fidc "avrebbe consentito di ottemperare alla sentenza del TAR (risalente all’aprile 2010) senza chiudere 13.000 ettari di territorio, senza chiudere 300 capanni e senza dover fare concessioni o scendere a compromessi con il WWF e dunque senza ampliare le zone di divieto sui passi da 100 a 400 metri e senza ampliare Valpredina, contro il cui allargamento erano state presentate circa 5000 firme presso l’assessorato, firme peraltro non di soli cacciatori".
"Federcaccia - continua la nota - è fortemente preoccupata proprio per le zone di divieto di raggio 400 metri attorno ai passi elencati in quanto queste zone (non dovute) sono state istituite nel 2006 con raggio di 100 metri. Oggi la Provincia vuole ampliare il raggio a 400 metri. Non vorremmo che domani il raggio diventasse di 1000 metri, con buona pace della caccia sul nostro territorio. Verranno pertanto adottate tutte le iniziative possibili e utili affinchè si eviti di dare quanto non dovuto. E si ricordi - chiude Fidc Bergamo chiedendo la massima partecipazione dei cacciatori - che la trasformazione di un Ambito Territoriale di Caccia in Comprensorio Alpino, se da un lato consente di non chiudere una buona porzione di territorio rispetto al mantenimento dell’ATC, in ogni caso comporta non poche restrizioni ai cacciatori interessati".
|